Numero 8 del 2019
Titolo: Esteri- Crolla il prezzo del caffè
Autore: Sissi Bellomo
Articolo:
(da «Il Sole 24 ore.it» del 2 aprile 2019)
Il Brasile come gli Usa dello shale oil: troppa offerta
Il Brasile sta facendo al caffè quello che gli Stati Uniti dello shale oil hanno fatto al petrolio. Anche i raccolti del Paese sudamericano sono cresciuti a dismisura - come le estrazioni di greggio negli Usa - provocando un eccesso di offerta che il mercato fatica ad assorbire. Il prezzo dei chicchi di varietà arabica, ingrediente chiave della miscela per l'espresso, è sotto pressione da oltre un anno: ci sono stati sei trimestri consecutivi di ribassi, una serie negativa che non si ripeteva dal 2001, e ieri a New York i futures hanno di nuovo aggiornato i minimi scendendo a 91,25 cents per libbra (consegna maggio), quotazioni che non si vedevano da 13 anni e che in molte aree del mondo non sono sufficienti a ripagare i costi di produzione.
Nel frattempo anche il caffè robusta, base per le miscele solubili e considerato meno pregiato, ha iniziato a perdere valore: le quotazioni a Londra hanno ripiegato sotto 1.400 dollari per tonnellata, ai minimi da marzo 2016. I coltivatori di caffè di mezzo mondo sono in crisi, inermi di fronte alla concorrenza del Brasile. Il maggior fornitore mondiale continua infatti ad espandere la produzione e le esportazioni, avvantaggiato dal clima favorevole, da metodi produttivi più avanzati e dalla svalutazione della valuta locale, il real. Dopo un raccolto da primato nel 2018-19, anche nella prossima stagione (che prenderà il via a ottobre) il Brasile si avvia a dominare il mercato: Rabobank prevede che produrrà 57,6 milioni di sacchi da 60 kg di caffè. Di questi 38 milioni saranno arabica, un record storico per un anno che nel ciclo biennale del caffè dovrebbe essere a produzione ridotta. Quanto al robusta, 19,5 milioni di sacchi sarebbero un record tout court.
A livello globale le cose non vanno altrettanto bene. Nel 2019-20 è anzi previsto che, proprio a causa della sofferenza di molti coltivatori, l'offerta di caffè risulterà inferiore alla domanda. Gli analisti ritengono tuttavia che il deficit sarà troppo piccolo per riuscire a smaltire le immense scorte che nel frattempo si saranno accumulate. Il surplus di caffè nella stagione in corso potrebbe addirittura superare 10 milioni di sacchi secondo Volcafe (Ed&F Man Holdings), mentre nel 2019-20 dovrebbe esserci un deficit di 3 milioni di sacchi. L'International Coffee Organization (Ico) sta cercando di correre in aiuto dei produttori più deboli, non solo per assicurare la sussistenza ai coltivatori più poveri, ha spiegato il direttore esecutivo José Sette, ma anche per difendere «la sostenibilità di lungo termine del settore». L'Ico cercherà di mobilizzare risorse finanziarie dal settore privato e dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad). Inoltre sono allo studio campagne per promuovere ulteriormente il consumo di caffè, che comunque sta già crescendo al ritmo del 2% l'anno, con punte superiori al 4% in Asia.