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Il Progresso

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Numero 16 del 2019

Titolo: Turismo- In Cilento tra storia e natura, un viaggio... oltre il mare

Autore: Jusy Coppola


Articolo:
(da «Unicosettimanale.it» del 6 luglio 2019)
Si dice Cilento e si pensa subito a Paestum. Eppure intorno alla città più famosa dell'area della provincia di Salerno, esiste un universo di possibilità e di zone di pregio, qualunque sia la direzione che si prende. Grotte favolose per chi ama la speleologia, percorsi naturalistici nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, due aree marine protette, borghi fantastici come Punta Tresino e Santa Maria di Castellabate, quest'ultima famosa location del fortunatissimo film «Benvenuti al Sud». E poi ancora l'Area archeologica di Velia, il Museo Virtuale Paleolitico, l'Area archeologica di Paestum, patrimonio Unesco. E i prodotti enogastronomici d'eccellenza, le mozzarelle di bufala della Tenuta Vannulo, nella piana del Sele, a Capaccio Scalo.
Insomma, il Cilento è una miniera di opportunità, e potremmo andare avanti per lungo tempo facendo l'appello dei tesori che offre. Attenzione, «offre» e non «nasconde», perché sono tutti facilmente raggiungibili, ben inseriti in un percorso turistico che si è recentemente arricchito di una app che accompagna il turista nel Cammino del Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
«Assaggia ogni sera un cibo nuovo e sconosciuto» racconta la app «con gli ingredienti della Dieta Mediterranea; prega nella Certosa di Padula, apri la mente sulla collina di Elea Velia patria di Parmenide e Zenone; perditi tra le colonne dei Templi di Paestum, regina della Magna Grecia. Fermati spesso e ascolta il racconto della storia, visita i borghi, raccogliti in silenzio nelle navate delle chiese basiliane, scaldati al sole nelle piazze dei borghi, ascolta i racconti degli anziani che ancora li rendono vivi. Apri le imposte ogni mattina sulla selva dei tetti di un paese».
C'è poco da aggiungere a questo elenco di bellezze nostrane, c'è però ancora da fare sotto il profilo del marketing turistico. Perché se è vero che il mare del Cilento «si vende da solo», far passare l'idea che ci sia molto altro da vedere, visitare, scoprire risulta invece un esercizio ostico. Il mare e le spiagge «coprono» mediaticamente tutto il resto. Ma allora come fare? Il Cilento ha, per sua fortuna, anche caratteristiche uniche, posti unici. Come Velia, la città antica «comprata» e non conquistata dai greci. Che all'epoca si comportarono un po' come i cinesi oggi, con il denaro al seguito per prendersi spazi di territori ed economie altrui. O come le grotte da visitare in barca, in una sorta di «viaggio al centro della terra» unico nel suo genere. Puntare dunque sulle particolarità, creare dei claim («Cilento, un viaggio in grotta al centro della terra» oppure «Cilento, dove i greci facevano i cinesi») potrebbero essere dei modi - ma ovviamente sono solo suggerimenti, se ne possono trovare tanti altri e di migliori - per incuriosire rispetto al solo mare, seppur meraviglioso. L'Italia è tutta bella: monti, cammini, spiagge, mare li troviamo ovunque. Il Cilento ha quel quid in più, e deve imparare a comunicarlo.



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