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Il Progresso

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Numero 12 del 2019

Titolo: Vacanze- I viaggi Hippie del nuovo millennio: 7 mete per essere liberi

Autore: Davide Campione


Articolo:
(da «Vanityfair.it» del 26 maggio 2019)
Chi sono gli hippies del nuovo millennio? Dove vanno a ritrovare se stessi? Quali sono le mete più battute negli hippie trail di oggi? Rispondere non è facile. Primo, perché il termine hippie, nel corso del tempo, ha perso il suo significato rivoluzionario riducendosi nella migliore delle ipotesi ad un'etichetta di stile ad uso e consumo di fashion blogger e aspiranti partecipanti al Coachella. Secondo perché quelle mete spirituali che una volta sembravano remote ed inaccessibili (Goa in India oppure Kathmandu in Nepal) oggi si raggiungono agevolmente con voli di linea nemmeno troppo costosi. E ad accogliere i viaggiatori invece che i «guru» di un tempo ci sono «quei» café col wifi gratuito presenti in tutto il mondo e altre attività tipicamente occidentali. Forse ai viaggiatori non interessa più andare alla ricerca di se stessi o di una guida spirituale che gli cambi la vita. I travellers del nuovo millennio preferiscono semplicemente andare alla scoperta di luoghi e culture nuove, rilassandosi insieme a persone anche molto diverse da loro con cui condividere un periodo più o meno lungo della propria vita, durante il quale fare nuove esperienze senza l'ossessione che queste rappresentino chissà quale percorso ascetico. Più che hippies o, peggio ancora, hipster, potremmo definire questi viaggiatori moderni «relaxster», una fantasiosa crasi tra relax e travellers per indicare chi, semplicemente, ama viaggiare, rilassarsi, sentirsi libero, lasciarsi andare e vivere, dunque. Abbiamo scelto sette mete per creare un inedito trail dedicato ai neo-hippies, spaziando dal Marocco, con la città blu di Chefchaouen, all'Isola di Sirgao nelle Filippine, splendida, incontaminata e ancora da scoprire. Poi ci muoveremo alla volta della «comune» più famosa del Brasile, Arembepe, che ospitò icone della musica come Janis Joplin e Mick Jagger. In Grecia andremo ad Ikaria, luogo aspro e allo stesso tempo armonioso, dove campeggiare in mezzo alla natura e ballare nei villaggi per tutta la notte la Panagiria. A Si Phan Don, nel Laos, scopriremo la vita rilassata delle 4.000 isole, mentre a Byron Bay, in Australia, ci dedicheremo alla natura, al surf e allo yoga sull'oceano. A concludere il relaxster trail di Vanity Fair la terra della pura vida, il Costa Rica, col ritmo lento della sonnacchiosa Puerto Vuejo.
1. Siargao, Filippine: Il paradiso delle Filippine non è Boracay ma l'isola di Siargao, situata nella parte più orientale del Paese a un'ora di volo (e circa 50 euro di biglietto aereo) dalla capitale Manila. L'isola è considerata il miglior posto per fare surf in tutto il sud est asiatico grazie ad uno degli «spot» più famosi al mondo, il Cloud 9, dove ogni anno, a settembre, si tiene una competizione internazionale. Per i «relaxster» che vogliono uscire da tutti i percorsi battuti, esiste un «secret spot»: un piccolo fiume che scorre tra mangrovie e palme da cocco vicino al villaggio di Maasin. Ma Siargao non è solo surf: il turismo non è ancora esploso e se verrete nel periodo migliore (da aprile a novembre) potrete godervi tutte le meraviglie del piccolo arcipelago con pochissima gente attorno. Partendo, ad esempio, da Naked Island, un minuscolo atollo di sabbia, o Guyam, poco più di una ventina di palme in mezzo al mare cristallino, per poi tuffarvi a Sugba Lagoon, incredibile laguna verde smeraldo incastonata tra le colline e le mangrovie dove vi sentirete in totale armonia con la natura. Un po' come alle piscine naturali di Mangpupunko, che emergono ogni qual volta c'è la bassa marea, o nella baia di Sohoton, dove nuotare in mezzo a migliaia di meduse (non pericolose per l'uomo).
