Logo dell'UIC Logo TUV

Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Gennariello

torna alla visualizzazione del numero 5 del Gennariello

Numero 5 del 2024

Titolo: Parliamo di... Giornata mondiale dei bambini (Gmb)

Autore: Redazionale


Articolo:
«Ci sarà un giorno una Giornata mondiale per i bambini?». La domanda l'aveva rivolta al Papa proprio un bambino, Alessandro, 9 anni, facendosi spazio tra alcuni giovani «in dialogo» con Francesco in un podcast, il Popecast, alla vigilia della Gmg (Giornata mondiale della gioventù).
«Sarebbe bello, mi piace tanto», aveva commentato il Papa trovandola una buona idea. «Ci penserò e vedrò come farla», aveva aggiunto. E la sua risposta non si è fatta attendere. Francesco ha incontrato oltre 7 mila piccoli di tutto il mondo lo scorso 6 novembre all'iniziativa «Impariamo dai bambini e dalle bambine» e un mese dopo, l'8 dicembre, all'Angelus, ha annunciato per il 25 e 26 maggio 2024 la celebrazione della prima Giornata mondiale dei bambini. Papa Francesco ha voluto, dunque, mettere le bambine e i bambini di tutto il mondo al centro non solo della sua attenzione e delle sue preghiere, ma anche al centro dell'attenzione della comunità degli uomini e delle donne di ogni luogo. La Gmb si celebrerà a livello universale a Roma, in Vaticano, dove confluiranno bambine e bambini provenienti da ogni angolo del globo e quindi anche dalle periferie del mondo. A colloquio con i giornalisti, il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, organismo al quale il Papa ha affidato il compito di organizzare questo primo «World Children's Day», ha ricordato il clima di gioia che ha caratterizzato l'appuntamento, circa tre mesi fa, con i bambini. «Sembrava di guardare una sorgente il cui getto vivace rinfrescava di speranza la terra e la Chiesa», ha detto, per questo il desiderio di Francesco è che l'incontro dei più piccoli con il Papa «diventi un momento che abbracci effettivamente la Chiesa intera con cadenza regolare».
«Caratteristica dei bambini è la loro dirompente novità», ha aggiunto il cardinale, affermando che i bambini sono il commento più bello e vivace, scritto in carne, sangue e spirito, al passo dell'Apocalisse «Ecco io faccio nuove tutte le cose», che è il tema scelto da Francesco per l'appuntamento del prossimo maggio. «C'è una novità nel Vangelo che i bambini e le bambine esprimono in un modo loro» ha evidenziato al microfono di Radio Vaticana - Vatican News il cardinale «ed è quello che la Chiesa vuole mettere al centro, mostrando un'immagine di una Chiesa che sa di essere madre, ma sa anche di essere bambina e essere più giovane. I bambini sono grandi mediatori di gioia. In un tempo caratterizzato da un forte pessimismo, come quello che viviamo, i bambini sono portatori di una fede concreta nell'umanità».
Padre Enzo Fortunato, coordinatore della Giornata, sottolinea che «la cosa più bella è partire dai bambini. E chi più dei bambini può insegnarci a farlo? E quale sogno più grande della pace? Ripartiamo da loro, dalla loro semplicità e voglia di futuro». Il religioso francescano ha spiegato che verranno proposti tre percorsi di preparazione - uno legato alla spiritualità, uno alla solidarietà, uno alla cultura - con la possibilità di scegliere quello di propria preferenza. A Roma, il 25 maggio, alle 15,00, ci si ritroverà in un luogo ancora da individuare, in base al numero delle iscrizioni. Il pomeriggio avrà lo schema dell'incontro di novembre, considerato l'edizione «zero» della Gmb, con testimonianze, artisti, le voci dei bambini e il dialogo con il Papa. Il 26 maggio, alle 10,30, ci sarà la Messa in piazza San Pietro celebrata da Francesco. La preparazione dell'inno della giornata è stata affidata a monsignor Marco Frisina, il quale collaborerà anche con il Piccolo Coro dell'Antoniano di Bologna (Zecchino d'Oro per intenderci) che animerà la «vigilia». Se inquadri il qr code n. 2 che si trova nella tavola allegata potrai ascoltarlo.
Papa Francesco ha veramente ascoltato la richiesta del popolo dei bambini e con la Giornata Mondiale vuole abbracciarli tutti, soprattutto quelli provenienti dai territori più disastrati della terra. Sulla partecipazione di bambini che arriveranno da zone di guerra e di conflitto ha offerto chiarimenti Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant'Egidio. «Ci impegneremo ad accogliere, in maniera particolare, bambini dalle periferie» ha precisato, rispondendo alla domanda di un giornalista sulle realtà di provenienza e annunciando che ci saranno minori rifugiati in Italia, giunti dall'Eritrea, dalla Siria, dall'Afghanistan, e che verranno invitati bambini da Haiti, Palestina, Ucraina, Sud Sudan, Mozambico, Nigeria e Colombia, anche di altre fedi religiose. La presenza di questi ultimi si armonizzerà nell'intero contesto di preghiera, ha chiarito il cardinale Tolentino de Mendonça, quando è stato chiesto in che modo bambini di religioni differenti possano ritrovarsi fianco a fianco alla Gmb. «Noi crediamo e professiamo la nostra fede accanto ad altri credenti», ha fatto notare, e questo è stato evidente nell'esperienza della Gmg di Lisbona. «Quando preghiamo siamo universali e i bambini daranno un grande esempio» ha evidenziato il Cardinale.
Il logo della Gmb raffigura il profilo stilizzato della Cupola di San Pietro, con la croce e la lanterna e all'interno di quest'ultima le impronte delle mani di tanti bambini. Il significato è stato illustrato dall'ideatore Marco Capasso: la Cupola abbraccia, accoglie e protegge i più piccoli rappresentati dalle impronte, i cui diversi colori richiamano la molteplicità delle culture che si compongono in un'unità che accoglie e valorizza le differenze. La lanterna è metafora dei cristiani «portatori di luce», mentre la croce simboleggia la passione e resurrezione del Figlio di Dio, che per noi si è fatto uomo.

