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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Voce Nostra

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Numero 14 del 2011

Titolo: Pensieri d'estate

Autore: Antonio Russo


Articolo:
Siamo davvero certi che il futuro che ci aspetta ci dia più serenità? In questi giorni, scorrendo le notizie, mi pare abbastanza ardua la risposta: siamo alle solite! Prese di posizioni contrastanti! Da un lato i politici non sanno definire quale assetto debba avere nei prossimi anni la nostra fragile economia, dall'altro il mondo del lavoro che si sforza di programmare un qualcosa che per il momento vede il futuro occupazionale abbastanza caratterizzato dalla precarietà che, comunque, con le sue diverse modalità professionali, deve trovare uno sbocco serio anche nel sociale. Intanto sembrano ancora in discussione certe istanze di vita che vorrebbero limitare i diritti delle persone con diverse disabilità. Assistiamo allo sgretolamento costante di conquiste umane e sociali fondamentali, che hanno permesso a noi ed alle nostre famiglie di sopravvivere e non si intravede per adesso un valido supporto assistenziale che aiuti tutti ad affrontare le inevitabili difficoltà causate dal distacco fisiologico dei nostri familiari che ci sono stati accanto. Si progetta, si cerca di realizzare, si plaude alle belle iniziative: poi col passare dei mesi il tutto sembra bloccarsi nelle pastoie burocratiche e si aspetta un non so cosa che forse non vedremo mai attuato. Spesso ci si piange addosso e non si va oltre perché se una volta potevamo dire che la società era indifferente ai nostri problemi, ora dobbiamo affermare che essa è disinteressata a qualsiasi messaggio di vita che possa riguardarci; salvo rare eccezioni, ovviamente. Da qualche parte si sta affermando il principio che il disabile sia considerato come espressione errata di un modello culturale che non lo accetta. Si esalta la bellezza, l'efficienza, la ricchezza e l'effimero che a questi deludenti valori si accompagnano. Quindi si parla di eliminare la disabilità in quanto tale, come fattore di disturbo per la sana crescita di un contesto umanitario più consapevole... Ma di cosa? Dei valori culturali citati prima...



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