2. Byron Bay, Australia: Raggiungendo il punto più orientale dell'Australia si arriva a Byron Bay, una cittadina con poco meno di 10 mila abitanti ma una lunga storia legata alla controcultura, al surf e all'amore per la natura. Negli anni 70 infatti la città divenne un punto di riferimento internazionale per il movimento hippie, grazie all'Aquarius Festival organizzato nella vicina Nimbin. Di hippy, oggi, non ne troverete molti, ma il clima rilassato e la vivacità culturale di Byron Bay restano l'anima del luogo. Non a caso molti sono gli eventi artistici che si susseguono durante l'anno, come il BluesFest, uno tra gli appuntamenti più importanti al mondo per la musica blues, che nel 2019, ha festeggiato i 30 anni con Ben Harper, Jack Johnson, George Clinton. Il meglio di questa perla della Gold Coast è però outdoor: provate a camminare dalla città fino al faro al sorgere del sole, per vedere una delle prime albe del pianeta, e poi durante il giorno dedicatevi ad oziare sulle numerose spiagge incontaminate, e deserte o, se lo preferite, prendete qualche lezione di surf a The Pass beach, la più adatta per i meno esperti. Se invece volete vedere da vicino la fauna marina della baia, noleggiate un kayak e allontanatevi dalla costa per osservare la migrazione delle balene (da giugno a novembre) e i delfini. Quando (e se) avrete voglia di staccare la spina ulteriormente, immergetevi nel lato «spirituale» di Byron Bay, figlio della sacralità che l'antico popolo aborigeno arakwai riservava alla baia. Le scuole di yoga e filosofie orientali sono numerosissime e ogni anno qui si tiene una manifestazione dedicata a queste tematiche: il Byron Spirit Festival, in programma a fine febbraio.
3. Chefchaouen, Marocco: Un blu intenso, che contrasta col verde delle montagne del Rif marocchino su cui sorge, colora tutte le abitazioni di Chefchaouen, affascinante e misteriosa città berbera situata a circa 100 km da Tangeri. I colori delle case basse rimandano alla Grecia ma il tipo di architettura tradisce l'influsso degli andalusi, che contribuirono alla sua fondazione a fine 400. Il mix tra colori, architettura, paesaggi quasi fiabeschi e una vivace cultura locale rende Chefchaouen un luogo unico al mondo, apprezzato anche dalla moda (qui sono stati girati spot pubblicitari di Giorgio Armani e Chanel) e frequentato da quei viaggiatori che trovano un'atmosfera profondamente tradizionale e insieme cosmopolita, molto più rilassata e meno turistica rispetto ad altre città del Marocco. Dopo aver camminato negli stretti vicoli della Medina e aver mangiato tajine di carne e verdure sulla terrazza di qualche ristorante locale, uscite fuori città - ma solo pochi km - per immergervi nella natura del Rif fino alle paradisiache cascate d'Akchour, con le sue acque cristalline dove tuffarsi e fare il bagno.
4. Ikaria, Grecia: Ikaria è selvaggia, ribelle, quasi «anarchica» (nel 2012 gli abitanti dell'isola volevano indire un referendum per chiedere la secessione dalla Grecia e l'annessione all'Austria) e allo stesso tempo vive di rilassatezza, condivisione, libertà, tradizioni e di un ritmo proprio. Anche dal punto di vista biologico. Ikaria è infatti stata inclusa tra le poche «zone blu» del mondo, quei luoghi dove si vive più a lungo in assoluto, grazie ad un insieme di fattori, che i locali riassumono più o meno così: «aria buona, il miglior clima al mondo e le persone più amichevoli che si possa sperare di incontrare». L'isola è stata il centro degli hippie greci negli anni 70 e anche oggi gli ikarioti, e chi sceglie di trascorrere qui il suo tempo, amano vivere a modo proprio, tra la natura rigogliosa dell'interno, sulla spiaggia nudista di Nas, nella «spa» naturale più bella dell'Egeo, chiamata Therma, o sulla semideserta Livadia. Per chi ama tirar tardi, poi, c'è la Panagiria, una sorta di festa tradizionale dove si balla musica greca «nissiotika» fino all'alba. Ad Ikaria è possibile trovare sistemazioni di ogni tipo così come campeggiare in mezzo alla natura, consigliamo però di fare un salto all'Ikarianwine Club, una piccola farm sulle colline, dove si produce vino bio, si organizzano corsi di degustazioni ed è possibile dormire nelle tradizionali case di pietra. Ikaria si trova nel Mar Egeo centro orientale, ed è facilmente raggiungibile sia in aereo, da Atene, o tramite ferry da Mykonos o Kos.
