Numero 10 del 2019
Titolo: Patti prematrimoniali: ci servono davvero?
Autore: a cura di Gaia Giorgetti
Articolo:
(da «F» n. 16 del 2019)
La possibilità di stringere accordi prima di sposarsi arriverà anche in Italia entro il 2020. I patti per evitare liti nel caso di rottura saranno più «soft» che nei Paesi anglosassoni dove si delibera su tutto. Lo prevede la riforma del Codice Civile in discussione al governo. Eviteranno ripicche tra ex?
Sì
Loredana Conidi, partner dello studio tributario Ludovici Piccone & Partners di Milano
Possono scongiurare divorzi litigiosi, lunghi e costosissimi
Questa proposta nasce proprio per consentire di affrontare una crisi coniugale con maggiore serenità, quando una coppia decide di rompere e il clima tra i partner è più teso. E si applicherà anche alle coppie di fatto.
D. L'Italia è rimasta uno dei pochi Paesi senza questi patti. Perché?
R. La resistenza italiana nasce dall'idea che questi accordi possano incentivare i divorzi e contrastino con il principio di solidarietà familiare. Già nel 2014 il Pd e Forza Italia avevano presentato una proposta analoga.
D. Potrebbero danneggiare la parte debole?
R. Nelle intenzioni di legge no. Se si negozia quando si è felici l'accordo raggiunto può soddisfare entrambi.
D. C'è già la legge sulla separazione dei beni. Non basta?
R. In questi accordi si può entrare nel dettaglio. Per esempio decidendo quali beni di un partner andranno all'altro in caso di separazione o divorzio.
D. Davanti a chi depositeremo questi patti?
R. Il disegno di legge non lo specifica. Lo dirà il governo se il Parlamento approverà il provvedimento.
D. Gli uomini spesso non pagano nemmeno gli alimenti stabiliti dal giudice. Può cambiare qualcosa?
R. Sì. Per esempio se lui non volesse più intestarle la casa come si era impegnato a fare, lei potrà rivolgersi al giudice e ottenere l'esecuzione del bene dal Tribunale.
No
Chiara Saraceno, sociologa, è una delle massime esperte italiane di famiglia e diritti delle donne
Ho molti dubbi. I casi della vita sono complicati e imprevedibili
Bisogna tener conto che la strada lavorativa di una donna cambia facilmente in peggio, specialmente se ha avuto figli.
D. Il presupposto di questi patti è la parità, meglio chiarire subito per evitare liti dopo?
R. Sarebbe bello pensare che siamo uguali, e ciascuno prende «il suo» se il matrimonio si rompe, ma non funziona così nella realtà. Non mi riferisco solo alla parte debole, che potrebbe essere svantaggiata da questi patti, ma in generale a entrambi i coniugi. Le cose mutano, le persone pure, così i rapporti matrimoniali, dove l'arrivo di un figlio ridefinisce le relazioni in modo del tutto personale. Questi accordi sono un'astrazione, una pietra tombale sulla vita coniugale: è difficile stabilire in dettaglio che cosa avviene nel corso di un matrimonio.
D. Nascono per fare chiarezza o complicano le cose?
R. Funzionano quando ci sono grandi patrimoni o se ci sono figli da un matrimonio precedente. Ma nella maggioranza dei casi il diritto di famiglia stabilisce la separazione dei beni, a meno di optare per la comunione. Prima non si può decidere altro.
D. Neppure sull'educazione dei figli o sulla casa in cui si abiterà da separati?
R. Non si possono stabilire a tavolino cose così importanti, regolamentando addirittura la vita di un figlio, prima ancora di averlo. Un matrimonio è un contratto, ma non è solo questo. L'esperienza di ognuno di noi ce lo insegna ogni giorno.
a cura di Gaia Giorgetti