Numero 1m del 2001
Titolo: Pedalando sul mare
Autore: Peppino Re
Articolo:
"Signori ci siamo. Finalmente, dopo mesi di attese e preparativi, eccoci alla grande manifestazione, anzi di più, all'avventura sul mare giocata sul filo dell'irrazionalità, come annunciavano i dirigenti dell'Unione Italiana Ciechi".
Con queste parole il Presidente Nazionale dell'Unione, prof. Tommaso Daniele, ha dato ufficialmente il via al Raid in pedalò dal Tevere al Garigliano.
Parliamone con Giovanni Ciprì, giovane dirigente della sezione Uic di Palermo, membro del Comitato nazionale dei Giovani e, come sentiremo, sportivo polivalente.
D. Giovanni ci riassumi i tuoi impegni sportivi?
R. Sono un ipovedente di 29 anni, ho sempre creduto nello sport e attualmente pratico il Torball, il Golball, l'atletica leggera e il body building, curo la mia preparazione in palestra per quattro giorni alla settimana.
D. Parlaci di questo raid in pedalò.
R. Abbiamo percorso 156 km. in pedalò divisi in 30 tappe, ed eravamo trenta equipaggi. Ogni mattina la sveglia era alle 7 e dopo aver fatto la colazione, prendevamo i pullman messi a disposizione dalla Marina Militare per recarci sul campo di regata ed iniziare la prima semitappa del mattino di circa 10 km.. Dopo circa due ore di pedalata, la fatica si faceva sentire, ma la forza di volontà e i rifornimenti riuscivano a compensare gli sforzi fatti. Dopo una pausa pranzo si cominciava a pedalare per la semitappa del pomeriggio per altre tre ore sotto il sole cocente di agosto.
D. Cosa ci dici degli altri concorrenti e del concorrente Daniele Tommaso?
R. Molti concorrenti, provenienti da tutte le parti d'Italia, hanno conosciuto il pedalò per la prima volta, ma alla fine sono diventati quasi dei lupi di mare; alcuni erano sufficientemente preparati, altri hanno supplito con quelle energie interiori che il generoso mondo del mare ogni tanto mette a disposizione.
Il Presidente Nazionale so che si è spesso cimentato in gare sciistiche e ciclistiche, pertanto era fisicamente preparato, inoltre conosciamo tutti il suo spirito per cui, se si aggiunge che si è avvalso della collaborazione di valenti timonieri quali Andrea, Gennaro e Daniele, ci si spiega il fatto che abbia potuto vincere alcune tappe e piazzarsi al secondo posto della classifica generale.
D. Giovanni cosa ne pensi del cocktail su cui l'Unione spesso insiste fra iniziative sportive e diffusione della cultura dell'handicap?
R. Io trovo che questo tipo d'iniziativa sia sicuramente efficace, perché riesce a sensibilizzare l'opinione pubblica e la gente comune ai problemi dei non vedenti. Infatti spesso la gente, proprio perché non ci conosce, crede che i non vedenti non siano capaci di partecipare alle attività sportive. Hanno l'immagine di noi come persone chiuse in casa, sempre pronte a lamentarsi e a pietire. Vedendoci per strada, vedendoci gettati in mare con i nostri sudori e le nostre goliardie la gente ci chiedeva se fosse la prima volta, o se fossimo solo noi a fare dello sport. Ognuno di noi, ed in particolare Oronzo Capriglia, presidente della Fisd spiegava che i non vedenti abitualmente si cimentano in attività sportive e che esistono anche le paraolimpiadi, purché lo vogliano.
D. Se l'anno prossimo ci fosse una seconda edizione, Giovanni ci andrebbe?
R. Visto il successo della manifestazione e considerando che sono il detentore del titolo, insomma... sarei lì!