Numero 5 del 2017
Titolo: TECNOLOGIA- + ability + lab
Autore: Carmen Morrone
Articolo:
La collaborazione fra il Politecnico di Milano e le persone con disabilità
È grande poco più di una macchina per il caffè e costa poche centinaia di euro e sarà sempre più presente nelle nostre case. La stampante 3D fa cose, soprattutto quelle che non sono in commercio. Per questo è utilissima quando si ha bisogno di un ausilio personalizzato. Lo sanno bene le persone non vedenti che già la stanno utilizzando. Da tre anni è in corso una collaborazione fra il Politecnico di Milano e le persone con disabilità sensoriali e motorie. Il progetto si chiama + ability ed è svolto al +lab, il laboratorio di stampa 3d del Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e la tecnologia dei materiali dell'Unità di ricerca del Politecnico di Milano diretto dalla professoressa Marinella Levi all'interno del Dipartimento di chimica materiali e ingegneria Chimica "Giulio Natta". Lo scorso anno sono stati realizzati alcuni oggetti creati da e per le persone non vedenti. "Una delle caratteristiche del progetto + ability è che le persone con disabilità partecipano alla creazione degli oggetti" dice Marinella Levi. "Sono loro gli ideatori: insieme ai tesisti e ai ricercatori del +lab, seguono passo dopo passo tutto lo studio del prodotto, dalla idea alla sua realizzazione pratica. Quella del nostro laboratorio è infatti una progettazione partecipata".
+ lab è una fucina di nuove idee e di nuovi prodotti che vanno al di là del design for all perché ha aperto la strada del design by each for each.
Una dei progettisti di + ability è stata Laura Tosetto, non vedente, 18 anni, di Busto Arsizio (Varese), studentessa del 5° anno del liceo in scienze umane. Laura è una grande appassionata delle materie scientifiche e ama lo sport: ha praticato atletica leggera e ora tira di scherma per la società Propatria di Busto Arsizio. Laura racconta la sua esperienza che sta diventando una tesina che presenterà all'esame di maturità fra poco. "Nel 2015 ho partecipato a un workshop sulle nuove tecnologie che si è tenuto all'Istituto dei Ciechi di Milano. Fra le innovazioni proposte, c'erano i modellini dei monumenti principali della metropoli lombarda, come il Duomo, il teatro Alla Scala realizzati con la stampante 3d da parte del +lab del Politecnico di Milano diretto dalla professoressa Levi. L'intervento della professoressa fu molto interessante perché mi fece intravedere le potenzialità che la stampante 3d poteva avere nella mia vita. Alla fine del convegno chiesi alla professoressa come avere informazioni sul laboratorio e sulle stampanti e l'opportunità di visitare il + lab sarebbe accaduta poco giorni dopo in occasione dell'open day del Politecnico di Milano. Alla prof e ai suoi ricercatori chiesi se era possibile fare un'esperienza nel loro laboratorio per capire più da vicino il funzionamento della stampante 3d e nacque così un rapporto di collaborazione fra la mia scuola e il + lab grazie a un progetto di alternanza studio-lavoro previsto dalla nuova normativa scolastica".
"Ai ricercatori e alla prof. Levi sottoposi un mio problema: la lettura degli spartiti musicali. Suono pianoforte e batteria e utilizzo quotidianamente gli spartiti in braille che utilizzano una grammatica tutta loro. Quindi prima si deve imparare a leggere e a scrivere la musica e poi si deve imparare il linguaggio braille musicale o viceversa. Insomma una gran fatica. E mi chiedevo come si potesse migliorare questa situazione. Quando ascoltai le caratteristiche della stampante 3d mi chiesi se si potessero realizzare spartiti a rilievo" continua Laura. "In sostanza spartiti per vedenti dove pentagramma, note, chiavi, misure e così via, fossero stampate in rilievo. Così da poterle leggere al tatto. La realizzazione di un pentagramma del genere avrebbe facilitato la lettura e lo studio della musica".
La sfida fu accettata. "Lo spartito in rilievo è stato realizzato" racconta Laura. "Rispetto allo spartito per vedenti sono state apportate due modifiche: le note non sono rotonde ma rettangolari e la misura del rettangolo varia in base alla durata della nota stessa. Non lo ha stampato una stampante 3d ma uno speciale plotter che si usa in editoria. È stata esclusa la stampante 3d per via del fatto che la stampante usa un filo di plastica che non si prestava a fare soltanto il rilievo". Il pentagramma in rilievo è un prototipo. "Il lavoro che è stato svolto al + lab dimostra che si può fare" considera Laura. "Il progetto va continuato perché si possa arrivare a una pubblicazione di spartiti con queste caratteristiche". Non solo. "L'esigenza di migliorare la lettura della musica è molto sentita fra le persone non vedenti, da qualche anno si sono moltiplicati gli sforzi in questo senso, e si sperimentano sempre nuovi approcci. Rispetto alla nostra stampa in rilievo, ad esempio, si sta affacciando l'ipotesi di uno studio delle tracce audio per una trascrizione diretta da musica a segni. All'immaginazione ma soprattutto alla creatività non c'è limite".
