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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 1 del 2017

Titolo: ITALIA- Napoli tra le mani

Autore: Ida Palisi


Articolo:
Un protocollo tra musei, università, luoghi d'arte e associazioni con l'obiettivo di "superare tutte le barriere"
La tentazione di mettere una mano sul fondoschiena più bello dell'antichità viene a tutti, e senza malizia: riprodotta da un anonimo all'epoca dell'imperatore Adriano nell'atto di sollevare il peplo per scoprire i fianchi e le natiche, la Venere Callipigia conservata nel Mann, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, è uno dei capolavori più ammirati della collezione Farnese ed è entrata d'ufficio nella rosa delle opere d'arte che il museo riprodurrà in formato tridimensionale, in modo che tutti possano toccarle e capire come sono fatte. È parte del contributo che il Mann dà al progetto "Napoli tra le mani" nato nel dicembre 2013 e rinnovato lo scorso dicembre con un protocollo d'intesa tra musei, università, luoghi d'arte e associazioni con l'obiettivo di "superare le barriere culturali, architettoniche, sensoriali e della comunicazione e diffondere le buone pratiche nella gestione e fruizione dei beni culturali per favorire l'inclusione e la partecipazione delle persone con disabilità". Un tema che vede l'Archeologico - uno dei musei più importanti d'Italia - in prima linea da tempo e con maggiore energia da quando (poco più di un anno) è diretto da Paolo Giulierini che dell'accessibilità a tutto tondo ne ha fatto un must strategico per il rilancio del Mann quale luogo aperto alla città: "un museo nazional popolare che sia il museo di tutti", dice.
"Già da qualche anno - spiega il direttore Giulierini - la didattica era aperta ai non vedenti con le visite guidate tattili. Ora il tema è di strutturare l'offerta in un quadro non occasionale ma continuativo: una quota dei finanziamenti Pon è stata destinata alla realizzazione dei prototipi 3D delle principali opere del museo, così potremo trovare, accanto agli originali, le riproduzioni che consentiranno di toccarle e di rendersi conto di come è fatta l'opera completa. Naturalmente quando non è possibile riprodurla a dimensioni reali, come nel caso dell'Ercole Farnese (alto oltre tre metri, ndr.) la faremo riprodurre a scala inferiore, avvisando il visitatore".
"Per offrire un quadro completo della collezione del Mann - prosegue il direttore - abbiamo selezionato trenta capolavori tra statuaria e pittura e, dopo le riproduzioni tridimensionali che saranno utili per tutti i visitatori e non solo per i non vedenti, ci concentreremo sulla realizzazione di app tecnologiche che forniranno una sorta di riassunto del nostro museo". Anche i mosaici pompeiani, tra cui quello famosissimo di Alessandro Magno e della battaglia di Isso, come le principali pitture parietali che vengono dall'aerea vesuviana, saranno riprodotti in 3D e, una volta predisposti i prototipi, il Mann si avvarrà della consulenza del vicino Istituto Paolo Colosimo, in modo da testare la fruibilità delle riproduzioni per i non vedenti.
"Il tema dell'accessibilità è uno dei cardini strategici del Mann - dice ancora Paolo Giulierini - e per l'apertura al maggior numero di visitatori possibile, impone una semplificazione dei contenuti. Così anche il nuovo sito internet del museo sarà attrezzato per la lettura dei non vedenti. È un progetto globale su questo tema: nel giro di due anni avremo sia la parte classica di offerta tattile che quella tecnologica, con app che consentono di descrivere ancora meglio ciò che viene esplorato tattilmente". Al percorso tattile si affiancheranno le icone didascaliche e la guida in braille delle opere che sarà disponibile all'ingresso del museo, ed è in programma anche la realizzazione di un apparato di audio guida specializzata di fruizione dell'opera. Il Mann è il primo museo napoletano che entro il 2018 si renderà accessibile ai non vedenti in maniera così strutturata, "con l'accortezza - spiega il direttore - che alla fine non sia un'offerta ghettizzata ma che possa servire a tutti perché il sogno è di poter far toccare anche i vedenti. Il coronamento di questa proposta di fruizione accessibile sarà l'offerta sensoriale nei giardini storici, dove abbiamo numerose essenze che si riferiscono al recupero di giardini ottocenteschi o romani. Sarà possibile con l'olfatto annusare le essenze che potevano percepire gli abitanti di Ercolano e Pompei".
Sedici in tutto i luoghi di cultura che sono interessati dal progetto "Napoli tra le mani": oltre al Museo Archeologico Nazionale, il Duomo e la Cappella del Tesoro di San Gennaro, la Certosa e il Museo di San Martino, Castel Sant'Elmo, il Museo Storico Archeologico di Nola, il Museo Archeologico dell'Antica Calatia di Maddaloni, Palazzo Reale, il Museo e il Real Bosco di Capodimonte, Villa Pignatelli, Villa Floridiana e il Museo Duca di Martina, l'Orto Botanico, il Tunnel Borbonico, le Catacombe di San Gennaro e la Basilica di Santa Maria della Sanità.
