Numero 4 del 2024
Titolo: SOSTEGNO PSICOLOGICO- Cambio stagione, maledetta primavera
Autore: Nadia Massimiano
Articolo:
L'arrivo della primavera rappresenta per molti la metafora della rinascita, la fioritura, le temperature che aumentano, il brutto tempo che tende a diminuire, il cambio dell'orario che allunga le ore di luce, il preludio dell'estate e delle vacanze che si avvicinano narrano una rinnovata energia, un desiderio di intraprendere nuovi progetti, una rinnovata vitalità. Eppure, non è sempre così, non tutti sperimentano un miglioramento del proprio funzionamento globale, una sensazione di euforia e di dinamismo, non tutti si sentono più attivi e desiderosi di stare all'aperto, di frequentare altre persone, di fare sport e di dedicarsi a degli hobby.
Il cambio di stagione può essere un periodo molto stressante, tanto a livello fisico, quanto psichico, non è dunque raro avvertire stanchezza, debolezza, fatica a concentrarsi, disturbi del sonno, disturbi digestivi, alterazioni del ciclo mestruale, mal di testa e una sensazione di malessere generale. Questi disturbi si accompagnano frequentemente ad irritabilità, ansia, sbalzi d'umore, tendenza all'isolamento, minor produttività al lavoro e in generale, interferiscono con la socialità e la sfera affettiva e relazionale.
Come mai il cambio di stagione è responsabile di questa moltitudine di manifestazioni? La risposta sta nei cambiamenti ambientali, in particolare, le drastiche variazioni che avvengono a livello della luce solare, la quale incide in maniera preponderante sulla produzione di melatonina. La melatonina è un ormone prodotto in una struttura profonda del cervello che regola innanzitutto il nostro ritmo circadiano, ovvero il nostro essenziale e vitale ritmo sonno veglia. Già per questo comprendiamo quanto sia fondamentale un'alterazione della produzione di questo ormone per il ciclo sonno veglia, quindi per il benessere e per l'equilibrio globale, ma la melatonina sembra svolgere molteplici azioni di regolazione del metabolismo, tra le quali un'azione protettiva sul sistema nervoso. Se emessa in quantità eccessive, si potrà avere senso di sonnolenza e di debolezza, se invece la melatonina scarseggia si potrà soffrire di insonnia e disturbi del sonno, che pure condurranno ad una sensazione di stanchezza e affaticamento.
Questa condizione di malessere e di difficoltà prende il nome di astenia, in questo caso si parla di astenia primaverile (per gli stessi motivi esiste anche l'astenia invernale). L'astenia è definita come uno stato di debolezza generale e facile affaticamento legati alla riduzione o alla perdita della forza muscolare e ad una ridotta o insufficiente reazione agli stimoli. Ci sono notevoli condizioni fisiche e psichiche che comportano astenia, come, appunto, i cambiamenti ambientali che generano uno squilibrio ormonale come quello del cambio stagione.
In genere l'astenia stagionale ha una durata variabile tra pochi giorni e tre settimane circa, periodo dopo il quale l'organismo si adatta alle nuove condizioni e i sintomi spariscono, non bisogna, pertanto, sentirsi diversi da chi, invece, vive euforicamente l'arrivo della primavera, tantomeno sbagliati. Questa condizione può essere, come abbiamo visto, assolutamente normale e fisiologica.
Quando invece è opportuno rivolgersi ad uno specialista? Quando la condizione è invalidante e quando sopraggiungono sintomi depressivi dai quali la persona non sembra venire fuori una volta trascorse alcune settimane. In questo caso può essere importante, con il proprio medico di base e con uno psicologo comprendere se ci sono altre condizioni organiche o psicologiche preesistenti che coincidono con il cambio stagione.
Gli specialisti saranno in grado di comprendere quanto sta accadendo e di guidare la persona alla consapevolezza e alle strategie terapeutiche possibili.
