Numero 11 del 2024
Titolo: ATTUALITÀ- Da 100 anni a tutto volume
Autore: Silvia Colombini
Articolo:
La radio: un anniversario tutto da ascoltare
Trasmissione dopo trasmissione, viaggiando sulle onde sonore, la radio ha attraversato epoche, mondi, guerre e Paesi per arrivare a festeggiare proprio nel 2024 il centesimo anno di vita della Radio Pubblica italiana. Dalle prime teorie di Hertz e Maxwell passando per gli esprimenti di Marconi, questo semplice e ingegnoso strumento si è acceso per mandare in onda la prima trasmissione in Italia il 6 ottobre 1924, e da allora non si è più spento. Ripercorrere programmi storici, sportivi, musicali o di cronaca, ricordare i conduttori, i primi e veri propri divi delle epoche passate, ripensare alle canzoni trasmesse e ascoltate proprio da una radio, è un’avventura che coinvolge tutti. Ognuno di noi almeno una volta nella vita ha trascorso il suo tempo ascoltando un apparecchio radio a casa o in automobile, in ufficio o in una sala d’attesa. Prima dei podcast, per chi amava farsi cullare dalle voci degli speaker ascoltando storie, attualità, cronache sportive, c’era la radio. Nata a Roma il 27 agosto 1924, l’Unione Radiofonica Italiana (URI) trasmette proprio il 6 ottobre il suo primo programma, una prova quasi sperimentale che alterna brani di musica classica, il bollettino meteorologico e notizie di borsa. Diventata EIAR e poi Rai, nel 1974 esce dal monopolio di Stato e pochi anni dopo, nel 1976, la Corte costituzionale liberalizza l’etere e la radio da quel momento vola lontano. In quegli anni prolificano le cosiddette "radio libere", che trasmettono sulle mitiche FM (modulazione di frequenza) invece che sulle AM (modulazione di ampiezza). Poi l’avvento delle prime tecnologie consente di utilizzare la stereofonia, di parlare in diretta con gli ascoltatori (come cantava Eugenio Finardi nel celebre brano "Radio Libera": "entra nelle case e ci parla direttamente") amplificando ancora di più la voce della radio e dei suoi utenti. Già, perché dopo cento anni la radio resta il mezzo che più si identifica con la libertà. Dai messaggi cifrati durante le guerre (da ricordare quello trasmesso da Radio Londra alla vigilia del D-Day con i versi della poesia di Paul Verlaine "Les sanglots longs Des violons De l’automne Blessent mon cœur D’une langueur Monotone") alle dediche delle canzoni, la radio diventa uno strumento d’espressione di facile utilizzo e di grande diffusione. Per le persone con disabilità visiva, poi, la radio è da sempre un mezzo per entrare in contatto con il mondo. Le ultime tecnologie avanzate permettono non solo ai professionisti di lavorare in autonomia all’interno delle emittenti, ma anche agli ascoltatori di fruire agevolmente dei programmi trasmessi. Già, perché la radio valorizza la parola, la forma di espressione più antica del mondo, e la coniuga con l’innovazione. Dialoghi, musica, effetti, e persino il silenzio sono gli utensili che chi lavora in radio padroneggia per creare emozione e per inventare ogni volta una nuova forma di intrattenimento. Le potenzialità della radio sono ancora tutte da esplorare e, quando oggi si parla di fake news, bisognerebbe ricordarsi la trasmissione di Orson Welles che nel 1938 annunciò lo sbarco dei marziani in una fattoria del New Jersey seminando il panico in tutta l’America. In realtà, stava recitando un radiodramma tratto dal romanzo di fantascienza "La guerra dei mondi" di Herbert George Wells, ma tanto era simile la sua interpretazione a un vero notiziario da rendere reale il suo annuncio. Questa è la potenza della radio che, affidandosi solo ed esclusivamente alla percezione sonora, stimola la fantasia e l’autonomia interpretativa degli ascoltatori. Un secolo è un tempo lungo per chiunque, ma la radio sembra non sentire il peso degli anni. Certo, in un secolo anche lei è cambiata, si è adattata alle nuove opportunità di diffusione offerte dall’informatica, ma resta fedele al suo spirito libero, indipendente e democratico, alla sua funzione sociale e alla sua capacità di offrire un servizio accessibile a tutti. Oggi, tanti giovani con disabilità visiva hanno fatto della radio la loro professione, diventando speaker e produttori di contenuti, ideatori e conduttori di programmi di successo. Nonostante abitiamo un’epoca dove la visibilità, i video e l’immagine sembrano essere il modo privilegiato per esprimersi, la radio celebra il suo anniversario senza paura, forte di trasmettere da sempre un messaggio importante: imparare ad ascoltare. Forse, il modo migliore per conoscere il mondo.