"Sia le Catacombe di San Gennaro che quelle di San Gaudioso sono visitabili - spiega il presidente della cooperativa La Paranza che le gestisce, Giovanni Maraviglia - per i non vedenti che possono usufruire della visita guidata come gli altri visitatori, ascoltando la descrizione dei luoghi e, al tempo stesso, toccare le principali strutture architettoniche e alcune forme di tomba scavate nel tufo, come i famosi arcosoli (le sepolture, caratteristiche delle catacombe, costituite da un'area sepolcrale incassata nella parete e sormontata da una nicchia, ndr.)". Al gruppo di artisti del rame "Iron Angels" nati da una costola della Paranza, la cooperativa ha commissionato le riproduzioni in bassorilievo su lastra dei principali affreschi presenti nelle Catacombe di San Gennaro, in modo da consentire ai visitatori non vedenti di conoscerne le forme. "Abbiamo chiuso l'anno registrando ottantamila visitatori, tra cui ci sono stati visitatori singoli non vedenti e gruppi organizzati provenienti da tutta Italia. Uno dei nostri obiettivi da sempre - conclude Maraviglia - è quello di rendere le catacombe sempre più fruibili per le persone con disabilità sia sensoriale che di altro tipo".
La continuità del progetto, sancita dal protocollo d'intesa, è garantita almeno per un anno: esplorazioni tattili per non vedenti, linguaggio dei segni per i non udenti e accompagnamenti personalizzati per persone con disabilità motorie sono i cardini di "Napoli tra le mani", realizzato dall'Università Suor Orsola Benincasa in collaborazione con le tre soprintendenze napoletane (quella per i Beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per Napoli e Provincia, quella speciale per i Beni archeologici di Napoli e Pompei e quella speciale per Polo Museale della città di Napoli), alcuni dei più prestigiosi luoghi d'arte della città e le associazioni che si occupano di persone con disabilità. "L'obiettivo della Rete "Napoli tra le mani" - spiega Ornella De Sanctis, delegata dal rettore del Suor Orsola alla disabilità - è quello di garantire a ogni cittadino la possibilità di accesso e di fruizione del patrimonio archeologico e storico-artistico, nel rispetto del principio della "visitabilità", sancito dalle Linee Guida per il superamento delle barriere architettoniche nei luoghi di interesse culturale". Il progetto vuole consentire a tutti di ricomporre la storia della città, dalle origini greco-romane fino a metà del Novecento, e conoscerne il suo prezioso patrimonio, mettendo in campo un'ampia azione di diffusione della cultura e per i non vedenti parte dalla possibilità di effettuare visite nei luoghi d'arte con itinerari tattilo-narrativi.
"Sicuramente sono aumentate le possibilità per i non vedenti di usufruire dei beni culturali - commenta il presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti della sezione provinciale di Napoli, Mario Mirabile - ed è un passo importante verso l'inclusione che rende Napoli più accogliente ma credo che non basti, bisogna fare uno sforzo maggiore per cambiare culturalmente. Occorre fare in modo che i luoghi d'arte non si visitino solo in giorni determinati della settimana ma siano sempre accessibili ai non vedenti. Dobbiamo arrivare al punto che una persona non vedente si possa recare nel museo scelto e visitarlo al pari degli altri". Il presidente dell'Uici di Napoli insiste sulla necessità di formare il personale dei musei all'accoglienza dei non vedenti: "Il protocollo è stato firmato quindici giorni dopo l'inaugurazione del percorso "Pompei per tutti" dove è stato fatto un bel lavoro e un grande sforzo con la Fish per far comprendere cosa è giusto o meno fare per l'accessibilità: più che mettere chilometri di percorsi tattilo plantari in un sito archeologico come era stato paventato in un primo momento, occorreva realizzare mappe tattili e formare delle guide adatte per l'accoglienza. La formazione è essenziale: anche alla firma del protocollo a Villa Pignatelli sono accaduti diversi equivoci con gli uscieri - dal dove parcheggiare l'auto a quale bagno accedere - che non erano preparati alla disabilità visiva. Io ci rido su però credo che tanti turisti stranieri, abituati a standard diversi, queste cose non le prendano bene".
"Il progetto tuttavia - conclude Mirabile - è da apprezzare soprattutto per la rete che crea, mettendo insieme associazioni ed enti museali: si collabora sia nella produzione di audio guide che per le stampe in braille, e per l'adeguamento di un determinato sito si chiede la collaborazione alle associazioni che sono competenti. Grazie al protocollo lavoriamo insieme per rendere fruibili e accessibili i vari siti. L'Univoc si occuperà dei volontari che possono dare una mano nell'accoglienza e nell'accompagnamento, noi dell'Uici sia di diffondere la rete attraverso i nostri canali, facendo da tramite se ci sono gruppi di non vedenti di altre città, sia dando un contributo nella fase di consulenza e poi di collaudo per l'accessibilizzazione dei siti. Al Mann ad esempio diamo una mano anche a scegliere le opere da toccare e accompagniamo le persone in questo processo di accessibilità".

