Numero 3 del 2012
Titolo: Ancora una volta
Autore: Antonio Russo
Articolo:
Parlando di cittadini che rivendicano i loro diritti, per ragioni diverse, sarebbe utile affermare che la società in cui siamo è assai caotica: manca il senso di responsabilità. Il diritto nasce dalle esigenze della collettività che si traducono in leggi che con coerenza cercano di definire i nostri bisogni anche oltre il quotidiano. Purtroppo però, questo processo di gestione della cosa pubblica spesso tende ad escludere il disabile. Infatti, se chiedessimo all'uomo della strada quale organismo secondo lui dovrebbe risolvere le problematiche legate all'handicap, la risposta potrebbe essere quasi intuitiva: lo Stato che dovrebbe tutelare chi col disagio convive. Questo ci sembra ovvio, ma quando manca la responsabilità civile e politica, spesso il sociale viene relegato ai margini del consorzio umano. Alcuni servizi di base che dovrebbero sostituire le provvidenze economiche erogate ai disabili dallo Stato, andrebbero gestiti anche da volontari ben motivati. E' comunque necessario che una persona si senta portata ad adempiere a certi compiti; nel sociale questo sembra essere il toccasana delle mie ed altrui difficoltà. Il problema non è da poco! Consideriamo il fatto che il nostro ambiente di vita cambia e si vive con precarietà quello che la civiltà dei consumi ci propone, noi disabili visivi e motori lo verifichiamo affrontando le barriere architettoniche ogni giorno; in particolare noi sordociechi dobbiamo convivere con quelle legate alla comunicazione. Un pluriminorato grave, invece, deve avere una specifica assistenza per camminare. Vediamo brevemente con semplici esempi quale dovrebbe essere, secondo noi, il sistema operativo adattato per soddisfare queste diverse esigenze. Sono necessari adattamenti per chi vuole comunicare con noi sordociechi, come pure servono prestazioni specialistiche per assistere un pluriminorato grave che, fin dalla prima infanzia, necessita di cure adeguate che spesso la famiglia non riesce a garantirgli.