Stralci della lettera del Papa ai bambini
Care bambine e cari bambini! Si avvicina la vostra prima Giornata Mondiale: sarà a Roma il 25 e 26 maggio prossimo. Per questo ho pensato di mandarvi un messaggio, sono felice che possiate riceverlo e ringrazio tutti coloro che si adopereranno per farvelo avere. Lo rivolgo prima di tutto a ciascuno personalmente, a te, cara bambina, a te, caro bambino, perché «sei prezioso» agli occhi di Dio... (Is 43,4), come ci insegna la Bibbia e come Gesù tante volte ha dimostrato. Allo stesso tempo questo messaggio lo invio a tutti, perché tutti siete importanti, e perché insieme, vicini e lontani, manifestate il desiderio di ognuno di noi di crescere e rinnovarsi. Ci ricordate che siamo tutti figli e fratelli, e che nessuno può esistere senza qualcuno che lo metta al mondo, né crescere senza avere altri a cui donare amore e da cui ricevere amore (cfr Lett. enc. Fratelli tutti, 95). Così tutti voi, bambine e bambini, gioia dei vostri genitori e delle vostre famiglie, siete anche gioia dell'umanità e della Chiesa, in cui ciascuno è come un anello di una lunghissima catena, che va dal passato al futuro e che copre tutta la terra. Per questo vi raccomando di ascoltare sempre con attenzione i racconti dei grandi: delle vostre mamme, dei papà, dei nonni e dei bisnonni! E nello stesso tempo di non dimenticare chi di voi, ancora così piccolo, già si trova a lottare contro malattie e difficoltà, all'ospedale o a casa, chi è vittima della guerra e della violenza, chi soffre la fame e la sete, chi vive in strada, chi è costretto a fare il soldato o a fuggire come profugo, separato dai suoi genitori, chi non può andare a scuola, chi è vittima di bande criminali, della droga o di altre forme di schiavitù, degli abusi. (...) E c'è di più. Infatti, care bambine e cari bambini, da soli non si può neppure essere felici, perché la gioia cresce nella misura in cui la si condivide: nasce con la gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e che a nostra volta partecipiamo agli altri. Quando quello che abbiamo ricevuto lo teniamo solo per noi, o addirittura facciamo i capricci per avere questo o quel regalo, in realtà ci dimentichiamo che il dono più grande siamo noi stessi, gli uni per gli altri: siamo noi il «regalo di Dio». Gli altri doni servono, sì, ma solo per stare insieme. Se non li usiamo per questo saremo sempre insoddisfatti e non ci basteranno mai. Invece se si sta insieme tutto è diverso! Pensate ai vostri amici: com'è bello stare con loro, a casa, a scuola, in parrocchia, all'oratorio, dappertutto; giocare, cantare, scoprire cose nuove, divertirsi, tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. L'amicizia è bellissima e cresce solo così, nella condivisione e nel perdono, con pazienza, coraggio, creatività e fantasia, senza paura e senza pregiudizi. E adesso voglio confidarvi un segreto importante: per essere davvero felici bisogna pregare, pregare tanto, tutti i giorni, perché la preghiera ci collega direttamente a Dio, ci riempie il cuore di luce e di calore e ci aiuta a fare tutto con fiducia e serenità. Anche Gesù pregava sempre il Padre. E sapete come lo chiamava? Nella sua lingua lo chiamava semplicemente Abbà, che significa Papà (cfr Mc 14,36). Facciamolo anche noi! Lo sentiremo sempre vicino. (...) Amen.
Roma, San Giovanni in Laterano, 2 marzo 2024
Francesco
Potete leggere il testo completo della lettera su:
https://www.giornatamondialedeibambini.org/media/2024/03/bollettino_papa_B0182-XX.01.pdf da cui è tratto anche Parliamo di...

