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Corriere dei Ciechi

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Numero 9 del 2024

Titolo: SALUTE E BENESSERE- Maculopatia essudativa: curarla con un’unica iniezione intravitreale

Autore: a cura di Prof. Dr. med. Andrea Cusumano


Articolo:
Occhio alla Ricerca
Questo è l’obiettivo a cui stanno mirando i ricercatori: riuscire a trattare la degenerazione maculare legata all’età - o maculopatia - di tipo essudativo con una sola iniezione intravitreale.
Ad oggi la terapia d’elezione per contrastare gli effetti patologici della maculopatia essudativa consiste nell’iniettare direttamente all’interno dell’occhio del paziente - mediante iniezione intravitreale - un principio attivo in grado di contrastare il fattore di crescita endoteliale vascolare (VEGF), il principale responsabile della proliferazione dei vasi sanguigni patologici che causano il danno retinico tipico della patologia.
Le iniezioni intravitreali di anti-VEGF presentano un elevato grado di sicurezza ed efficacia, tuttavia hanno il grande limite di dover essere ripetute nel tempo a intervalli anche piuttosto frequenti (in media dalle 4 alle 8 settimane), comportando un elevato livello di ansia e stress per i pazienti e un’ingente spesa per il sistema sanitario.
L’approccio terapeutico maggiormente in grado di offrire una reale opportunità di cura definitiva per la maculopatia essudativa è quello basato sulle tecniche di terapia genica e prevede di introdurre nelle cellule della retina del paziente le istruzioni per produrre il farmaco anti-VEGF direttamente all’interno dell’occhio, evitando così di dover ricorrere alle iniezioni intravitreali di anti-VEGF o di dovervi ricorrere con frequenza molto limitata.
La prima terapia genica per la maculopatia essudativa a dare risultati molto positivi è denominata Ixo-vec (Ixoberogene Soroparvovec). Creata dalla Adverum Biotechnologies, Ixo-vec è stata concepita per essere somministrata mediante un’unica iniezione intravitreale utile a fornire alle cellule retiniche del paziente tutte le informazioni necessarie ad autoprodurre una quantità di anti-VEGF sufficiente a garantire un effetto terapeutico efficace e duraturo garantendo sicurezza ed assenza di eventi avversi significativi.
Ixo-vec è stato testato in un primo studio clinico di Fase I, OPTIC, ed è al momento testato nello studio clinico di Fase II denominato LUNA. Nello studio OPTIC quasi tutti i pazienti sono rimasti indipendenti dalle iniezioni intravitreali di anti-VEGF, dapprima a 1 anno e in seguito fino a oltre 3 anni. Lo studio LUNA è stato progettato per capire se dosi più basse di Ixo-vec combinate con regimi profilattici potenziati possano dare risultati migliori rispetto a quelli ottenuti nello studio OPTIC.
LUNA è uno studio clinico randomizzato in doppio cieco con 60 pazienti affetti da maculopatia essudativa equamente suddivisi in due gruppi di trattamento. Lo studio è progettato per valutare il dosaggio migliore di Ixo-vec e del regime profilattico con corticosteroidi somministrati localmente, con o senza prednisone orale, per i successivi studi di Fase III.
I dati a 26 settimane dello studio LUNA sono stati presentati in occasione del 42esimo incontro annuale dell’American Society of Retinal Specialists (ASRS), tenutosi lo scorso mese di luglio a Stoccolma. I risultati, presentati dal Dr. Charles Wykoff, hanno evidenziato che Ixo-vec possiede un buon profilo di sicurezza ed efficacia.
Il passaggio a una dose di farmaco inferiore nello studio clinico LUNA rispetto allo studio clinico OPTIC ha comportato una minore infiammazione a parità di efficacia terapeutica, con il 100% dei pazienti senza infiammazione o con infiammazione minima risolta con la profilassi potenziata programmata. Nello studio LUNA il 76% dei pazienti è rimasto indipendente dalle iniezioni intravitreali di anti-VEGF conservando un’acuità visiva stabile. Dieci pazienti precedentemente trattati con la terapia bispecifica Vabysmo sono rimasti tutti indipendenti dalle iniezioni intravitreali, evidenziando la necessità di una nuova terapia definitiva, o comunque più duratura, anche per questo farmaco anti-VEGF approvato più recentemente.
La Adverum Biotechnologies comunicherà a breve anche i dati dello studio a 9 e 12 mesi. Se questi confermeranno i risultati a 26 settimane si otterrà un risultato molto significativo per i pazienti, che potrebbero preservare la loro visione senza dover dipendere in modo stringente dalle iniezioni intravitreali.
Il nuovo trattamento con Ixo-vec risulterebbe particolarmente utile per contrastare la difficoltà di aderenza a un regime di iniezioni intravitreali frequenti riscontrata nel mondo reale, dove da dati recenti emerge che dopo i primi 3 anni più del 40% dei pazienti interrompono il trattamento, con drammatico declino dell’efficacia terapeutica e grave peggioramento del visus.
Il bisogno ancora inatteso di terapie anti-VEGF ad azione prolungata ci fa porre grande attenzione e aspettative sulla nuova terapia genica basata su Ixo-vec, che al momento rappresenta l’opzione terapeutica più promettente, tra quelle create negli ultimi cinque anni, per cambiare il paradigma di trattamento per i pazienti con maculopatia essudativa.



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