Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

torna alla visualizzazione del numero 6 del Corriere dei Ciechi

Numero 6 del 2017

Titolo: ITALIA- Crescere insieme... in Puglia e in Basilicata

Autore: Maria Panariello


Articolo:
"Il Corriere dei Ciechi" continua il suo viaggio nelle cinque aree coinvolte nel progetto "Stessa strada per crescere insieme". Nata dall'incontro dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti con il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi, l'iniziativa è finalizzata alla costituzione di un supporto psicologico ai genitori dei bambini e dei ragazzi ciechi, ipovedenti e videolesi pluridisabili.
Dopo aver analizzato la realtà territoriale di Campania e Calabria nel numero di aprile, e raccontato il Progetto in Piemonte sul numero di maggio, questa volta facciamo tappa nell'area Puglia-Basilicata, dove il 20 maggio scorso il progetto è stato presentato alle famiglie del barese. A coordinare i lavori in questa zona, Maria Spizzico.

D. Dottoressa Spizzico, quando si è approcciata per la prima volta al mondo della disabilità visiva?
R. Ho iniziato a conoscere questa realtà verso la fine dell'Università, quando, per le ricerche bibliografiche della mia tesi, ho frequentato il Centro Educativo Riabilitativo per Videolesi "Gino Messeni Localzo", in provincia di Bari. Dopo la laurea in Psicologia, mi sono poi iscritta ad un corso sull'ipovisione e da lì, nel 2003, mi hanno affidato una docenza e poi altri insegnamenti nel campo della formazione per adulti videolesi nel Centro Diurno del Messeni, attualmente un centro rieducativo per adulti con pluridisabilità. Dopo qualche anno di attività, mi è stato affidato anche l'incarico dei parenti dei bambini che venivano a fare interventi riabilitativi. Nel frattempo ho lavorato con l'UICI nell'ambito dell'inserimento lavorativo e ho seguito un progetto per anziani non vedenti. In seguito mi sono state affidate anche alcune docenze IRIFOR.

D. Per una persona come lei, che ha una così grande esperienza, cosa rappresenta "Stessa strada per crescere insieme"?
R. Parlo da persona che ha operato a 360 gradi con utenti di tutte le età e a contatto con molte forme di disabilità. Quando ho saputo di questo progetto, ho tirato un sospiro di sollievo. Ho pensato subito che giovani e meno giovani avrebbero finalmente avuto a disposizione una rete di professionisti specializzati, in grado di fornire risposte quantitative e qualitative ottimali. Nei miei anni di lavoro al Centro Messeni infatti, avevo potuto riscontrare che la domanda di aiuto, consapevole o inconsapevole, fosse molto più alta delle possibili risposte.

D. E questo perché succedeva secondo lei, dottoressa?
R. Per un problema di competenze. Voglio dire, uno psicoterapeuta che ha dei titoli non è detto che sia pronto ad operare nel campo della videolesione, che è un vero e proprio universo. Se non hai un'esperienza ravvicinata con questo settore, è un mondo che non esiste. Io lo chiamo un "universo parallelo".

D. Qual è la difficoltà maggiore per le famiglie che hanno a che fare con una persona con disabilità visiva?
R. La difficoltà maggiore sta nell'accettazione della disabilità. Ciò che è noto rende più sicuri, mentre ciò che è diverso mette in allerta. Mette l'individuo in uno stato di perturbazione interna, allora spesso è meglio negare. L'intolleranza ha una risonanza sociale ma l'origine è di natura psicologica. Quando però la famiglia cerca sostegno presso l'UICI, accetta le offerte di aiuto che gli possono essere date, vuol dire allora che è sulla buona strada per l'accettazione.

D. Quante sono le persone che lavorano con lei al progetto e come si rapporta a loro?
R. Siamo diciotto. Tredici in Puglia e cinque in Basilicata. I due gruppi si muovono con molta autonomia rispetto al territorio, alle risorse e alle istituzioni.

D. Che tipo di formazione hanno i suoi colleghi?
R. Le persone che sono state selezionate hanno tutte esperienza nel campo della disabilità. Vedo molta competenza, sebbene io conosca da poco il team. Ma questo mi tranquillizza e sicuramente semplifica moltissimo il mio compito di coordinatrice.

D. Com'è stato l'approccio del gruppo di lavoro all'area Puglia-Basilicata?
R. Abbiamo cercato di creare innanzitutto una microrete, coinvolgendo colleghi, figure istituzionali, UICI e rappresentanti dei genitori. Sicuramente, rispetto all'ambiente da cui provengo io, quello del Centro Messeni di Bari, una vera eccellenza italiana e del sud, esistono zone più depresse. Nelle zone più periferiche, in cui c'è da fare sicuramente di più, cerco di non dimenticare mai l'esperienza che ho acquisito a Bari e i grandi passi in avanti che sono stati fatti nel capoluogo pugliese.

D. Cittadinanza e istituzioni. Che risposta ha trovato rispetto al progetto?
R. Io non ho trovato grandi problemi. Lo hanno accolto tutti con grande entusiasmo. Per ora non ho ancora visto il passaggio dalla teoria all'azione, questo sì. Ma lo scambio c'è stato e continua ad esserci. Un reale riconoscimento del valore del sostegno psicologico.

D. Sabato 20 maggio a Bari c'è stato l'evento di presentazione di "Stessa strada per crescere insieme" alle famiglie. Com'è stato accolto?
R. È stato un momento molto importante. Certo, ci aspettavamo una maggiore partecipazione delle famiglie, ma quelle presenti sono state molto propositive. Dobbiamo lavorare per aggregarne sempre di più e abbattere questo muro, suscitando il desiderio alla partecipazione. In quella sede, abbiamo fatto una raccolta dei bisogni e quindi accolto proposte. Tra le varie, è emersa ad esempio quella di costituire un gruppo di automutuo aiuto, sul modello degli Anonimi Alcolisti; organizzare incontri a tema, come sul "dopo di noi"; processi di socializzazione delle famiglie, e così via.

D. In termini operativi, cosa accadrà nei prossimi mesi nel territorio che lei coordina?
R. Ci siamo incontrati a maggio a Brindisi per analizzare le problematiche e confrontarci. Il 13 giugno ci sarà la prossima riunione e spero che si passi finalmente all'azione. Io supervisionerò il lavoro, è questo il mio compito.

D. Cosa spera per il futuro?
R. Spero che le famiglie comprendano che non sono sole, che diventi naturale per loro chiedere aiuto, perché ne hanno tutto il diritto. E poi spero che, una volta chiesto, possano trovare sempre chi dia loro delle risposte adeguate.



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida