Numero 7-8 del 2016
Titolo: MEDICINA- Il killer della vista
Autore: Maria Panariello
Articolo:
Una ricerca esplora la relazione tra glaucoma e malattie neurodegenerative
Che cosa causa il glaucoma? Il processo neurodegenerativo è limitato soltanto al sistema visivo? E che rapporto esiste tra questa patologia e la malattia di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Parkinson?
Nella signorile cornice della Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini" di Roma, mercoledì 15 giugno, si è tenuta la presentazione dei risultati della ricerca scientifica su "Glaucoma e neurodegenerazione. Una frontiera da esplorare", condotta dai proff. Paolo Prezzotti e Nicola De Stefano, del Dip. Scienze Mediche, Chirurgiche e Neuroscienze dell'Università di Siena.
La ricerca, finanziata dall'I.Ri.Fo.R., tende a svelare alcuni aspetti clinici e terapeutici del glaucoma (GPAA), seconda causa di cecità irreversibile in tutto il mondo per l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), e a fare luce sui suoi risvolti neurodegenerativi, rimasti finora inesplorati.
Di fronte ad una sala gremita, i presidenti delle principali associazioni nazionali di rappresentanza dei ciechi e degli ipovedenti hanno sottolineato all'unanimità la rilevanza della ricerca scientifica come strumento di prevenzione, specie in una patologia come il glaucoma, che si presenta asintomatica nella fase iniziale e ha aspetti clinici molto diversificati. In Italia ne soffre circa un milione di persone, ma un individuo su due ancora non lo sa. Nel mondo invece si stima che siano oltre 55 milioni i soggetti glaucomatosi: il glaucoma colpisce principalmente le persone di oltre 40 anni e soprattutto di sesso femminile.
Ma che cos'è il glaucoma?
Il prof. Frezzotti ha inaugurato la sessione scientifica dell'incontro, spiegando in un linguaggio molto semplice ai presenti che cos'è il glaucoma e i principali fattori di rischio: miopia elevata, malattie cardiovascolari, cefalea, etc.
Il glaucoma è una malattia oculare causata dall'aumento della pressione intraoculare. Alla base di questa disfunzione c'è un problema di natura per così dire "idraulica": il liquido presente nel nostro occhio, l'umore acqueo, che nei pazienti sani viene prodotto e riassorbito regolarmente, nei soggetti glaucomatosi invece trova un ostacolo nel defluire. Questo crea un innalzamento della pressione interna e il conseguente logoramento del nervo ottico, situato al centro della retina.
La ricerca
Ed è qui che si inserisce la ricerca dell'Università di Siena, che presto verrà pubblicata su Human Brain Mapping, prestigiosa rivista di settore. Studiando il cervello di persone affette da glaucoma attraverso diverse tipologie di risonanza magnetica, i proff. Frezzotti e De Stefano hanno dimostrato che non solo le vie ottiche, ma anche quelle collegate, sono coinvolte nel processo neurodegenerativo e che a subire il danneggiamento è in particolare la zona preposta alla memoria visiva. Da qui l'associazione della malattia glaucomatosa ad altre malattie neurodegenerative più diffuse, quali la malattia di Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica e la malattia di Parkinson.
Un piccolo studio pilota sulla risonanza magnetica per immagini (RMI) su 13 pazienti con glaucoma ha recentemente dimostrato modifiche cerebrali microstrutturali, atrofiche e funzionali all'interno e all'esterno del sistema visivo, dimostrando infatti che nel glaucoma, il processo neurodegenerativo potrebbe non essere limitato al sistema visivo, ma coinvolgere anche altri sistemi cerebrali come avviene in condizioni tipiche neurodegenerative.
Il prof. De Stefano si è soffermato su quanto l'uso di tecnologie avanzate di risonanza magnetica per immagini abbia dimostrato, di recente, l'alterazione della connettività cerebrale ed atrofia della materia grigia e del sistema visivo in soggetti glaucomatosi. Capire a quale livello fosse presente questa neurodegenerazione, se ad uno stadio iniziale o esclusivamente avanzato della malattia, è stato l'obiettivo di questa indagine scientifica. E la scoperta di simili cambiamenti cerebrali ad uno stadio già iniziale del glaucoma rende senza dubbio necessaria l'elaborazione di strategie diverse e più complesse nella gestione dei soggetti glaucomatosi.
La giornata
Intensificazione dell'attività di prevenzione, fondi e ricerca, questi i temi più cari a tutti i presenti in sala.
Ad aprire la giornata, Mario Barbuto, Presidente nazionale I.Ri.Fo.R. e Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (U.I.C.I), che ha posto l'indice sulla importanza dei fondi, pubblici e privati, per finanziare la ricerca scientifica, da supportare sempre e con maggiori sforzi: "Questo è un passo dal quale si può andare avanti. Come I.Ri.Fo.R. e U.I.C.I, non disponiamo di grandi mezzi ma di un patrimonio di credibilità istituzionale, e metteremo ben volentieri queste nostre risorse a disposizione per azioni di ricerca come questa".
Ma non può esserci ricerca senza collaborazione, dialogo e capacità di fare network da parte dei soggetti coinvolti. A puntualizzarlo è Giorgio Ricci, Presidente Regionale Toscana dell'IAPB, l'Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità, da sempre attivo in Italia e in Africa, specialmente in Burkina Faso, dove grazie all'impegno dell'Agenzia, potrebbe presto nascere il miglior polo ospedaliero dell'Africa subsahariana per la cura delle malattie dell'occhio. Ricci ha ringraziato la rete di agenzie di prevenzione e screening ed Istituti regionali e nazionali, che hanno supportato la ricerca dell'Università di Siena. Un tessuto sinergico pulsante, grazie al quale l'IAPB spera presto di tagliare il traguardo più atteso: capire chi ha la predisposizione per il glaucoma.
Durante l'incontro, l'intervento del Sottosegretario al Ministero della Salute, Vito De Filippo, ha portato il sostegno delle istituzioni agli autori della ricerca e alle associazioni presenti. De Filippo si è soffermato sulla difficoltà di fare indagini scientifiche in Italia, quando i fondi a disposizione sono così pochi o poco proporzionati rispetto al lavoro che bisogna svolgere. "La ricerca è uno dei grandi pilastri con cui il nostro paese dovrà fare i conti. Non possiamo permetterci di non avere fondi" ha detto il Sottosegretario, rinnovando tuttavia il suo impegno affinché il Ministero presti la dovuta attenzione a questo settore, così importante per tutti.
Ed è proprio ribadendo questa necessità, che il Consigliere Nazionale I.Ri.Fo.R., Massimo Vita, conclude l'incontro: "L'impegno dei ricercatori deve essere posto al centro dell'interesse civile e politico, perché solo così si pensa alle persone e a migliorare la loro vita". Bisogna lavorare sodo per prevenire le malattie dell'occhio, quindi non solo con le persone cieche e ipovedenti, ma anche con chi potrebbe diventarlo. Ma "chiunque voglia dedicarsi alla disabilità visiva, non può prescindere dall'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, perché sulle nostre spalle ci sono anni di impegno a favore della nostra categoria e di tutta l'opinione pubblica".