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Il Progresso

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Numero 08 del 2021

Titolo: Sostenibilità- Alla scoperta dell'incredibile catamarano green che ripulirà i mari dalle plastiche

Autore: Enrico Maria Corno


Articolo:
(da «Corriere.it» del 10 aprile 2021)
Voluto dall'ecologista parigino Yvan Bourgnon, batterà bandiera monegasca e sarà operativo nel 2024: riuscirà a raccogliere fino a 3 tonnellate di detriti all'ora che saranno trasformati in energia
The Sea Cleaner: Si chiama «Manta» perché la superficie della barca ne ricorda le forme e perché, proprio come il pesce, apre la bocca e «mangia» mentre nuota. Questo è un incredibile catamarano lungo quasi 56,5 metri e largo 26, attualmente in fase di realizzazione, che si pone l'obiettivo di raccogliere, processare e scaricare a terra le plastiche che oggi inquinano mari e oceani. Batterà bandiera monegasca, peserà 1900 tonnellate e porterà a bordo un massimo di 34 persone: 22 di equipaggio (5 dei quali operano direttamente sulle plastiche) e 12 passeggeri, quasi tutti scienziati e ricercatori. L'ideatore di tutto è l'ecologista parigino Yvan Bourgnon che lo ha disegnato per l'associazione ambientalista «The Sea Cleaners» dopo tre anni di ricerca e sviluppo.
Come funziona: Sotto la barca - anzi, in mezzo ai quattro scafi - sono stati installati tre collettori che incanalano i rifiuti marini verso altrettanti nastri trasportatori che li portano a bordo. Poi, a mano, vengono inseriti in un compattatore che li trasforma in balle riciclabili da un metro cubo ciascuna. In acqua è attiva una serie di segnalatori sonori che tengono lontani i pesci e i cetacei dalla barca in navigazione, impedendo così che possano finire nel sistema di recupero dei rifiuti. La nave può raccogliere da 1 a 3 tonnellate di plastiche all'ora e stoccare fino a 250 tonnellate di rifiuti prima di doverli trasportare a terra verso unità di riciclaggio.
Arriva ovunque: Questo catamarano avrà una propulsione ibrida: andrà a vela o con il sistema di 4 motori elettrici non inquinanti. È dotato infatti di quattro alberi high-tech alti 62 metri e di 1500 mq di vele che si aprono, si tendono e si riavvolgono automaticamente. A poppa ci sono anche due gru di grandi dimensioni per poter estrarre dall'acqua i detriti galleggianti molto voluminosi. Previste a bordo anche due barche più piccole che possono meglio operare in acque calme e protette dove il catamarano avrebbe difficoltà di manovra, lungo le coste e perfino nei fiumi dove le correnti sono più forti.
L'aspiraplastiche del mare: Ogni minuto, 17 tonnellate di plastica finiscono negli oceani, tra i 9 e i 12 milioni di tonnellate l'anno. Le Nazioni Unite affermano che entro il 2050, ci sarà in mare più plastica che pesci. Ma questa è la prima imbarcazione riservata alla raccolta che è in grado di attraversare l'oceano senza scali e che riesce a processare direttamente le plastiche in mare, senza doverle per forza trasportare a terra. Il sistema di filtraggio del catamarano riesce potenzialmente a raccogliere detriti della misura di 1 cm, setacciando l'acqua fino a un metro di profondità sotto la superficie.
Energeticamente (quasi) autosufficiente: È palese che questa barca abbia bisogno di consumare tantissima energia per navigare e per far funzionare tutta l'attrezzatura. Va da sé che, per sua natura, l'energia consumata debba essere quanto più possibile rinnovabile. Il catamarano Manta è autosufficiente al 75%: il ponte superiore infatti è dotato di quattro turbine eoliche appositamente progettate e di 2000 mq di pannelli solari in grado di produrre rispettivamente 500 kwh e 200 kwh. Il catamarano ricava energia anche dal riutilizzo degli stessi rifiuti che vengono tritati in frammenti finissimi e finiscono in una unità di conversione «Waste to energy» che attiva un processo pirolitico che li converte in elettricità. Per il resto, deve affidarsi a combustibile fossile.
Tre missioni: Oltre alla principale vocazione di «aspiraplastiche del mare», la barca si pone tre differenti obiettivi: il catamarano in futuro sarà anche aperto al pubblico durante manifestazioni tese all'educazione e alla consapevolezza ecologica, potrà ospitare anche personale esterno per diverse missioni scientifiche e contribuirà con la propria immagine e con il proprio lavoro alla transizione verso l'economia circolare.
Campagne di tre settimane: La fondazione - che segue il progetto e che si sta facendo carico della raccolta dei fondi partecipando a crowdfundig e a fiere internazionali - dichiara che il catamarano è in grado di estrarre tra le 5000 e le 10000 tonnellate di rifiuti all'anno, cifra che peraltro appare piuttosto irrealistica se rapportata alla capacità dichiarata di una media di 2 tonnellate l'ora e di 300 giorni di attività l'anno. L'idea - dichiarano inoltre - è che la durata media di una campagna per la raccolta duri tre settimane tra andata e ritorno in porto e che l'attività sarà soprattutto costiera, anche perché le 250 tonnellate di stiva per i rifiuti verrebbero riempite in pochi giorni di lavoro e perché la velocità del catamarano dichiarata (6 nodi senza carico e di 2 o 3 nodi, cioè dai 3 ai 5 km-h a pieno carico) limiterebbe alquanto il raggio d'azione del catamarano stesso. Potrebbe attraversare l'oceano per la sua azione di pulizia solo in caso di gravi tsunami che portassero tantissimi rifiuti in mare al momento del ritiro delle acque.



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