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Il Progresso

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Numero 16 del 2019

Titolo: Musica- Suoni delle Dolomiti, tra trekking e musica carioca a duemila metri

Autore: Maria Rosaria Iovinella


Articolo:
(da «Wired.it» del 20 luglio 2019)
Classica, jazz e bossa nova nel palinsesto dell'evento musicale che consente a spettatori e musicisti di ascoltare arte a contatto con la natura
Lo scorso 28 giugno è partita la venticinquesima edizione del festival «I suoni delle Dolomiti». L'appuntamento trentino dedicato alla musica, in programma fino al 15 settembre, chiede ai partecipanti, ma anche agli artisti, di uscire dalla comfort zone in cui, in genere, si assiste agli spettacoli e di elevarsi per usufruire dell'arte (la manifestazione rientra anche nella rete di eventi per il decennale delle cime come patrimonio Unesco). Non una metafora, bisogna davvero percorrere itinerari a piedi per godersi gli spettacoli all'ombra di alcune delle più belle cime italiane. La montagna bisogna guadagnarsela, e da qui la proposta dei trekking in quota, che coinvolgono anche i musicisti. A settembre si cimenteranno in una tre giorni di trekking i violoncellisti Brunello, Goudarolis, Berrill e Vestidello: percorreranno 4 ore di cammino al giorno (in un itinerario comunque privo di difficoltà tecniche) e, giunti alla meta, si esibiranno con l'illustre collega brasiliano Morelenbaum.
Nel 2019 il festival si allunga fino a settembre, occasione in più per fare tappa in valle. Sebbene sia già partito, ha ancora diversi pezzi forti nel suo palinsesto. Spicca sicuramente, il prossimo 31 agosto, la possibilità di assistere a un'opera lirica a duemila metri di altezza (trattasi del Barbiere di Siviglia) ma non mancano anche proposte più pop e ugualmente raffinate: il jazzista Stefano Bollani è di scena il 4 settembre in Val Rendena mentre Malika Ayane si esibisce il 15 settembre a Villa Welsperg, a un passo dalle Pale di San Martino. Il 7 agosto, è tempo di gipsy swing con Joscho Stephan: evento di richiamo per chi apprezza Django Reinhardt e lo swing gitano anni 30. Un vero festival nel festival è invece la Campiglio Special Week,che ha per tema il Brasile, il suo mondo e la sua musica (la recente scomparsa del padre della bossa nova João Gilberto non ha lasciato indifferenti i veri appassionati). Contaminazioni alle porte, quindi, negli appuntamenti in programma, ma anche scoperte di altri versanti della grande tradizione brasiliana, più nascosti, così come lo è il paese lontano dalle grandi metropoli che richiamano i turisti globali. Il 2 settembre, il clarinettista Gabriele Mirabassi, con Cristina Renzetti e Roberto Taufic, svela il volto agreste della musica del grande paese sudamericano, lontano quindi da coste e spiagge. Il 7 settembre, invece, il virtuoso della chitarra, e figlio d'arte Yamandu Costa, si esibisce a Malga Vagliana.
La musica da sempre è un fattore unificante e il festival rispecchia questo assunto tra tradizioni musicali diverse, ospiti internazionali e, appunto, un'offerta di world music che, Brasile a parte, regala anche uno sguardo sulle nuove rotte della musica africana (con i Chesaba, in Val di Fiemme, l'11 settembre, e sul combo classica e jazz con gli strumenti della tradizione russa, in un appuntamento di scena sull'Altopiano della Paganella, l'8 settembre.



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