Numero 2 del 2019
Titolo: BRAILLE E ACCESSO AI BENI CULTURALI- La Biblioteca e la vocazione per il Braille
Autore: Pietro Piscitelli
Articolo:
Da due secoli il Braille rappresenta il veicolo che ha consentito ai non vedenti di leggere autonomamente e di conquistare l'emancipazione culturale e sociale.
Man mano che la geniale intuizione di Louis Braille conquistava e convinceva anche i più scettici nascevano in tutta Europa iniziative filantropiche finalizzate alla produzione di testi in Braille sia per lo studio che per la lettura di svago.
A partire dalla seconda metà dell'Ottocento volenterosi copisti si cimentavano nella trascrizione manuale di testi in sistema Braille e pian piano prendevano forma le prime biblioteche circolanti.
Nel 1928 la geniale intuizione di Aurelio Nicolodi, presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi, portava alla fondazione a Genova della Biblioteca "Regina Margherita" che fino alla fine degli anni Cinquanta, continuava nel solco del passato ed era impegnata a produrre, con le tecniche allora in auge, i libri che la fame di cultura e di conoscenza dei ciechi italiani richiedevano.
Da subito sparsi su tutto il territorio nazionale tanti trascrittori, spesso volontari, copiavano in Braille - usando prima le famose "tavolette" poi le prime dattiloBraille - testi di ogni tipo che venivano raccolti presso la Biblioteca e da questa spediti per posta in ogni angolo d'Italia.
Negli stessi anni lo sviluppo delle scuole speciali annesse agli Istituti per ciechi che erano nati nelle principali città italiane moltiplicava la richiesta di testi di studio favorendo una crescita esponenziale della richiesta di stampa Braille.
Risalgono al secondo dopoguerra anche le prime innovazioni che la scienza e la tecnica hanno introdotto nella produzione e nella stampa in sistema Braille con la commercializzazione delle prime rotative che hanno consentito la produzione in multicopia e introdotto la possibilità di conservazione delle matrici ai fini della ristampa.
La vera modernizzazione è figlia della rivoluzione elettronica e informatica che ha portato i file, le stampanti Braille, il sintetizzatore vocale, il display Braille.
Questa tumultuosa e disordinata crescita e l'apparizione sul mercato di mirabolanti prodotti ha dato fiato ad una minoranza fautrice del rifiuto del sistema di lettura e scrittura Braille.
"È finito!" hanno urlato in molti quando a metà degli anni Settanta è stato commercializzato dalla Texas Instruments l'optacon - un complicato aggeggio che, attraverso impulsi elettrici, riproduceva sul polpastrello la forma della lettera stampata in caratteri comuni - cavalcando una moda che si è poi rivelata tanto costosa quanto illusoria finendo presto nel dimenticatoio.
"Non serve più!" hanno sentenziato i soliti sapientoni quando hanno cominciato a circolare in Italia i primi sintetizzatori vocali facendo finta di non sapere che la modalità di lettura di un testo con il sintetizzatore vocale altro non era che la versione modernizzata di quanto era possibile fare da oltre mezzo secolo attraverso il registratore su nastro magnetico.
"Il libro Braille va in soffitta!" titolavano alcune testate quando sono stati commercializzati i primi e-book e le versioni digitali dei primi libri. Invece, a dispetto dei suoi detrattori, ancora oggi il sistema di lettura e scrittura Braille mantiene tutta la sua validità pedagogica e continua ad essere l'unico strumento in grado di dare una vera autonomia nella lettura e quindi nell'accesso alla cultura ai ciechi italiani e di tutto il mondo.
Come si è posta la Biblioteca nei confronti del sistema Braille in questi novant'anni percorsi da così contrastanti fermenti? Nell'unico modo possibile: non partecipando se non marginalmente allo stucchevole dibattito "Braille no, Braille sì" e sforzandosi di cogliere quanto di buono la tecnologia ha negli anni messo a disposizione per migliorare i processi produttivi e rispondere al meglio alle richieste degli utenti.
