Numero 5 del 2019
Titolo: RUBRICHE- Una finestra sul sociale
Autore: a cura di Giuseppe Manzo
Articolo:
a cura di Giuseppe Manzo
Redattore del Giornale Radio Sociale
Lavoro, reddito e povertà: lo stato del Paese e le proposte per un'alternativa
Tra il 1995 e il 2016 la quota di ricchezza dell'1% più ricco della popolazione adulta è passata dal 18% al 25%, quella del 10% più ricco dal 49% al 62%. Il 30% dei lavoratori nel settore privato con meno di 9 euro lordi l'ora. Un altro 40% con meno di 10 lordi: queste le condizioni salariali del complessivo 70% di chi ha un contratto dipendente. Questi i dati dell'Inps.
Per l'Istat, invece, al Sud abbiamo il triplo dei disoccupati rispetto al Nord, il doppio rispetto al Centro. È questa la fotografia delle disuguaglianze nel Paese.
Le grandi disuguaglianze di ricchezza e di reddito, di accesso ai servizi essenziali, di riconoscimento dei nostri valori e aspirazioni, hanno prodotto una società fortemente lacerata.
La risposta del governo è arrivata con il Reddito di cittadinanza che, a fronte di 1 milione di persone coinvolte, ha suscitato molte proteste per chi è rimasto escluso. "Il testo approvato, ora in attesa di pubblicazione, conserva le lacune e i limiti più volte denunciati con i nostri comunicati stampa, nelle audizioni alla Camera e al Senato e nelle interlocuzioni istituzionali intrattenute in queste settimane". Così commenta il Presidente della FISH, Vincenzo Falabella.
Ai fini della concessione dell'erogazione del reddito e della pensione di cittadinanza, nonostante alcune correzioni minime di bandiera, il provvedimento continua ad essere meno vantaggioso per i nuclei in povertà assoluta con persone con disabilità rispetto agli altri.
Continuano ad essere computate le provvidenze assistenziali quale reddito familiare, continua ad essere pressoché ininfluente la presenza di una persona con disabilità all'interno dei nuclei potenzialmente beneficiari delle nuove misure.
Alle persone con disabilità si aggiungono i senza dimora e migliaia di operai licenziati che ha portato lo stesso ministro Di Maio a promettere correttivi dopo la clamorosa protesta di due ex lavoratori saliti sul campanile della chiesa del Carmine a Napoli nei giorni di Pasqua.
Oltre alle criticità strutturali dei dati relativi alla disoccupazione e al lavoro che, seppur segnalato con un aumento degli occupati, non permette di avere condizioni di reddito sufficienti con il dato sulla povertà che resta immutato negli ultimi anni: 5 milioni di italiani continuano a versare in questa condizione a rischio.
Ci sono però anche gli ambiti che registrano un'alternativa. Il terzo settore, unico ambito economico in forte espansione negli ultimi dieci anni, con particolare riferimento all'ambito socioassistenziale e della mediazione educativa, può essere un settore al quale guardare con attenzione. Cresce anche dal punto di vista delle organizzazioni sociali presenti nel nostro Paese: dalle 235 mila organizzazioni non profit del 2001 siamo passati alle 336.275 a fine 2015 (+10% rispetto al 2011), con 789 mila dipendenti e 5,5 milioni di volontari. Quasi l'80% agisce grazie all'apporto di volontari, mentre le organizzazioni che impiegano dipendenti sono oltre 55 mila, oltre il 16% di tutte le realtà non profit. E più della metà risiedono nell'Italia settentrionale.
Un'opportunità è registrata anche dalla cooperazione sociale di tipo B, quella dell'inclusione lavorativa dei soggetti svantaggiati, che è diventata un'opzione importante per le fasce sociali più fragili come le persone con disabilità fisica e mentale, detenuti, vittime di tratta e tossicodipendenti.
Una proposta organica è arrivata anche dal Forum disuguaglianze diversità che lo scorso marzo ha lanciato le sue idee di giustizia sociale: riguardano il cambiamento tecnologico, la relazione fra lavoro e impresa, per ridare al lavoro dignità salariale, il passaggio generazionale quando i giovani e le giovani iniziano a costruire un piano di vita. Gli interlocutori diretti sono i partiti i soggetti che, nel mondo della cultura e del lavoro, della produzione e della cittadinanza attiva, della scuola e della salute, dell'ospitalità e della rete digitale, vogliono farsene promotori.