Al Protocollo della Rete "Napoli tra le mani" rinnovato il 16 dicembre 2016 partecipano: Università degli Studi "Suor Orsola Benincasa" di Napoli (Servizio di Ateneo per le Attività degli studenti con Disabilità); Museo Archeologico Nazionale di Napoli; Museo e Real Bosco di Capodimonte; Polo Museale della Campania (Palazzo Reale, Villa Pignatelli, Museo Duca di Martina, Certosa e Museo di San Martino, Castel Sant'Elmo, Museo Storico Archeologico di Nola, Museo Archeologico dell'antica Calatia di Maddaloni); Orto Botanico dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II"; Cappella del Tesoro di San Gennaro; Museo del Tesoro di San Gennaro; Cooperativa sociale onlus "La Paranza" (Catacombe di San Gennaro e Basilica di Santa Maria della Sanità); Associazione Borbonica Sotterranea (Galleria Borbonica); Disabled People's International (DPI- Italia Onlus); Associazione "Comitato Territoriale D.P.I. della Campania"; Ente Nazionale Sordi Consiglio Regionale della Campania; Federazione Italiana Superamento dell'Handicap- Regione Campania; Tutti a scuola Onlus; Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus sezione provinciale di Napoli; Unione Nazionale Italiana Volontari pro-ciechi sezione provinciale di Napoli.
Il Protocollo d'Intesa, come sancito dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, oltre che dalla Costituzione Italiana (art. 3 e art.9), impegna le parti coinvolte a collaborare per il miglioramento delle condizioni di accesso al patrimonio archeologico, storico-artistico e architettonico della Città di Napoli attraverso itinerari attenti alle esigenze di tutti i visitatori e dunque finalizzati alla diffusione di una cultura dell'inclusione. Il progetto non ha ricevuto in questi anni alcun finanziamento eppure non ha eguali per la sua continuità.



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