Numero 6 del 2019
Titolo: ATTUALITÀ- C'è chi fa carriera
Autore: Redazionale
Articolo:
Due contributi a sostegno di neo imprenditori non vedenti, un vademecum per rilanciare il tema del lavoro da parte dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti
La Presidenza Nazionale UICI, grazie alla collaborazione della Commissione Nuove Attività Lavorative, ha realizzato lo scorso 12 giugno, presentata dalla giornalista Livia Azzariti, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, la Giornata di Premiazione dei neo imprenditori che sono stati selezionati dal Bando imprenditoriale per ciechi e ipovedenti "Progetti Lotteria Louis Braille 2017".
I premiati sono stati: Luca Aronica, Cooperativa Frutto della Passione che opererà nel settore dell'agricoltura e Antonino Cotroneo, AMBRA Educational s.r.l.s. che agirà nel settore della formazione, ai quali è stato consegnato un assegno come contributo per l'avvio dell'attività.
Per questo evento è stato realizzato un vademecum che l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti metterà a disposizione di imprenditori, operatori pubblici e privati del mondo del lavoro nonché ai giovani disabili visivi e alle loro famiglie.
Nella seconda parte della manifestazione, si sono susseguite le testimonianze di cinque imprenditori non vedenti e ipovedenti che, in qualche modo, hanno iniziato a far carriera.
Si parte dall'esperienza di Antonio Ciotola, Chef patron che ha raccontato la sua esperienza di non vedente ai fornelli. A seguire Carmelo Di Martino, amministratore e responsabile di produzione di un mulino che ha sede in Sicilia; Di Martino ha tenuto a precisare che la sua produzione avviene grazie alla selezione di grani antichi locali. Dal pane si passa all'olio, con l'esperienza raccontata da un altro imprenditore siciliano non vedente, Santino Di Gregorio, che ha raccontato di come le persone rimangono sbigottite quando capiscono che ad usare macchinari sofisticati è un non vedente. Produzione più ampia, ma sempre nel settore agricolo, per l'imprenditrice Annamaria Di Stasio del Molise, la sua produzione, infatti, va dal vino alle mandorle che normalmente si usano per i confetti. Ultima testimonianza quella di Raul Pietrobon che ha raccontato la sua esperienza di imprenditore che un passo alla volta si è specializzato nella vendita di ausili per non vedenti a tecnologia zero.
I saluti istituzionali sono stati portati dal Sottosegretario di Stato Vincenzo Zoccano e dall'on. Paolo Russo. Le conclusioni sono state affidate al Dirigente del Terzo Settore Alessandro Lombardi: "È un piacere ospitarvi all'interno del Ministero del Lavoro perché si parla, appunto, di un'iniziativa diretta a favorire l'inserimento lavorativo delle persone con disabilità visiva. In questo contesto vengono da fare due considerazioni: la prima è il corretto modo di intendere il rapporto fra l'autonomia privata e il regolatore pubblico; la seconda invece è l'evoluzione delle organizzazioni private che in un contesto di grande cambiamento sono in grado di rispettare il loro profilo identitario.
Per quando riguarda il primo aspetto questa iniziativa promossa da UICI si allinea con l'obiettivo della Riforma del Terzo Settore dove, l'Ente del Terzo Settore e la Pubblica Amministrazione, non sono più visti in una posizione di supplenza del primo nei confronti della seconda, cioè l'Ente del Terzo Settore che va a "tappare i buchi" che sono stati lasciati dall'arretramento del soggetto pubblico. Deriva da qui, l'esigenza di implementare, sviluppare al massimo logiche collaborative nel rispetto dei ruoli, nel rispetto naturalmente di quelle che sono le regole del procedimento amministrativo e del corretto esercizio della funzione amministrativa. Per la seconda considerazione devo dire che fa un certo effetto quando si leggono le vostre presentazioni, le vostre brochure, i vostri manuali, leggere la data della vostra fondazione: è un secolo fra poco; un secolo è un arco di tempo particolarmente lungo rispetto al quale si possono avere, in seno ad un'organizzazione che ha raggiunto questa anzianità, due diversi atteggiamenti. Il primo atteggiamento è quello di cristallizzarsi nella sua forma originaria, di rimanere cioè ancorati a quello che era il contesto iniziale che aveva portato all'origine dell'organizzazione stessa, e quindi leggere l'identità in termini di vincolo. La seconda prospettiva è invece una prospettiva più dinamica, quella che aggiorna, attualizza i valori che erano alla base di quel famoso 1920, quando nel caso vostro, l'Unione è stata costituita, attualizza quei valori rendendoli sostanzialmente perenni a quello che è il mutamento dei tempi. Mi fa molto piacere vedere come l'Unione abbia questa capacità, questa capacità anche di individuare strumenti e soluzioni nuove rispetto ai bisogni che oggi, nel 2019, sono differenti rispetto a quelli che potevano emergere nel 1920. Questo è un dato ancora più significativo se lo paragoniamo ad atteggiamenti che riscontriamo in organizzazioni che non presentano la vostra anzianità di attività e che però risultano quasi timorose del nuovo. Il nuovo non ci deve spaventare, non dobbiamo avere un atteggiamento di chiusura, dobbiamo avere la capacità di raccogliere le sfide che ci vengono dalle nostre comunità per essere in grado di rispondere meglio ai bisogni, nel caso vostro, degli associati che vedono in voi un solidissimo e costante punto di riferimento".
Queste le parole del Presidente Nazionale UICI Mario Barbuto: "L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, fondata da Aurelio Nicolodi il 26 ottobre 1920, nei suoi cento anni di attività ha sempre operato per il riconoscimento effettivo della dignità di persone per i minorati della vista, per garantire loro un futuro inclusivo. Quando parliamo di futuro non possiamo, però, prescindere dalla partecipazione diretta e indiretta al sistema produttivo del nostro paese. Non c'è dignità, libertà o domani per nessun essere umano, se quest'ultimo viene privato della possibilità di lavorare. L'UICI ha dovuto lottare molto e a lungo, sino a ottenere leggi che qualcuno forse continua a etichettare come "speciali", le quali riconoscessero il Diritto per le persone con disabilità visiva di poter esercitare una professione, un'arte, un mestiere. Le pagine dei libri di Storia non sempre sono state generose nei confronti di quel manipolo di coraggiosi che nel 1954 mosse da Firenze verso Roma, in una lunga "marcia del dolore" che intendeva affermare essere giunto per la Repubblica Italiana il tempo di sancire il riconoscimento della dignità umana di persone anche per i minorati della vista. Oggi abbiamo realizzato e desideriamo offrire al mondo produttivo questa piccola guida pratica che illustra i progressi e le opportunità attualmente offerte ai non vedenti, per favorire quel confronto costruttivo con tutti gli attori del mondo produttivo, per riaffermare e rendere concreto quel diritto al Lavoro sancito dalla Costituzione della Repubblica e perseguito dai Padri fondatori dell'Unione quale unico e vero mezzo di riscatto sociale per tutti noi".