Numero 9 del 2024
Titolo: ATTUALITÀ- L’impegno di Davide Faraone per un mondo senza barriere
Autore: Silvia Colombini
Articolo:
Intervista per indagare sui tanti ambiti nei quali bisogna intervenire
Davide Faraone, deputato della Repubblica, è da anni impegnato a sostegno delle famiglie con bambini autistici e per garantire i diritti dei disabili. Presidente della FIA (Fondazione Italiana Autistici), onlus che promuove e sostiene iniziative di ricerca e cura delle disabilità e dei disturbi dello spettro autistico, si batte per i diritti di tutti coloro che vivono in una condizione di disabilità. Dall’istruzione alla salute, dalla vita sociale a quella professionale, sono ancora tanti gli ambiti nei quali bisogna intervenire per garantire inclusione e accessibilità a servizi e opportunità.
D. Ancora oggi le famiglie con bambini disabili si trovano sole ad affrontare le tante difficoltà quotidiane. Cosa si può fare per sostenerle?
R. Si può ancora fare molto da un punto di vista strutturale, da un punto di vista sociosanitario e assistenziale. Però, mi lasci dire, che prima ancora si deve incidere sul tessuto sociale con un cambiamento culturale radicale. Le persone con disabilità è vero che sono fragili, che hanno bisogno di cura e assistenza ma prima ancora hanno bisogno di non sentirsi diverse, dentro un acquario, osservati e non compresi. Sono persone, dunque con pari dignità di noi tutti. E poi veniamo alla concretezza: l’accesso alle cure, alle prestazioni, ancora prima alle diagnosi devono essere snelle, meno burocrazia. La scuola, altra nota dolente. Lì dentro si formano coscienze ed è inaccettabile che si debba rinunciare ad una piena inclusione, alla vacanza studio solo per alcuni. Non è possibile che il cambio degli insegnanti di sostegno avvenga così velocemente, il ragazzo o la ragazza con disabilità deve fidarsi e affidarsi, la costruzione di un rapporto non avviene dall’oggi al domani.
D. Si parla tanto di inclusione, ma sono ancora molti i pregiudizi intorno alle persone che vivono una condizione di disabilità. Cosa possono fare le Istituzioni e cosa possiamo fare noi cittadini?
R. Non le Istituzioni. Cosa possiamo fare tutti noi nella quotidianità. Intanto non vanno trattati come degli eterni bambini, non vanno commiserati. Provare pietà è un approccio non solo sbagliato ma pure deviante. Quando inizieremo a pensare e a creare condizioni pubbliche dove le persone con disabilità non hanno difficoltà per goderne avremo già fatto un bel passo avanti. Ancora oggi discutiamo dell’inclusione lavorativa quando dovrebbe essere la regola, dimostrata dal fatto che chi ha trovato lavoro fa molto bene.
D. La diversità è una ricchezza per tutti ed è parte della natura umana. Valorizzare il potenziale di ogni essere umano non è forse un modo per combattere ogni forma di discriminazione?
R. Valorizzare significa attribuire importanza. Non solo ritengo sia giusto ma necessario. Siamo tutti protesi a bei proclami ma nella pratica veniamo meno. Siamo distratti. La diversità è capacità di ritrovarsi su un cammino comune e non chiedersi chi può dare di più. Nella diversità c’è uno straordinario potenziale.
D. In linea con la Convenzione ONU che sancisce i diritti delle persone con disabilità è entrato in vigore il 30 giugno di quest’anno un provvedimento che si propone di assicurare alle persone con disabilità il riconoscimento della propria condizione e il pieno esercizio dei diritti civili e sociali nei vari contesti di vita. Quali miglioramenti possiamo aspettarci?
R. Siamo nel 2024 e questo riconoscimento è medievale, giusto per ricordare come siamo arrivati in ritardo su un aspetto che non è una questione ma un pieno riconoscimento della persona con disabilità. I miglioramenti arrivano con sinergia, da una parte le Istituzioni che hanno il dovere di predisporre percorsi agevoli, senza che l’esercizio di un diritto diventi una carità. Dall’altra parte la scuola e la società includano e veicolino un solo messaggio: non c’è differenza che possa giustificare l’emarginazione.