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Kaleîdos

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Numero 19 del 2019

Titolo: Libera dal cancro, ho nuotato per 54 ore

Autore: Giusi Fasano


Articolo:
(da «F» n. 39 del 2019)
È l'impresa da record di Sarah Thomas che ha attraversato il Canale della Manica per quattro volte senza fermarsi. Il suo non è solo un risultato sportivo, ma la prova che dalla malattia si può guarire e tornare più forti di prima. Come lei augura a tutti quelli che ancora non sono usciti dal tunnel di dolore e disperazione
Nonostante tutti gli alti e bassi, la gioia e le lacrime, so di essere forte. È stato un anno difficile. Il mio corpo è cambiato in modo impensabile e sono stata ferita in più modi di quanto avessi mai creduto possibile. Ma sono qui. Vivo. E qualunque cosa accada nell'acqua, so di avercela fatta. Il cancro ha cercato di spezzarmi. Ho vinto». Sarah Thomas ha scritto questo sul suo profilo Facebook pochi giorni prima che cominciasse la sua impresa da maratoneta del mare. E aveva ragione. Perché già allora aveva vinto, sì, senza fare nemmeno una bracciata. Poi, alle 12,07 di domenica 15 settembre, si è infilata il costume, si è tuffata in acqua e ha cominciato a nuotare.
L'impresa record
Ha nuotato per 54 ore di fila senza toccare terra, attraversando il Canale della Manica, fra la Francia e l'Inghilterra, per quattro volte: sono circa 40 chilometri a tratta che poi per colpa delle correnti sono diventati 215. Ogni mezz'ora la barca che la affiancava le dava da bere frullati di carboidrati. Suo marito Ryan è rimasto vigile accanto a lei, su quella barca, dalla partenza fino alle 6,30 di martedì 17, ora di approdo, diciamo così, sulla Shakespeare Beach, a sud delle coste inglesi di Dover. E a quel punto la vittoria di Sarah era completa: uno a zero contro il cancro e record mondiale per un'impresa che nessuno aveva mai compiuto.
Dedicato ai malati
Le televisioni britanniche hanno ripreso Sarah mentre mangiava cioccolatini, il suo primo premio avuto assieme a un bicchiere di champagne appena ha messo piede sulla spiaggia di Dover. «Non posso credere che lo abbiamo fatto», si è commossa ai microfoni della Bbc parlando con il suo team. Stanca come nessuno di noi può nemmeno immaginare, ha parlato qualche minuto con i reporter e ha annunciato il record successivo: dormire una quantità di ore indicibili per recuperare le forze. Non prima di aver dedicato la sua vittoria a tutti i malati di cancro, a «quelli di noi», come racconta The Guardian, «che hanno pensato con disperazione a quello che li aspettava e hanno combattuto attraverso dolore e paure».
Il giorno più durò
Sarah Thomas è americana di Denver, Colorado. A novembre del 2017 le diagnosticarono una forma aggressiva di cancro al seno. Di quel giorno lei ricorda i singhiozzi, il senso di smarrimento, l'idea prepotente che nulla sarebbe stato come prima. L'intervento chirurgico, la chemioterapia, il dolore hanno tenuto banco per mesi e mesi. Ma Sarah non è tipo da arrendersi e appena ha potuto ha ripreso ad allenarsi, a nuotare, a sperare di non essere sopraffatta dalla malattia. Nel 2016 aveva stabilito un record di 128,7 km in 56 ore (sempre senza sosta) nelle acque del Powell, lago del suo Colorado. Perché non ritentare un altro record in mare aperto?
La rotta delle maree
Sua madre, Becky Baxter, è rimasta in tensione finché non l'ha vista sana e salva sulla spiaggia su cui ha toccato terra dopo 54 ore in acqua. «Ha avuto problemi con lo stomaco e soprattutto la prima notte eravamo molto preoccupati per lei», ha spiegato al The Guardian. Sarah non si è scoraggiata. Ha nuotato, e nuotato, e nuotato finché ha vinto tutto. Mai sottovalutare il suo avversario, il cancro. Ma oggi Sarah può dire di averlo lasciato al palo.
Giusi Fasano



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