Numero 5 del 2017
Titolo: STORIE- Sul tetto del mondo
Autore: Michele Novaga
Articolo:
Dario Sorgato: Per colorare il mondo di giallo sfido me stesso fino alle pendici dell'Himalaya
Camminare fino alle pendici dell'Himalaya per colorare di giallo il mondo: è questa l'impresa portatrice di un grande messaggio di Dario Sorgato, 39enne designer padovano che ha voluto andare oltre le sue possibilità e camminare fino ai 5000 metri del campo base del monte più alto del mondo.
Andare oltre i propri limiti per raggiungere un obiettivo è una sfida che ognuno di noi, disabile o normodotato che sia, in cuor suo sogna di fare. Per dimostrare a se stesso qualcosa oppure per dimostrarlo agli altri magari sensibilizzandoli su un determinato tema. È questo il significato dell'impresa di Dario Sorgato che emerge dopo un piacevolissimo colloquio che "Il Corriere dei Ciechi" ha fatto con l'ideatore di Yellow the World - coloriamo il mondo di giallo - via skype con la sua abitazione di Berlino, la città dove vive e lavora da sei anni. Non una campagna virale per drogati di social, ma una vera e propria sensibilizzazione su una problematica, come quella degli ipovedenti, che affligge nel mondo oltre 290 milioni di persone. "Yellow the world non è nata solo con un'idea di marketing o come campagna virale, ma di base c'è un intento di utilità. Anni fa organizzammo come associazione Noisy Vision un workshop di una settimana per 16 ipovedenti di tutta Europa intitolato Visionary Europe esplorando Berlino in lungo e in largo e il cui tema era l'accessibilità. In seguito a questo ci siamo ritrovati anche a Helsinky nel 2014 e abbiamo sezionato la capitale finlandese mettendo degli adesivi gialli sui semafori o sui corrimani. Purtroppo il grigio dei pali o dei panettoni per noi ipovedenti sono dannosi e costituiscono un problema. Se invece fossero gialli sarebbero più visibili all'occhio e più facili da individuare. Colorare di giallo il mondo può essere un metodo poco invasivo e costoso e molte amministrazioni comunali potrebbero farlo per dimostrare un'attenzione all'accessibilità. Come avviene in Perù dove praticamente in ogni luogo, i marciapiedi hanno il bordo giallo, cosa che impedisce a noi ipovedenti di cadere o di inciampare ma che banalmente ci consente anche solo di individuare le pendenze". E come si vede nel film documentario che è stato prodotto per raccontare i 12 giorni di cammino per arrivare al campo base dell'Himalaya (che si può vedere sulla piattaforma Vimeo.com acquistandolo a 4 euro), di questi adesivi uguali al pollice alzato dei like delle pagine Facebook, Dario ne ha posizionati tanti anche sulle nevi del Nepal a simboleggiare una valanga gialla che scende dall'alto per invadere le città. "In Nepal ero solo con una guida e un porter locale perché ho necessità di vedere ogni passo di chi mi precede, per vedere il terreno, il fango, i gradini, i rami. Ogni ostacolo mi doveva essere segnalato dato che io vedo solo in mezzo e ho un ridotto campo visivo", racconta Dario aggiungendo anche qualche aneddoto curioso. "Una volta, per isolarmi e vivere meglio la simbiosi con la natura, ho provato ad indossare gli auricolari con la musica però sono caduto tre volte in pochi minuti. Meno male che quando sono andato in un bagno di quelli di legno con la porta e poi praticamente subito la fossa biologica (chiamiamola così), sono stato più attento: se non avessi fatto attenzione e avessi camminato un solo mezzo passo in più dopo lo stipite, sarei finito dentro i liquami come nel film The Millionaire". Ma durante il percorso, Dario racconta che non sono mancati i momenti di difficoltà: "A causa dell'altura, della fatica e probabilmente anche del mio