Numero 11 del 2024
Titolo: ATTUALITÀ- Una questione che riguarda tutti
Autore: Aldo Cazzullo
Articolo:
Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne
Cosa c'è di più orrendo che violentare una donna? Violentare una donna con disabilità.
La giornata contro la violenza sulle donne riguarda soprattutto noi uomini.
Sono gli uomini che debbono cambiare, e far cambiare i violenti, coloro che non accettano un No o un Basta, un diniego o un abbandono. Coloro che hanno paura della libertà della donna, in Iran la bastonano se non porta il velo, in Africa le asporta il clitoride per privarla del piacere, in Europa e in Italia in particolare la uccide perché "mia o di nessun altro". Coloro che si ritengono proprietari del corpo e dell'anima della donna, e si rifiutano di riconoscere la sacrosanta libertà della donna di uscire con chi vuole, vestita come vuole, di sposare chi vuole e di amare chi vuole.
È ovvio che questi uomini rappresentano una minoranza. Ma la maggioranza se ne deve occupare, non girarsi dall'altra parte, compiacersi della propria diversità, parlar d'altro.
La responsabilità penale è ovviamente personale. Ma tutti si devono fare carico di questa emergenza. Fermare i violenti, ma anche superare una cultura di sopraffazione, di misoginia, di prevaricazione. Rispettare e insegnare il rispetto: perché dietro l'omicidio che diventa notizia ci sono milioni di piccoli soprusi che non finiscono sui media, che ogni donna prima o poi conosce, e diventano un bagaglio segreto che può rendere più forti ma anche schiacciare come un peso.
La violenza sessuale può pure essere strumentalizzata in campagna elettorale, ma nel sentimento comune degli italiani resta un fatto privato, non una questione sociale. Una cosa da tacere, da portarsi dentro, da confidare al più al confessore o allo psicanalista. Non a caso, almeno il 90% delle violenze - ma chi segue il fenomeno sostiene siano ancora di più - non vengono neppure denunciate. Complice la scandalosa lentezza della giustizia italiana, molto attenta ai diritti dei carnefici ma per nulla a quelli delle vittime, la donna sa di dover attendere anni prima di avere giustizia, e in questi casi il tempo non lenisce ma inasprisce il dolore.
Dalla parte dei maschi, la violenza sessuale è vista in genere come una cosa molto brutta da cui tenere al riparo la figlia, la moglie, la fidanzata, la madre, insomma le donne di famiglia. Ma finché penseremo in questo modo, saremo in qualche forma complici di un fenomeno odioso. Che ci riguarda. Che non è una vergogna solitaria, un fatto privato appunto, ma è una grande questione pubblica. Da affrontare certo con processi più rapidi e con una migliore organizzazione delle forze dell'ordine, più facili da trovare in ufficio che per strada, ma anche con un cambio di mentalità.
Troppo facile reagire quando tocca a tua madre, a tua figlia, a tua sorella. Dobbiamo reagire quando tocca a una donna che neppure conosciamo, con cui non abbiamo alcun legame di sangue o di affetto, con cui abbiamo in comune solo l'autobus, la città, il tempo. E le donne devono ricordare che, come disse Franca Viola, "l'onore lo perde chi fa certe cose, non chi le subisce". Quindi urlate, denunciate, spintonate, fatevi aiutare. Oppure imitate quell'associazione di donne iraniane che in autobus salgono con uno spillone per rieducare i molestatori. E usatelo.