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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 7-8 del 2012

Titolo: CULTURA- Turismo culturale per disabili visivi

Autore: Emiliano Angelelli


Articolo:
In tempi di crisi e di tagli generalizzati in tutti i settori, in modo particolare la cultura, un progetto rivolto ai disabili visivi finanziato per l'80% (211.500 euro su un importo totale di 235.000) dal Dipartimento della Gioventù della Presidenza del Consiglio dei Ministri fa quasi gridare al miracolo. Si chiama "Turismo culturale per disabili visivi" nell'ambito dell'iniziativa "Giovani protagonisti" ed è un progetto della durata di 18 mesi diretto all'organizzazione di gite culturali che coinvolgerà circa 500 ciechi e ipovedenti, principalmente nella fascia di età dai 13 ai 35 anni, insieme ai loro accompagnatori e guide, nelle regioni Lazio, Toscana e Campania. "La decisione del Ministero di finanziare questo progetto" ha dichiarato Tommaso Daniele, presidente nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti "significa che la cultura inizia a farsi strada e a essere riconosciuta come un diritto reale". Le tre regioni sopra citate sono state scelte perché esistevano già siti museali e culturali predisposti ad accogliere persone con disabilità visiva attraverso percorsi e allestimenti specifici come supporti audio, mappe tattili, calchi esplorabili con il tatto e guide specializzate. "Si tratta di presupposti fondamentali affinché i ciechi possano fruire pienamente delle opere e dei siti in questione" dice Luisa Bartolucci, responsabile Informazione e Comunicazione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti "chi non vede, infatti, deve poter toccare, perché solo in questo modo può rendersi conto di ciò che ha di fronte. Sappiamo bene che toccare le opere d'arte non è sempre possibile, perché alcune di esse possono facilmente deteriorarsi. Ma il Ministero dei beni culturali si deve adoperare affinché ciò avvenga, perlomeno nei casi in cui è possibile. In Italia, infatti, siamo molto più rigidi da questo punto di vista rispetto ad altri paesi europei". I siti prescelti per il progetto sono i Musei Capitolini, il Museo Barracco, il Museo degli Strumenti Musicali, i Mercati di Traiano, il Museo dei Fori Imperiali, il Museo d'Arte Contemporanea e il Museo d'Arte Moderna di Roma per il Lazio; il Museo Nazionale Alinari della fotografia, arricchito di immagini accessibili ai non vedenti, il Museo Paleontologico di Empoli, Palazzo Pitti, i Giardini di Boboli, il Museo di Storia della Scienza, il Museo di Storia Naturale e del territorio di Calci e il Museo della Fondazione Horne per la Toscana; mentre per la Campania il Museo degli Scavi di Pompei, il Palazzo Reale di Napoli e anche l'istituto per ciechi "Domenico Martuscelli". Con la conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa, tenutasi a Roma il 27 giugno scorso, è terminata ora la prima fase del progetto: due mesi nel corso dei quali è avvenuta la promozione e la pubblicazione dell'evento, ai quali faranno seguito tre mesi per la selezione dei partecipanti e necessari per prendere accordi con le strutture culturali meta delle visite, nonché con gli enti locali eventualmente interessati, per passare poi ai nove mesi nel corso dei quali si terranno le visite vere e proprie. I partecipanti verranno ricercati attraverso le strutture territoriali dell'Unione, con la partecipazione non solo dei ciechi totali e parziali, ma anche degli ipovedenti. Tutto ciò avverrà tramite la compilazione di un apposito questionario. Inoltre nella scelta verranno coinvolte le strutture museali e culturali meta delle gite e saranno organizzate riunioni di informazione e sensibilizzazione degli addetti (personale addetto all'organizzazione, all'accompagnamento, alla guida alle strutture museali e culturali) nonché degli operatori delle strutture meta delle visite. E soprattutto verrà aperto un forum per lo scambio di riflessioni, considerazioni, suggerimenti sulla conduzione dell'iniziativa, con intervento in particolar modo dei partecipanti alle gite, sia disabili visivi che accompagnatori. "Si tratta di un progetto nuovo, non perché sia la prima volta che i non vedenti si avvicinino all'arte e alla cultura" dice Luisa Bartolucci "ma perché un numero cospicuo di non vedenti in un periodo ben determinato si avvicinerà ai musei e ai siti culturali