problema di retina, durante le camminate la vista ha cominciato ad annebbiarsi e sono dovuto andare due volte dal dottore attraversando una montagna solo per raggiungerlo. In entrambi i casi mi è stato suggerito di tornare indietro: lì per lì sono stato combattuto e non ho seguito i medici ma il mio istinto proseguendo verso l'alto. Un problema in più è stato l'udito dato che, a causa della Sindrome di Usher, ho anche il problema della sordità e in viaggio mi ero portato delle protesi di riserva e non quelle che uso di solito a casa perché costano un occhio della testa e avevo paura di danneggiarle". Poi finalmente l'arrivo: cosa si prova a raggiungere un traguardo come il campo base dell'Himalaya a oltre 5000 metri? "Mi sono detto che ne era valsa la pena venire fino a qui e ci sono stato diverse ore immedesimandomi nel paesaggio e camminando da solo. Ho visto il treno degli yak che portavano su i viveri: ero solo lì, non c'erano altri turisti. Una scena tutta mia come quella dei cristalli di ghiaccio che vedevo sciogliersi davanti a me al sole. Ma soprattutto in quel traguardo ho visto il completamento di tutti i miei sforzi fatti nei mesi precedenti per preparare quel viaggio". Poi Dario, che lo scorso anno ha organizzato anche una bella camminata di 120 chilometri scavallando gli Appennini da Bologna a Firenze lungo al Via degli Dèi in compagnia di 12 ragazzi ipovedenti e non vedenti, ci parla dei prossimi appuntamenti e delle prossime sfide. "Oltre al tour per l'Italia di maggio in cui presento il docu-video della camminata sugli Appennini di cui parlavo poc'anzi (vedi dettagli nel box) a giugno andrò a Reykyavik per colorare di giallo anche la capitale dell'Islanda: lì faremo un workshop con un gruppo di ipovedenti provenienti da tutta la Scandinavia e poi andremo in giro per la città a tingerla di giallo e a riempirla di manine col pollice alto. Mentre a luglio salirò al cratere dell'Etna per un'iniziativa realizzata con Massimiliano Salfi, padre di due bambini non vedenti per i quali ha inventato un dispositivo per aiutarli ad interagire con la realtà, per una tre giorni di cammino alle pendici del vulcano". Prima di congedarci chiediamo a Dario se la sua campagna oltre ad essere un modo per sensibilizzare il pubblico sulle tematiche della disabilità visiva, sia anche un modo per spronare le persone a muoversi e a non chiudersi nel loro mondo. "Sì è così ma purtroppo molti si chiudono in se stessi e vivono di speranze. Inutile piangersi addosso: io sono per investire oggi e vivere le cose adesso. E lo dico sia ai disabili che ai normodotati perché le mie campagne invogliano tutti a fare delle cose per vincere le pigrizia e vivere con passione avendo dei sogni, delle speranze".
"Anche agli dei piace giallo"
"Anche agli dei piace giallo" è il titolo del tour che Dario Sorgato insieme a Donato Di Pierro di Retina Italia onlus compirà dall'11 al 25 maggio 2017 in varie città d'Italia. Un percorso a tappe a bordo di un camper per proiettare il suo documentario sulla camminata che nel 2016 ha effettuato insieme a un gruppo di 12 disabili visivi per 120 chilometri sulla Via degli Dèi tra Bologna e Firenze. Un tour per sensibilizzare il pubblico avvicinandolo alla campagna Yellow the World, coloriamo il mondo di giallo, che il designer padovano da anni porta avanti. Dopo Parma, Brescia, Firenze e Bologna il 20 maggio, Dario parlerà al pubblico della Libreria Feltrinelli di piazza Duomo in un evento al quale il Comune di Milano ha voluto offrire il suo patrocinio. "Desideriamo offrire agli altri la possibilità di vivere un'avventura che ha già qualcosa di straordinario, dato che non potrà essere altro che... divina!", chiosa Dario Sorgato.