Alfieri della Repubblica
Mi piace molto questa Giornata Mondiale dei Bambini. Mi fa riflettere su quanto siamo importanti per l'umanità! Ci pensate? Siamo il futuro del mondo. E quando saremo cresciuti, avremo una grandissima responsabilità, come quella che hanno oggi gli adulti. Invece adesso siamo piccoli e non possiamo fare niente per rendere il mondo migliore... ma è veramente così? No, non è così. Anche noi bambini possiamo fare qualcosa per migliorare il mondo iniziando dalla realtà più vicina a noi. Sentite cosa suggerisce Papa Francesco nel suo messaggio indirizzato a noi bambini:
«... possiamo sognare un'umanità nuova e impegnarci per una società più fraterna e attenta alla nostra casa comune, cominciando dalle cose semplici, come salutare gli altri, chiedere permesso, chiedere scusa, dire grazie. Il mondo si trasforma prima di tutto attraverso le cose piccole, senza vergognarsi di fare solo piccoli passi. Anzi, la nostra piccolezza ci ricorda che siamo fragili e che abbiamo bisogno gli uni degli altri, come membra di un unico corpo».
Dai, non trovate anche voi che sia bellissimo? Anche noi bambini abbiamo un ruolo nella società e possiamo contribuire a renderla migliore con dei piccolissimi gesti quotidiani, per esempio, usando le «parole della gentilezza».
Ma io vorrei fare qualcosa di più e allora ho cercato su Google di scoprire se ci sono dei bambini in Italia che con i loro comportamenti hanno contribuito a far felici gli altri, a rendere migliore la loro scuola, il loro quartiere o la loro città. E ho scoperto una cosa meravigliosa! Non solo esistono tanti bambini che con i loro gesti fanno delle cose importantissime per gli altri ma addirittura il Presidente della Repubblica Italiana, ogni anno, premia alcuni di loro. Infatti, la Presidenza della Repubblica ha istituito dal 2010 un «Attestato d'Onore» per premiare quei giovani minorenni che, per comportamento o attitudini, rappresentano un modello di buon cittadino. Volete sapere quali sono i requisiti per ricevere l'attestato di «Alfiere della Repubblica»? Ve lo dico io: il titolo di «Alfiere della Repubblica» è conferito a bambini e ragazzi fino ai 18 anni che si siano distinti nello studio, in attività culturali, scientifiche, artistiche, sportive, nel volontariato oppure abbiano compiuto atti o adottato comportamenti ispirati a senso civico, altruismo e solidarietà. Il Presidente della Repubblica premia non più di 30 giovani ogni anno. Sì, va bene, a 18 anni sicuramente ci sarà qualche giovane che ha tenuto dei comportamenti che gli hanno permesso di fare del bene e di ricevere il premio. Ma ci sono anche bambini o ragazzini più piccoli, come noi lettori di Gennariello? A questo punto mi sono incuriosito, ho visitato il sito del Quirinale e ho scoperto che sì, ci sono dei giovanissimi come noi che sono stati nominati Alfieri della Repubblica!
Vi voglio raccontare le storie dei più piccoli che sono stati premiati negli ultimi due anni e che mi hanno colpito di più.
Anna Assunta Lombardi, 13 anni, è stata premiata per aver imparato rapidamente la lingua dei segni per favorire l'integrazione di Sokona, una compagna di classe sorda, proveniente dal Mali. Sin dai primi giorni della scuola secondaria di I grado, Anna Assunta si è impegnata a cercare di comunicare con lei ed è riuscita in breve tempo a instaurare una bella amicizia e diventare un punto di riferimento per docenti e compagni per la comunicazione con Sokona.
Gennaro Dragone, 12 anni, è stato premiato per la tenacia e l'impegno civico con i quali si fa portavoce, nel suo quartiere, del progetto di «comunità energetica e solidale», finalizzato a produrre e condividere energia pulita. Nonostante la giovanissima età è diventato un motivatore ascoltato dagli adulti, e quindi uno degli artefici del progetto. Andando di casa in casa, ha spiegato ai vicini adulti il senso e i vantaggi dell'iniziativa e li ha convinti ad aderire al progetto e migliorare la vita del quartiere.