5. Puerto Viejo de Talamanca: Puerto Vejo de Talamanca, poco più di un villaggio di pescatori distante circa 5 ore di pullman dalla capitale San Josè, è una tappa non (ancora) battuta nei classici itinerari costaricensi, che si concentrano sulla incredibile biodiversità dei Parchi Naturali e sui numerosi vulcani. Qui siamo nel Costa Rica caraibico, dove la sensazione di «pura vida», come dicono i locali, ti avvolge fin dal tuo arrivo grazie ad un clima rilassato che viaggia a tempo di reggae, la «soundtrack» che vi accompagnerà per tutto il tempo in cui farete parte di questa vivace comunità cosmopolita. Camminando, come fanno tutti qui, a piedi nudi sulla sabbia bianca di spiagge tropicali da sogno come Punta Uva e la solitaria Playa Grande, magari con una tavola da surf sotto braccio e una birra in mano, vi sentirete in pace con la rigogliosa natura che vi circonda, che potrete scoprire prendendo a noleggio una bicicletta, qui il mezzo più utilizzato per muoversi. Se amate gli animali e vi interessa il «green tourism», potreste dedicare una parte del vostro tempo al Tree of Life Wildlife Rescue Center dove vengono salvati e reinseriti nel loro habitat naturale specie di ogni genere, dai giaguari alle scimmie ragno. A disposizione dei volontari che decidono di dare una mano al centro ci sono delle semplici abitazioni di legno costruite proprio in mezzo alla foresta pluviale. Ambiente simile ma sistemazione a pagamento (con più comfort, elettricità e acqua calda compresa) anche nei due spaziosi bungalow di legno all'interno del Jaguar Rescue Center.
6. Si Phan Don, Laos: Le 4.000 isole disseminate su questo tratto del fiume Mekong, al confine tra Laos meridionale e Cambogia, conosciute nella lingua Lao come Si Phan Don, sono un luogo quasi del tutto vergine, incontaminato, difficile e faticoso da raggiungere, che tuttavia una volta arrivati premia il viaggiatore con un relax totale in mezzo alla natura asiatica. Il numero a tre zeri delle isole si riferisce al periodo di secca del Mekong, che durante la lunga stagione delle piogge sommerge gran parte di esse ad eccezione delle tre principali, Don Det, Don Khong e Don Khon. Evitate la prima, presa d'assalto dai backpacker in cerca del facile sballo, e puntate sulle altre, più tranquille e meno frequentate. Sulle 4.000 isole la maggior parte delle persone passa il tempo sull'amaca, a leggere o chiacchierare, entrando sempre più in sintonia con la natura che qui, complice l'assenza quasi totale di comfort, avvolge completamente il viaggiatore. Anche se le vostre giornate a Si Phan Don saranno «occupate» dal non fare assolutamente nulla, ricavatevi il tempo per fare almeno due cose: il «tubing» sul Mekong, ovvero farsi trasportare dal lento scorrere del fiume sulla camera d'aria di un camion, e un giro in bici fino alle cascate Li Phi, dove vedrete saltare dall'acqua i rari delfini dell'Irrawaddy. Sia che arriviate dalla Cambogia che dal Laos per raggiungere le isole dovrete fare sosta a Ban Nakasang, al cui molo pagherete un dollaro per raggiungere una delle isole principali. Se volete una sistemazione deliziosamente low-budget che vi consenta di osservare dalla vostra amaca i celebri tramonti sul Mekong vi consigliamo la Don Som Riverside Guesthouse, l'unica struttura sulla piccola Som Island.
7. Arembepe, Brasile: L'idea di «comune» è ancora molto forte ad Arembepe, circa due ore di bus da Salvador de Bahia, nel Nordest del Brasile, un piccolo villaggio che da decenni rifiuta le modernità a favore di una vita rilassata e libera. Qui non troverete altro che alcune capanne di legno e paglia, qualche tenda, palme e chilometri di spiagge bagnate dall'Oceano Atlantico e dalla laguna del fiume Capibara. Ad Arembepe la vita viene scandita dai tempi della natura più che da quelli dell'uomo, ed è probabile che le vostre giornate inizieranno al mattino presto, quando sorge il sole, e termineranno la sera non troppo tardi, magari dopo aver chiacchierato con qualche ragazzo del paesino accanto, l'unico luogo dove si possono fare richieste più «occidentali». Qui, insomma, l'orologio non ha nessun valore: deciderete voi se impiegare il vostro tempo a passeggiare lungo la spiaggia, a rilassarvi in tenda o a fare il bagno nelle piscine naturali che si formano a ridosso dell'Oceano. È probabile che seguirete gli stessi passi di Janis Joplin, Roman Polanski e Mick Jagger, anche loro, in passato, incantati da questo luogo così distante dalla modernità pur trovandosi a solo 50 km da una metropoli come Bahia. Nel corso del vostro soggiorno ad Arembepe fermatevi almeno una volta all'Alceus Bar, che si trova nel paesino vicino, acquistando qualche prodotto locale al Centro de Artesanato, che è la principale fonte di sostentamento dell'intera comunità locale.



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