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Numero 11 del 2019

Titolo: Garanzia a metà per software e applicazioni.

Autore: Giovanni Clerici.


Articolo:
Garanzia a metà per software e applicazioni.

Di Giovanni Clerici.

Prendendo in esame Apple, con iTunes e Mac app Store, si ha la possibilità di scaricare gratuitamente o a pagamento milioni di contenuti.

Lo Store è dunque un negozio virtuale, Apple su questo negozio vende contenuti prodotti da lei stessa, oltre a contenuti prodotti da sviluppatori accreditati, il tutto definito da termini di contratto.

Nel momento che quindi acquistiamo un contenuto, accettiamo questi termini contrattuali i quali in parte ci tutelano. Qualche anomalia però c’è, andiamo a capire meglio la situazione nel dettaglio.

Dr Cleaner Pro è un’applicazione venduta sullo Store di Apple per Mac, prodotta da uno sviluppatore accreditato. Questo software, dal costo di qualche decina di Euro, aiuta nella gestione delle applicazioni e dei dischi.

Ecco che un giorno, avendone bisogno, ti rechi nella cartella applicazioni e tenti di aprire il software, un messaggio di errore però te lo impedisce, così, dopo alcuni tentativi provi anche a disinstallarlo, recandoti poi nello Store, dentro ai tuoi acquisti, per scaricarlo nuovamente.

A questo punto l’ennesima sorpresa, impossibile scaricare l’applicazione e un messaggio poco veritiero ti dice di riprovare più tardi.

Questo riprovare più tardi diventa all’infinito e allora una ricerca più approfondita svela una realtà piuttosto amara, Apple ha bloccato l’applicazione per motivi di sicurezza, sembrerebbe che l’applicazione possa mettere in pericolo i dati personali presenti sul disco fisso.

Se questo blocco può farci pensare che Apple è attenta alla nostra sicurezza, dall’altra non sembra essere molto attenta ai nostri quattrini, che tramite il suo negozio abbiamo sborsato per acquistare un contenuto da uno sviluppatore che Apple stessa ha accreditato alla vendita.

A questo punto si aprono alcuni scenari: quello più realistico è che il denaro speso per comprare il software non può essere rimborsato, in particolare se è passato un po’ di tempo dall’avvenuto acquisto.

Altra ipotesi evidenziata dal supporto Apple è che potrebbe darsi che l’applicazione torni disponibile, se lo sviluppatore provvede alle dovute modifiche per renderla più sicura, oppure che Apple potrebbe anche avere intrapreso vie legali per risolvere la vicenda.

Naturalmente, ipotesi a parte, che sono da considerare supposizioni e nulla di certo, il fatto concreto è che il cliente che ha acquistato l’applicazione lo ha fatto sborsando denaro, per poterla utilizzare, sentendosi anche garantito dal negozio che non è certo un qualsiasi sito di e-commerce.

Pur non avendo letto minuziosamente i termini di contratto sugli Acquisti nello Store, sono quasi certo che Apple avrà inserito una voce con la quale si tutela da questi, chiamiamoli inconvenienti.

Allora, la cosa certa che rimane, probabilmente rara ma come si è dedotto non impossibile, si può acquistare un software, pagarlo due euro o magari cento, usarlo sei mesi per poi vederselo svanire sotto il naso.

Personalmente, che un azienda dallo spessore di Apple, in una vicenda come questa, si limiti a bloccare il software, senza dare spiegazioni ai clienti e tanto meno soluzioni, mi appare come qualcosa di inadeguato.

Se ci può stare che un software possa diventare inutilizzabile per questione di aggiornamenti dei sistemi operativi, oppure che negli anni diventi obsoleto, dovrebbe essere invece più che certo il concetto per cui, in assenza di miei cambiamenti, acquisto un software e lo uso quanto mi pare e piace.

Naturalmente, anche lo sviluppatore, contattato sul suo sito privatamente, mostrandogli la fattura, non ha risposto, evidenziando un concetto che aveva portato un tempo alla nascita di un proverbio: articolo quinto, chi ha in mano i soldi ha vinto.

Allora, credo che l’unica garanzia certa che abbiamo, acquistando contenuti sia da riferirsi al diritto di recesso, sperando che venga sempre riconosciuto, perché allo stato attuale, Apple dalla vendita di un contenuto, tutela se stessa e il produttore, mentre al cliente non resta che pagare e accontentarsi.

L’unica nota positiva che ho potuto constatare ancora una volta è la gentilezza e la disponibilità degli operatori telefonici che rispondono per conto di Apple, magra consolazione però, visti i risultati e le risposte che ho avuto, più vicine a delle supposizioni che a delle certezze, a mio avviso non appropriate alla solidità e alla serietà che dovrebbe avere, oltre che a dimostrare, questa azienda.

Quanto sopra riportato può essere una situazione piuttosto rara, non per questo però impossibile che si possa ripetere, ognuno quindi ne tragga le proprie conclusioni.

Per ulteriori spiegazioni, scrivere a: Giovanni Clerici



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