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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 8 del 2020

Titolo: Giovani non vedenti a lezione di sport con Daniele Cassioli

Autore: Redazionale


Articolo:
Da qualche anno gira l'Italia per incontrare i più piccoli e offrire nuove opportunità a bambini e ragazzi ciechi e ipovedenti, con la consapevolezza che la sua storia può essere di stimolo per altre persone nella sua stessa condizione. Lui è Daniele Cassioli, classe 1986, cieco dalla nascita per una retinite pigmentosa che però non gli ha impedito di diventare fisioterapista e di imparare a «volare» sull'acqua così bene da essere considerato il più grande sciatore nautico paralimpico di tutti i tempi, con 25 titoli mondiali, 25 titoli europei e 39 titoli italiani. E proprio per raccontare la sua straordinaria esperienza e cercare di avvicinare quanti più giovani con disabilità visiva allo sport, Daniele è stato ad Ancona il 22 febbraio per un evento gratuito ospitato dal Museo Tattile Statale Omero e promosso dall'Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti delle Marche, dalla sezione territoriale Uici di Ancona, dal Lions Club di Jesi e dalla sua associazione «Real Eyes Sport» che si occupa proprio della promozione sportiva tra i giovani.
«Siamo davvero felici per la presenza di Daniele Cassioli ad Ancona in questa tappa marchigiana del suo tour» commenta la presidente regionale Uici, Alina Pulcini. «Lo sport è uno strumento utilissimo per contrastare l'isolamento in cui rischiano di cadere i nostri ragazzi, per avvicinarli ai loro coetanei e permettere loro di sviluppare in modo armonico il corpo e le potenzialità».
«È la mia prima volta nella Marche per occasioni di questo genere» racconta Daniele «e sono molto contento che anche questo territorio si stia muovendo per la promozione dello sport tra i bambini che non vedono. Credo che la cosa più utile per il bene dei più giovani sia proprio fare squadra e vivere le esperienze. L'obiettivo più grande della nostra associazione? Che i bambini escano più spesso di casa. Perché il mondo che frequenteranno da adulti è il mondo di tutti e se da una parte si cerca di promuovere un ambiente su misura per loro, arriverà il momento in cui dovranno affrontare le difficoltà «esterne» in un mondo diverso, più grande. La pratica sportiva può allenarli e prepararli ad entrare in quel mondo con un passo diverso e una marcia in più».



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