Pare utile a questo punto anche un fugace accenno all'evoluzione negli anni del "costume" dei lettori utenti della Biblioteca. Fino a qualche decennio fa una "Commissione" di esperti sceglieva tra le novità culturali e tra i classici i testi da produrre in sistema Braille e, quando pronti, questi venivano resi disponibili alla lettura e, se richiesti, inviati per posta al domicilio dell'utente richiedente. Pur senza volerlo però si andavano così condizionando i gusti e le scelte del lettore.
Pian piano però i bisogni culturali degli utenti si sono evoluti e le richieste si sono sempre più diversificate. Non più e non solo la novità editoriale, l'ultimo romanzo pubblicato ma, anche - e, in questi ultimi anni sempre di più - testi vari, dalla saggistica al libro di preghiere, dai manuali d'uso di personal computer e di apparecchi vari, ai ricettari ed ai testi di legge - insomma quanto serve al proprio quotidiano e personale - richieste che la Biblioteca soddisfa attraverso il servizio di "book on demand".
Alla produzione tradizionale di testi di lettura amena si è quindi aggiunta la richiesta personalizzata, la produzione di spartiti musicali e testi musicologici, la diffusione di pubblicazioni periodiche, la distribuzione della versione Braille di libri di testo in adozione nelle classi della scuola di tutti.
La Biblioteca "Regina Margherita" è oggi divenuta una realtà multiforme e complessa presente e articolata su tutto il territorio nazionale impegnata non solo a "produrre" 5-6 milioni di pagine Braille ogni anno ma anche a tutelare e garantire la qualità delle pubblicazioni in Braille attraverso un "Consorzio Qualità" appositamente costituito, l'elaborazione di un "Codice Braille" condiviso, di "manuali di trascrizione" e di processi di lavoro comuni a quanti insieme alla Biblioteca, producono e stampano il Braille.
Ma il Braille oggi non è più solo un foglio di carta pieno di puntini, perché l'uso del personal computer e del Web, divenuto ormai uno strumento presente in tutte le case e in tutte le scuole, impone un sistema di lettura immediato come il Braille su carta non potrà mai essere.
L'informatica e la tecnologia hanno messo a disposizione dei ciechi, quale periferica del personal computer, uno strumento: il display Braille in grado di riportare immediatamente nella classica struttura a 6 o 8 puntini in rilievo, quanto è presente sul video del pc. È una splendida opportunità offerta ai non vedenti non solo per evitare l'accumulo di carta e annullare i problemi di peso e di ingombro purtroppo propri dell'edizione cartacea, ma anche e soprattutto per rispondere alle esigenze di immediatezza che l'era di internet e dei social rende irrinunciabile.
Molti sono ancora i problemi tecnici da risolvere per rendere pienamente accessibile e fruibile anche con questo strumento quanto presente sul Web e i prodotti editoriali: la compatibilità delle piattaforme utilizzate dai singoli Editori, la "leggibilità" di file con estensione PDF contenenti notazioni matematico-scientifiche, le parti iconografiche, le elaborazioni grafiche particolari, ecc.
Proprio quanto appena detto fa intuire che non bastano software più o meno evoluti per "automatizzare" la produzione di testi in Braille evitando l'intervento umano. Per fortuna si fa sempre più strada la convinzione che occorre intervenire a monte - al momento della preparazione del testo da inviare alla stampa comune o da inserire nella pagina del sito Web - per ridurre l'intervento degli specialisti che devono trasformare il testo comune in un testo Braille.
La Biblioteca sta impegnando in questa attività di studio e di ricerca le sue risorse migliori. Insieme agli Editori - con i quali la collaborazione è ogni giorno più evidente e vincente - la Biblioteca è oggi impegnata per avviare a soluzione alcune problematiche tecniche per rendere possibile ai non vedente la lettura autonoma non solo attraverso il sintetizzatore vocale ma anche con il display Braille. Una voce narrante e le "parole sotto le dita" perché nel mondo di domani i ciechi possano sentirsi veramente autonomi e inclusi.
Questa è la sfida di oggi e per il domani che attende la Biblioteca "Regina Margherita". Questa è la sfida da vincere: poter affiancare al tradizionale sistema di lettura Braille su carta altri moderni strumenti ed altre nuove opportunità di lettura di testi digitali per offrire ai non vedenti altre modalità di accesso al mondo dello studio, dell'informazione e della comunicazione che oggi viaggia in rete.