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Kaleîdos

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Numero 17 del 2019

Titolo: Come crescere una bambina femminista

Autore: Antonella Fiori


Articolo:
(da «F» n. 34 del 2019)
«Salute e figli maschi!». Quest'augurio la dice lunga sul maschilismo diffuso, che ritiene gli uomini i più utili alla società. Ce lo portiamo dietro dai tempi dell'Iliade e dell'Odissea, e spesso è perpetrato dalle stesse donne con modelli sbagliati. Che fare allora? Educare alla parità le nostre figlie. Ce lo spiega Maria Rita Parsi che ricorda: «Le giovani devono sapere che muoversi nel mondo esattamente come i maschi è un diritto inviolabile»
Speriamo che sia femmina. Speriamo, soprattutto, che questa bambina, appena nata o che sta per nascere, abbia gli stessi diritti di un maschietto. Vi sembra qualcosa di scontato nel 2019? Non è così. Almeno da quel che scrive nel suo ultimo saggio la psicoterapeuta e pedagogista Maria Rita Parsi, che ha lavorato diversi anni all'Onu per la difesa dei diritti dell'infanzia e ha creato il Movimento dal bambino. Nel libro «Manifesto contro il potere distruttivo», dove denuncia ciò che può accadere in famiglie in cui i genitori sono disturbati come nella società in cui lo sono i suoi leader, la psicoterapeuta riassume, in modo asciutto ma efficacissimo, i 10 comandamenti che tutti dovrebbero osservare - famiglie, scuola, istituzioni - per mettere in pratica l'assoluta parità di genere. Dal diritto allo studio a quello al gioco, dalla libertà di vestirsi a quella di muoversi fino al non essere sfruttate per la pornografia. Diritti che sembrano assodati e invece, come spiega Parsi in questa intervista, non lo sono per niente.
D. Perché ha ritenuto necessario un decalogo dei diritti delle bambine?
R. Perché questi diritti vengono calpestati ogni giorno in ogni Paese del mondo, compreso il nostro. Di più, ultimamente le condizioni delle bambine sono peggiorate. E questo appare in tutte le relazioni che ogni anno vengono portate all'Onu. Se la situazione per i maschietti è pessima, tra sfruttamento minorile e avviamento alle armi, quella delle bambine è allucinante.
D. Il primo punto del decalogo dice: le bambine sin dalla nascita non devono subire alcuna discriminazione per il fatto di essere nate femmine.
R. Ancora adesso, in Italia, si dice: «Salute e figli maschi», ci si rallegra di più quando nasce un maschietto. A persone con questa mentalità vorrei chiedere: mi dice come può andare avanti il pianeta senza le femmine?
D. C'è una spiegazione razionale?
R. No, ma fa parte di una certa mentalità pensare che i maschi, rispetto alle donne, siano più utili alla società perché lavorano fuori casa.
D. Ma oggi tantissime donne lavorano. O meglio, lavorano anche fuori casa.
R. Appunto. E poi cosa vogliamo dire delle donne che stanno in casa e per 10-15 ore al giorno stirano, puliscono, portano i ragazzini a fare sport? Non è lavoro questo? Se non lo facessero loro lo farebbero tate e colf ben pagate. E invece ascolti anche donne che dicono: «Quella è mantenuta dal marito». Non si tiene conto che lui fa un lavoro fuori casa, lei uno altrettanto importante dentro.
D. Come possiamo ristabilire la parità?
R. Io direi alle donne: «Date agli uomini l'incombenza di stare a casa e pulire, cucinare e crescere i figli. E voi andate fuori a lavorare».
D. Un altro punto del decalogo è che le bambine hanno diritto a scegliere il loro abbigliamento. Abbiamo ancora problemi in questo senso?
R. Certo. Pensiamo solo a come è stata offesa Carola Rackete, la comandante della nave Sea Watch che ha portato in salvo i migranti, per i dreadlock ai capelli e la canottiera senza reggiseno. Cosa doveva fare? Stare in giacca a 40 gradi?
D. È solo una questione estetica?
R. No. Dietro questo c'è il dividere il mondo tra maschi che fanno le cose, guidano navi e Stati e femmine angeli del focolare che devono allevare figli e non avere altri ruoli. Siamo cresciuti in una cultura che ha le sue basi in due opere come l'Iliade e l'Odissea che vedono la donna relegata o a oggetto sessuale - vedi Elena di Troia contesa come la più bella e per la quale un uomo scatena una guerra - o al ruolo domestico, vedi Penelope che aspetta Ulisse. Peccato che mentre Ulisse si fa 10 anni di battaglie per le corna di Menelao e poi altrettanti in giro tra Nausicaa, Circe, Calipso, Penelope non è stata certo lì a tessere la tela e basta ma ha retto il regno, allevato un figlio, tenuto a bada i Proci e persino protetto il vecchio padre di Ulisse e il suo cane Argo.
D. Dottoressa, dovremmo fondare nuovi miti?
R. I miti sono i miti: ci dicono da dove siamo partiti e dove in parte siamo ancora. Purtroppo, cresciamo in una cultura dove al maschio sono concesse libertà di espressione che le bambine non hanno. Per questo nel decalogo ho inserito il diritto delle bambine di esprimere le loro personali emozioni, sentimenti, inclinazioni, desideri ricevendo rispetto e ascolto senza essere condizionate da comportamenti familiari.
D. Lei ribadisce il fatto che le bambine possano muoversi nel mondo come i coetanei maschi. Chi lo impedisce?
R. In teoria nessuno, ma una donna che va in giro da sola è additata se non molestata. E se le capita qualcosa, c'è sempre qualcuno che dice: «Se l'è cercata». Le donne, sin da bambine, devono sapere che muoversi nel mondo esattamente come i maschi è un loro diritto inviolabile.
D. Il nemico più grande chi è?
R. Un grande nemico, mi dispiace dirlo, sono di frequente le altre donne. Le bambine passano molti anni di vita con mamme, zie, tate, maestre che comunicano alle piccole la loro insoddisfazione, la loro frustrazione, la loro irrisolutezza. Sbagliatissimo.
D. C'è bisogno di riconfermare, sempre tornando al suo decalogo, che le donne hanno le stesse capacità intellettive dei maschi?
R. Purtroppo sì. Qualcuno sostiene ancora oggi che le donne a livello intellettuale non arrivano a certe formulazioni di pensiero. Per anni ci hanno detto che la scienza non è cosa per donne. L'intelligenza femminile è stata asfaltata ferocemente sostenendo che le donne non ce la possono fare in certi campi. Una falsità enorme dato che le bambine sono multitasking, problem solving perché come memoria della specie sono state educate a fare più cose contemporaneamente.
D. A chi dice che il mondo intorno a noi lo hanno costruito gli uomini: artisti, scienziati, architetti, cosa rispondiamo?
R. Che le donne non erano architetti fino a un secolo fa perché non era concesso loro di farlo. Ma che le cose più importanti degli ultimi anni in architettura le hanno costruite le donne, penso solo a un genio come Zaha Hadid. Che le donne appena hanno potuto sono diventate premi Nobel, in fisica e in matematica. Naturalmente noi in Italia non ce li ricordiamo i premi Nobel al femminile. Lo sa che se parli di una scrittrice come Grazia Deledda, vincitrice del Nobel per la Letteratura già nel 1926, ti dicono: «Chi è?».
Antonella Fiori



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