prescelti". I disabili visivi, in particolare i ciechi assoluti, hanno difficoltà, infatti, ad accedere a iniziative turistiche, per il prevalente pregiudizio che chi non vede non possa godere delle gioie e degli arricchimenti che la conoscenza di luoghi nuovi e suggestivi arreca e che il turismo a carattere culturale, le visite ai musei o ai siti culturali aperti, sia precluso a chi abbia problemi visivi. In effetti il problema della fruizione delle opere d'arte da parte di disabili visivi da lunghi anni è argomento di dibattito, perché è solo in casi come questi che si attuano sistemi di approfondimento strutturali e creativi che svolgono un ruolo importante nella formazione individuale e collettiva. Questi processi orientano la persona e inducono a utilizzare in modo mirato e cosciente la sensorialità, ma richiedono un uso consapevole dei requisiti di base da cui muovere. "Con questo progetto abbiamo pensato alle visite non come a momenti di segregazione culturale" dice Orlando Paladino, referente operativo del progetto "ma a una situazione in cui i ciechi di tutta Italia possano visitare musei e siti in qualunque momento e fruire liberamente delle opere. Altrimenti le occasioni 'speciali' di visita, che si sono ripetute innumerevoli in questi anni, rischiano di diventare fini a se stesse". "È vero che i ciechi hanno delle limitazioni oggettive di apprendimento" aggiunge Paladino "ma proprio per questo l'obiettivo è di far fruire loro le opere nel miglior modo possibile. D'altronde anche il grande artista pop Andy Warhol sosteneva di vedere le cose come in un braille culturale, sfiorando le superfici e vedendo attraverso le dita". Positivo anche il giudizio della dottoressa Leila Nista presente alla conferenza stampa come rappresentante del Ministero dei Beni culturali: "Si tratta di un progetto estremamente ben fatto poiché fa ricorso alle cosiddette applicazioni avanzate, come ad esempio i questionari, in modo da non creare un prodotto fisso, statico, bensì flessibile e adattabile alle diverse esigenze dei fruitori. Si parla spesso nel progetto di diritto all'accesso da parte dei ciechi, ma quello che va chiarito è che questo diritto lo devono ottenere non perché ciechi ma in quanto cittadini. Ed è compito anche di chi produce cultura, in questo caso il Mibac, individuare i target di fruitori possibili e le loro diverse esigenze". Un'altra finalità, infatti, del progetto è quella di sensibilizzare gli operatori del settore (responsabili delle strutture, addetti alla custodia e guide turistiche) alle problematiche dell'approccio dei disabili visivi con le varie forme di arte. E non essendo mai stata realizzata in Italia un'iniziativa di questo genere, essa indurrà certamente altre strutture, non solo quelle coinvolte nel progetto, ad attrezzarsi per ricevere i non vedenti, in modo che possano usufruire appieno dei beni artistici e culturali. "Sono certo che l'iniziativa avrà risonanza non solo in Italia" dice Paladino "ma anche sul piano europeo visto il suo carattere di originalità". "Alla fine dei nove mesi di progetto" aggiunge Paladino "verranno raccolti tutta una serie di dati e considerazioni relativi alle problematiche emerse. Solo allora si avrà coscienza precisa della situazione. Sarà un'ottima occasione per passare dalla teoria alla pratica: due mesi di valutazioni che verranno effettuate tramite apposite schede compilate da parte dei partecipanti e anche dei responsabili delle strutture visitate in cui dovranno essere evidenziati soprattutto gli aspetti negativi. Sarà l'unico modo per capire i limiti dell'iniziativa e cercare di migliorarla" perché il progetto è diretto sì allo sviluppo del turismo nei confronti di una categoria svantaggiata, ma aggiunge a tale scopo quello dell'integrazione culturale, fondamentale per iniziative di questo genere. Infine la curiosità destata da questi gruppi non consueti di visitatori stimolerà anche nelle persone ignare la conoscenza dei comportamenti da tenere con i disabili visivi perché come afferma Paladino "non esistono solo i ciechi veri e propri ma anche i ciechi mentali, ovvero coloro che a prescindere dal fatto di essere dotati della capacità di vedere gli oggetti e le figure, non sono in grado, però, di vedere altre cose, ben più importanti. Ed è proprio a questi soggetti che intendiamo far aprire gli occhi".



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