Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Il Progresso

torna alla visualizzazione del numero 6 del Il Progresso

Numero 6 del 2015

Titolo: Politica interna- Mattarella e le invasioni di campo di Napolitano

Autore: Keyser Söze


Articolo:
(da «Panorama» n. 21-2015)
«Due Papi, due presidenti»: da settimane è la battuta più di moda nel Palazzo. Magari anche la più maliziosa. Si riferisce al protagonismo (esasperato) del presidente emerito Giorgio Napolitano, contrapposto all'atteggiamento del suo successore Sergio Mattarella. Queste settimane sono piene di aneddoti, di scenette che messe insieme potrebbero fornire materiale per una gag. Ad esempio, per la ricorrenza del settantesimo della Liberazione il Nap ha bruciato sui tempi l'altro presidente, pubblicando una lunga lettera sul tema sul «Corriere della Sera» già il 19 aprile. L'attuale inquilino del Colle ha recuperato con una lunga intervista alla «Repubblica» il 25 aprile. Quel giorno il presidente emerito si è tenuto a distanza da ogni iniziativa ufficiale proprio per non creare problemi, trapela dal suo entourage, al capo dello Stato. L'incontenibile Nap si è però rifatto una settimana dopo, presenziando alla cerimonia di apertura dell'Expo: Mattarella ha preferito partecipare ad altre cerimonie a Roma lasciando al comitato organizzativo dell'Expo l'arduo compito di individuare un'altra data di rilievo per una visita. Ma non è finita qui: passa una settimana e il presidente emerito coinvolge un altro presidente emerito, Carlo Azeglio Ciampi, per una presa di posizione comune per il rilancio del processo d'integrazione europea in occasione del 65esimo anniversario della dichiarazione di Robert Schuman. Insomma, Nap e Ciampi tracciano il solco e Mattarella sta dietro. Tanto protagonismo naturalmente non piace a un personaggio come l'attuale capo dello Stato che ha fatto della sobrietà, della riservatezza, del silenzio uno stile di vita istituzionale. Ma il Nap, che nel suo vocabolario ha una ricchezza senza pari di formule per difendere l'indifendibile, si limita a dire a chi gli ha parlato: «Io voglio solo dare una mano». Frase ermetica, che potrebbe anche significare che a suo giudizio Mattarella dovrebbe esporsi di più, dovrebbe superare la sua attuale propensione al dosaggio degli interventi.
Un atteggiamento che non può non mettere in imbarazzo il presidente emerito, il quale appena pochi mesi fa occupava lo stesso ruolo. Il paragone che ne discende, voluto o non voluto, disturba l'ex capo dello Stato: da una parte Nap, presidente ultrainterventista meno che sul bilancio del Quirinale; dall'altra Mattarella, inquilino silenzioso e ascetico del palazzo, al punto di rinunciare a parte degli emolumenti della pensione. Una differenza di stile che ha creato anche qualche problema più squisitamente politico. Per esempio, prima di andarsene Napolitano aveva assicurato a Matteo Renzi la copertura alle sue forzature sull'approvazione dell'Italicum, anche sull'ipotesi fragorosa di porre la fiducia su una legge elettorale. Una garanzia post-mandato, quella di Napolitano, che ha posto Mattarella nell'imbarazzo di non poter scegliere una strategia diversa, più consona al suo stile prudente: ci potranno, infatti, anche essere due presidenti, ma la linea del Quirinale può essere una sola. Solo che, strappo dopo strappo, la mitezza dell'attuale inquilino del Colle rischia di essere messa a dura prova. Le conseguenze? Spesso c'è chi sale sul Colle con uno stile, e ne discende con un altro. Francesco Cossiga docet.



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida