Numero 21 del 2019
Titolo: Tocchiamoli
Autore: Antonio Russo
Articolo:
In collaborazione con i ricercatori dell'università degli studi di Catanzaro, col concorso di una società che da sempre si occupa ad ogni livello di tecnologie assistive per i disabili e con la supervisione dell'l'Irifor e della locale sezione della nostra Unione, nasce e si sviluppa un progetto di ampio respiro umano e culturale che nel tempo dovrebbe aiutare noi non vedenti a godere della lettura di tanti quadri fatti in rilievo. Al Museo archeologico nazionale di Napoli, recentemente si è tenuta una mostra che spiega come il tatto, se ben educato, permette a tutti di avvicinarsi all'arte pittorica, per apprezzarla e farne un patrimonio di cultura da diffondere per amare il bello che ci appartiene. Naturalmente le mie sono note di riflessione che possono coinvolgerci a saperne di più sul come e il perché l'uomo nel tempo e nella sua storia abbia sentito il bisogno di lasciare ai sui posteri, sotto varie forme, una traccia di sé: pittura, scultura, architettura, musica, racconto, teatro e poesia.
Ma cosa ho toccato? Parliamo di oggetti semplici, per avviare la mente a capire una realtà che per forza di cose da noi deve essere toccata. Davanti ho in rilievo un quadro semplice e famoso: «La stanza di Vincent van Gogh» fatta a rilievo con legno, stoffa, vetro, cartone, un buco di metallo ed un qualcosa che fa pensare all'argilla. Con la mano destra entro nella stanza, le dita toccano, mi sposto verso il suo centro, osservo, mi fermo un attimo, mi aiuto con la sinistra nel toccare, ecco lo sfondo della camera, le dita trovano un oggetto, è una sedia, cammino e leggo la forma del water con una brocca collegata. Chi mi guida mi dice in Malossi di salire, a sinistra trovo uno specchio, e verso il soffitto delle finestre con ampia vetrata, scendo con la destra, e sulla parete a capo del letto un quadro appeso con un laccio; tocco il letto che ha un paio di cuscini, una bardatura di velluto, un copriletto e una coperta che sollevata fa pensare al coricarsi e dormire. Ritorno con le mani verso la porta con la gioia di avere osservato e lo dico ai presenti ad alta voce con vera soddisfazione. In questa stanza io metterei qualche altro oggetto: una stufa, un tavolino, appeso al muro uno scaldino per l'acqua, un frigorifero per le bibite d'estate con un televisore e altro, ma ai tempi di Van Gogh la vita era alquanto diversa.
Ho toccato un affresco presente negli scavi di Pompei, fatto in rilievo con ottimo materiale, stoffa e cartone integrati da silicone in giuste proporzioni che al Museo di Napoli ha suscitato molto interesse: Zeus Trasformato in toro, rapisce la principessa Europa, i greci per ricordarla chiamarono il nostro continente col suo nome. Europa faceva le vacanze sulla spiaggia di un'isola greca con le sue amiche, viene rapita e sul quadro Zeus la attira a sé con la forma del toro, le amiche accorrono e tre di loro sul dipinto sono acconciate con i capelli in vario modo, sullo sfondo una colonna che reca una quercia simbolo della fecondità.
Tutto questo io ve l'ho descritto come uno schema culturale da approfondire se vi piace la mitologia e la ricerca archeologica che a Pompei sono ampiamente diffuse. Grazie a tutti per l'attenzione.
Antonio Russo