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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Gennariello

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Numero 7-8 del 2019

Titolo: C'era una volta

Autore: Redazionale


Articolo:
Il procione e l'albero delle api
Il procione aveva dormito tutto il giorno nel tronco cavo di un albero; verso sera si svegliò, si sgranchì e decise di andare a cercare qualcosa per fare cena. Nel bosco c'era un laghetto, e man mano che il procione si avvicinava sentiva le grida degli animali dello stagno. Per primo fu il cigno a gridare, poi la gru e un uccellino, che stava nuotando sopra lo stagno, si alzò in volo gridando.
Il procione arrivò in riva al lago e riuscì a trovare solo due crostacei da mangiare. Mentre si allontanava, calpestò una famiglia di puzzole, mamma, papà e dodici piccoli, che stava dormendo in mezzo all'erba alta.
«Oh» disse papà puzzola, «come ti permetti di fare questo?» e guardò il procione molto male.
«Scusatemi» rispose il procione, «ero sovrappensiero e non vi ho visti!».
«Stai più attento la prossima volta» borbottò papà puzzola e il procione fu contento di potersene andare via così, conoscendo il caratteraccio delle puzzole. Passando vicino ad un albero vide due scoiattoli alla base, ma prima che potesse afferrarne uno dei due, loro scapparono in cima all'albero.
«Venite giù amici» disse il procione, «non vi faccio niente!».
«Non ci pensiamo nemmeno» risposero i due scoiattoli.
Il procione andò avanti nella foresta e trovò un albero da cui veniva fuori un odorino delizioso che metteva l'acquolina in bocca. Il procione andò a vedere e si trovò coperto di una sostanza squisita: miele! Iniziò a leccarsi e a prenderne di nuova, a leccarsi e a prenderne di nuova, quando di colpò sentì qualcosa che gli pungeva una zampa, poi il naso, poi la schiena: era circondato da api arrabbiatissime.
Il povero procione scappò via disperato, inseguito da una nuvola di api. Arrivò nella sua tana, si chiuse dentro ed iniziò a leccarsi e a leccarsi, finché non si addormentò dolorante. Da allora il procione preferisce accontentarsi di bacche e altre cose più semplici della foresta, o aspetta che gli diamo qualcosa noi uomini, e dato che è un po' furfante ma è carino e simpatico, possiamo anche accontentarlo.

Come il coyote rubò il fuoco
Tanto tempo fa, quando l'uomo era appena arrivato sulla Terra, era l'essere più felice che c'era al mondo. Saltava felice tra gli alberi, mentre i suoi bambini mangiavano le bacche. Ma arrivò l'inverno, e faceva freddo, e molti bambini si ammalarono gravemente.
Il coyote, come altri esseri, non aveva bisogno del caldo. Ma un giorno, passando vicino ad un villaggio degli uomini, vide la disperazione della gente, e il loro freddo. Il sole era così caldo, diceva un uomo, potessimo avere un pezzo di sole nelle nostre capanne adesso! Il coyote vide la loro tristezza e decise di aiutarli.
Su una montagna altissima vivevano i tre Esseri di Fuoco, che avevano un pezzo di sole per scaldarsi, ma che mai lo avrebbero dato. Ma il coyote decise di andarlo a prendere per i suoi amici uomini. Il coyote scalò la montagna, aspettò che i tre Esseri di Fuoco fossero andati a dormire e rubò il fuoco con l'aiuto di un ramo.
Ma i tre Esseri di Fuoco se ne accorsero, ed iniziarono ad inseguirlo: il coyote scappò giù dalla montagna, e attraversò la foresta dove chiese aiuto ai suoi amici il procione, lo scoiattolo, l'orso e il cervo per bloccare gli Esseri. In ogni caso, gli Esseri di Fuoco non potevano attraversare la foresta ed arrivare alla pianura, e dovettero tornare indietro.
Il coyote lasciò il ramo vicino al villaggio degli uomini, che da allora poterono avere un pezzo di sole per scaldarsi ed illuminarsi anche durante la stagione più fredda.



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