Benedetta Petrongari, 14 anni, è stata premiata per l'amicizia che ha offerto ad un compagno di classe affetto da autismo. Con semplicità e spensieratezza, ha svolto un'importante azione di supporto e integrazione. Fin dalla prima media ha dedicato al compagno il suo tempo in maniera disinteressata, proponendogli uscite, passeggiate al parco o gruppi di studio insieme ad altri compagni di scuola. Benedetta ha contribuito all'accresciuta socialità del compagno ed ha positivamente colpito gli insegnanti e le persone che li conoscono, rafforzando i valori dell'amicizia e divenendo un prezioso esempio.
Matteo Mainetti, Jacopo Rangone, Emanuele Sacco, Pietro Cappellini sono stati premiati per aver ridotto il divario digitale; «La didattica digitale è diritto di tutti»: con questo motto i quattro ragazzi hanno creato la piattaforma Pc4u.tech con l'obiettivo di portare computer e tablet nelle case dei ragazzi che non li hanno. Pc4u.tech è un sito molto semplice che fa incontrare gratuitamente domanda e offerta di tablet o pc usati. Sul sito vengono raccolte sia le donazioni che le richieste di dispositivi. Con l'aiuto di un tecnico, i promotori riescono a ricondizionare i computer e a dare loro nuova vita, rendendoli così validi per l'utilizzo.
E se secondo voi i ragazzi della scuola media sono troppo grandi, ecco i più piccoli!
Gli studenti della quinta A della scuola primaria «A. Monchiero» di Pocapaglia (Cn) hanno ricevuto una targa per aver vissuto le differenze come una ricchezza di tutti. Nel percorso della scuola primaria, l'intera classe ha dimostrato una forte e spontanea capacità di inclusione accogliendo e integrando un compagno affetto da disturbi dello spettro autistico. La maturità e la pazienza con cui tutti hanno saputo adeguare il proprio comportamento ai bisogni del compagno, interagendo con lui senza dipendere dalla mediazione degli adulti, hanno consentito un'integrazione piena del bambino nella vita della classe. È stata una bellissima storia di solidarietà, che ha generato amicizia, arricchito e ha fatto crescere tutti i ragazzi.
Mattia Piccoli, 11 anni, ha ricevuto anche lui una targa per l'amore e la cura con cui segue quotidianamente il padre e lo aiuta a contrastare la sua malattia. Il suo impegno è quanto mai prezioso. Ha scoperto sin da piccolo cosa vuol dire avere in famiglia una persona cara affetta da una malattia degenerativa, e perciò bisognosa di attenzione e di cure amorevoli. Mattia ha compreso le ragioni delle mancanze del padre, dei suoi vuoti di memoria. E ha cominciato ad aiutarlo, facendolo «restare attivo» il più possibile, stimolandolo insieme alla mamma a compiere gesti apparentemente semplici come preparare da sé il cambio prima di una doccia o cucinare insieme i biscotti da portare a scuola e dividere con i compagni. Mattia continua il suo impegno, cercando di creare situazioni di gioco con il papà, anche per stimolare la sua mente e la sua memoria. Talvolta capita che il papà sia spaventato per qualcosa, e allora è Mattia che lo tranquillizza, invertendo in qualche modo i ruoli naturali.
Wow! Io, leggendo queste e altre storie, sono rimasto senza parole. Avete visto quante cose possiamo fare noi giovanissimi per far stare bene i nostri amici e familiari? Credo che gli Alfieri della Repubblica siano veri interpreti del messaggio di Papa Francesco, quando in un altro passaggio del suo messaggio dice: «... Infatti, care bambine e cari bambini, da soli non si può neppure essere felici, perché la gioia cresce nella misura in cui la si condivide: nasce con la gratitudine per i doni che abbiamo ricevuto e che a nostra volta partecipiamo agli altri. Quando quello che abbiamo ricevuto lo teniamo solo per noi, o addirittura facciamo i capricci per avere questo o quel regalo, in realtà ci dimentichiamo che il dono più grande siamo noi stessi, gli uni per gli altri: siamo noi il «regalo di Dio». Gli altri doni servono, sì, ma solo per stare insieme. Se non li usiamo per questo saremo sempre insoddisfatti e non ci basteranno mai».
E voi, cosa fate per far felici le persone a cui volete bene o per migliorare il mondo? Raccontatemelo scrivendo a gennariello@uici.it.



Torna alla pagina iniziale della consultazione delle riviste

Oppure effettua una ricerca per:


Scelta Rapida