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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 36 del 2019

Titolo: Si torna a scuola

Autore: Vincenzo Massa


Articolo:
Il nuovo anno scolastico sconta, ancora una volta, le turbolenze della politica e la sua incapacità a superare i livelli di burocrazia altissimi che continuano ad imbrigliare quei provvedimenti che, in un settore delicato come la scuola, a volte devono essere immediati per far fronte alle emergenze che si vengono a creare. Piacevolmente colpiti dall'attenzione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, in fase di consultazione, ha voluto, per la prima volta, incontrare le associazioni che rappresentano il mondo della disabilità per inserire all'interno del programma di governo linee guida da realizzare per migliorare la vita delle persone con disabilità anche nel settore della scuola. La speranza è che il nuovo governo sappia trovare le risorse finanziarie necessarie per il sostegno all'istruzione, alla ricerca e alla formazione, elementi strategici per lo sviluppo del nostro Paese. Ora tutti aspettano di capire quanto delle norme approvate dal precedente governo resteranno in vigore nell'anno scolastico appena iniziato. Nel pacchetto approvato si parlava di maggiore coinvolgimento delle famiglie, per poter meglio cogliere le specificità, per l'assegnazione delle ore di sostegno ai ragazzi, per un piano didattico individualizzato e una maggiore attenzione sulla scelta dei sussidi affinché vi sia una vera inclusione dello studente con disabilità.
Il neo Ministro Lorenzo Fioramonti, che già ha lanciato l'allarme per la mancanza di fondi, ha annunciato che sta lavorando al miglioramento di un decreto quasi pronto che dovrebbe rispondere alla mancanza di circa 100 mila insegnanti, senza dimenticare l'allarme che è stato lanciato anche per il sostegno ai ragazzi disabili, visto che in alcune regioni la situazione sembra essere drammatica. Fioramonti, già viceministro nel precedente governo, ha fatto capire, senza esitazione, la sua strategia politica e, partendo dalla prossima legge di bilancio, chiede di poter ottenere due miliardi da investire nella scuola e uno nell'università. Per comprendere meglio la situazione degli alunni disabili italiani inseriti nelle scuole di ogni ordine e grado, ci sembra giusto prendere in esame i dati esposti dal Miur che fotografano lo scenario dell'anno scolastico 2017-18.
Rispetto all'anno scolastico precedente, vi è stato un incremento di circa 14.000 unità. La presenza degli alunni con disabilità nelle aule delle scuole negli ultimi 20 anni, oltre a raccontare il cambiamento della società italiana, ci dice che rispetto all'1,40% di presenza nel 1997-98 si passa al 2,9% del 2016-17 per arrivare al 3,1% del 2017-18, pari a 268.246 alunni rispetto ai 123.862 del 1997-98. In questo raddoppio degli alunni con disabilità, segnaliamo che la regione con maggiori iscritti è stata l'Abruzzo con il 3,7% mentre quella con il minor numero è stata la Basilicata con il 2,8%. Scorrendo ancora i dati del ministero, apprendiamo che nell'anno scolastico 2017-18, il 93,3% degli alunni disabili ha frequentato la scuola pubblica, il 5,1% la paritaria e 1,6% una scuola non paritaria ma che era presente nei registri regionali. Le classi che avevano un alunno disabile sono state 192.606, pari al 45%, su un totale di 427.728 classi attivate, così distribuiti: 31.724 nella scuola d'infanzia, 95.081 nella scuola primaria, 71.065 nella scuola primaria di primo grado e 70.376 nella scuola secondaria di secondo grado. Gli insegnanti di sostegno impiegati nel 2017-18 sono stati 155.977, con un incremento di 16.000 unità rispetto all'anno precedente, suddivisi in 17.743 per la scuola dell'infanzia, 55.578 per la primaria, 41.512 per la secondaria di primo grado e 41.144 per la secondaria di secondo grado. Ogni insegnante, in media, è stato impiegato per seguire due alunni con disabilità, migliorando di molto il trend negativo degli anni precedenti che vedevano un rapporto anche di uno a tre ed una scarsa copertura finanziaria per l'assunzione di nuovi insegnanti. Passando ad esaminare ora la presenza degli alunni non italiani, percentuale che è del 13% sugli studenti complessivi, dobbiamo segnalare che ben il 4,1% di essi ha una disabilità. Il 70% degli alunni stranieri con certificazione si trova nel settentrione e precisamente il 44% nel Nord Ovest e il 16% nel Nord Est. Prendendo in esame la tipologia di disabilità è emerso che il 96,4 aveva una disabilità psicofisica, il 2,3 una disabilità uditiva e 1,4% una disabilità visiva, dal rapporto non si evincono gli alunni con disabilità plurime che pure sono in costante crescita. Soffermiamoci ora sui dati che riguardano gli alunni con disabilità visiva. La loro presenza è così distribuita per l'1,2% nella scuola dell'infanzia, 1,3% nella scuola primaria, 1,2% nella scuola primaria di primo grado e il 2% nella scuola secondaria di secondo grado.
Per questi ragazzi, su indicazione del presidente nazionale Uici Mario Barbuto, la Biblioteca Italiana per Ciechi e la Federazione delle Istituzioni pro Ciechi hanno aumentato la loro attività di consulenza su tutto il territorio nazionale. La Biblioteca Italiana per Ciechi «Regina Margherita» di Monza, per garantire i testi scolastici a tutti gli alunni con minorazione visiva, ha deciso che, anche per l'anno scolastico 2019-20, trascriverà gratuitamente i libri per quanti frequenteranno le prime due classi della scuola primaria. L'Irifor, inoltre, ha ampliato la sua azione di formazione dedicata ai docenti, senza trascurare le attività di sostegno alla genitorialità, oltre alla realizzazione, nelle strutture territoriali, di corsi per l'apprendimento e l'utilizzo dei nuovi strumenti che la tecnologia mette a disposizione. Mario Barbuto, presidente nazionale uici, così ha dichiarato: «Spero che l'Italia diventi un paese all'avanguardia nel settore dell'istruzione e che si possa allineare in tempi rapidi al principio riconosciuto dalle Nazioni Unite secondo cui la disabilità è tale solo in relazione al contesto. Solo offrendo opportunità specifiche ai ragazzi con disabilità si potrà garantire una maggiore autonomia e una qualità della vita più elevata».



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