Questa esperienza di Laura al + lab ha aperto la strada alla realizzazione di altre idee. Come ad esempio, il gancio tascabile per il bastone bianco. "Quando ci sediamo al tavolino di un bar non sappiamo dove mettere il bastone, salvo chiuderlo e riporlo in borsa. Per averlo sempre a portata di mano, spesso lo teniamo allungato e lo appoggiamo a terra, sotto al tavolino. Quando lo vogliamo riprendere, spesso dobbiamo cercarlo". Da qui un'intuizione. "Il nostro obiettivo era quello di creare qualcosa per appoggiare il bastone e per ritrovarlo facilmente. Ecco l'idea di un porta bastone tascabile da appendere al bordo dei tavoli in qualunque posto ci si trovi". Al + lab è nato anche lo spalma-nutella. Poteva chiamarsi spalma crema o spalma marmellata, ma spalma-nutella è proprio il nome dato dalla persona che ne aveva bisogno perché, come si diceva, il grande valore della stampante 3d è quello di costruire oggetti personalizzati, personali, direi. Si tratta di un alloggiamento in cui si mette la fetta di pane o la fetta biscottata. In questo modo la fetta ha confini ben marcati. Sulla fetta si mette la crema, poi con la spatolina, appartenente al kit, la si spalma in maniera omogenea grazie alle guide.
La realizzazione che a Laura sta più a cuore è la stampante Zetamezzi, un termine tecnico che sottolinea un must del + lab: zero risorse finanziarie, ma tanta genialità. Dalla costruzione di cose, siamo passati alla realizzazione di un apparecchio. Laura appassionata delle materie scientifiche conosce la grande difficoltà a comprendere i grafici. "Ce li facciamo raccontare" spiega, "poi ognuno di noi ha modalità di apprendimento personalizzate, chi si fa fare modellini, chi utilizza altri linguaggi. In ogni caso manca una traduzione dei grafici pronta per essere utilizzata da tutti in maniera autonoma. L'indipendenza è uno dei valori, essere indipendenti nella vita quotidiana segna la qualità della nostra vita". Il + lab ha realizzato la stampante per grafici. "Si tratta di un prototipo, uno studio e una realizzazione nata per essere una tesi di laurea magistrale di Cristian, uno degli studenti del Polimi" precisa subito Laura. "È un mix fra la stampante 3d e la stampante Braille. Stiamo ancora perfezionando alcuni aspetti per migliorare il prototipo".
Dalla progettazione alla manuale realizzazione per la giovane e talentuosa Laura il passo è stato brevissimo. Laura, infatti, non ha partecipato solo alla fase di progettazione, ha contribuito direttamente a realizzare gli oggetti. Laura, dopo qualche giorno, ha imparato a usare la stampante 3d in maniera autonoma. Questo è altro valore importante dell'esperienza al + lab. "Le stampanti a disposizione del + lab non sono accessibili ai non vedenti. Ad esempio non hanno comandi vocali o pulsanti con scritte in Braille. Questo impedisce di utilizzare i menù. Mi dicono che non sono prodotte. Non sono ancora prodotte, mi sento di precisare. Perché avere stampanti accessibili aumenterebbe i clienti di questi apparecchi". Laura spiega come ha imparato a utilizzare la stampante 3d. "Grazie alla guida fatta dai miei tutor, i tesisti, i ricercatori, i docenti, alla fine dello stage, riuscivo a cambiare il filo. Abbiamo messo qualche etichetta braille sull'apparecchio, ma per il resto riconoscevo le diverse parti meccaniche al tatto". Le sorprese continuano. Al + lab arriva un'altra persona non vedente, Vincenzo Rubano molto interessato agli aspetti informatici, di programmazione del relativo disegno legati alla stampa 3d. È Laura ad illustragli la stampante 3d: come funziona, quali sono le sue caratteristiche e potenzialità; e insegna a Vincenzo come utilizzarla e come... cambiare il filo.
"Lo scorso anno Laura ha iniziato a collaborare con il progetto + ability del + lab svolgendo un periodo di alternanza scuola-lavoro" ricorda Marinella Levi, direttrice del + lab. "Per qualche settimana Laura ha condiviso il suo tempo e le sue abilità con designer e ingegneri, maker e architetti, studenti e ricercatori. Da noi Laura ha imparato cosa vuol dire progettare, modellare, produrre e costruire. Noi abbiamo imparato da lei che fare tutto questo anche senza vedere è possibile. + ability è un progetto fatto di storie, idee, e progetti" continua la Levi. "Tutti diversi, fatti con abilità diverse: quelle dei progettisti, dei designer e delle persone con esigenze particolari, fra queste le persone con condizioni di inabilità fisica temporanea o permanente. Con loro si progettano e realizzano cose utili per migliorare la vita quotidiana. Spesso un ausilio pensato per un determinato periodo va cambiato nell'arco di qualche mese perché le esigenze sono nel frattempo mutate. La cosa bella del + ability e del + lab è che promuove il fare, e come recita il nostro claim: il fare è di tutti". La stampa 3d esalta il fare, la creatività. La prof Levi racconta questo affascinante episodio. "Samantha Cristoforetti la conoscete tutti" dice. "Ecco, qualche mese fa, come tutti sappiamo, lavorava sulla stazione spaziale nella cui dotazione c'era una stampante 3d. A cosa serviva? Le stazioni devono sempre fare i conti con il loro peso: ovviamente più sono leggere, meglio è. La stampante 3d è servita a stampare solo gli oggetti realmente da usare. Non è stato più necessario portare dalla Terra tutto il set di "svita-bulloni". Quando si è dovuto svitare un determinato tipo di bullone, dalla Terra è stato inviato il disegno di un cricchetto che è stato stampato a bordo in breve tempo". Quella di Laura è solo una delle tante esperienze che stanno accadendo al + ability e al + lab. "Alcune sono state promosse e sostenute da sponsor, come ad esempio case farmaceutiche" conclude la Levi. "Questo ha permesso di avviare progetti anche solo per dimostrare la fattibilità di un prodotto. Abbiamo decine e decine di persone con idee promettenti, ci mancano i denari per dare un contributo ai ricercatori, per acquistare materiali. I fondi non possono essere occasionali o legati solo a un progetto".