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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 8 del 2019

Titolo: Studiare in un'Europa senza frontiere

Autore: F. Chiabai, A. Nardin, F. Santambrogio, M. Turqui


Articolo:
Quattro ragazzi italiani a Francoforte per studiare - Campus Visually Impaired in Frankfurt - Studying in Europe without barriers (15-19 agosto 2018 - Francoforte sul Meno)
L'estate scorsa alcuni ragazzi non vedenti e ipovedenti, soci dell'Uici, hanno potuto partecipare a un seminario di cinque giorni sulla mobilità degli studenti in Europa considerata dalla prospettiva di chi ha una disabilità visiva, tenutosi presso la struttura Sportschule und Bildungsstatte des Landessportbundes Hessen e. V. a Francoforte sul Meno. Alla Federazione Tedesca degli Studenti e Professionisti Ciechi e Ipovedenti (Dvbs e. V.) era affidata l'organizzazione del seminario «Campus Visually Impaired - Studying in Europe without barriers», che ha riunito ragazze e ragazzi in corso di studi universitari provenienti da vari paesi d'Europa: Italia, Germania, Belgio, Repubblica Ceca, Polonia, Olanda, Serbia, Spagna e Regno Unito. Per l'Italia, dopo aver superato una selezione a livello nazionale, siamo stati in quattro a partecipare: Francesco Chiabai, Andry Nardin, Francesca Santambrogio e Malia Turqui, con un accompagnatore vedente, Diego Losito.
Durante questi cinque giorni abbiamo ascoltato interventi di personalità che hanno a che fare con il mondo della disabilità visiva e abbiamo potuto partecipare a workshop in cui mettere in comune le nostre idee e le nostre esperienze sul macro tema dello studiare all'estero in un programma accademico come Erasmus+. Essendo un gruppo così assortito, abbiamo avuto modo di confrontarci sia con persone che hanno appena iniziato l'università e hanno tanta voglia di partire, sia con ragazzi che già hanno vissuto l'esperienza all'estero e hanno saputo dare consigli e suggerimenti. Tra i vari interventi a cui abbiamo assistito, ricordiamo quello di Andrea Katemann, la direttrice della Biblioteca per i ciechi di Marburg, una delle più famose e fornite in Germania, la quale ci ha spiegato le questioni legate al «Trattato di Marrakech volto ad agevolare l'accesso alle opere pubblicate alle persone cieche, ipovedenti o con altre difficoltà di lettura di testi a stampa». Ci sono stati presentati ausili di tecnologia assistiva: vari modelli di barre braille, videoingranditori e perfino OrCam MyEye.
Wolfgang Angermann, presidente dell'Unione Europea dei Ciechi (European Blind Union-Ebu), ci ha illustrato il quadro generale della storia dell'Ebu, le sfide che ha dovuto affrontare e le campagne che sta conducendo, quali, ad esempio, quelle sulla ratifica e l'attuazione del Trattato di Marrakech, sull'Atto Europeo sull'Accessibilità, sulle auto silenziose, sull'accessibilità degli ascensori ecc. Da ultimo, ma non per importanza, ricordiamo l'intervento del professor Rodolfo Cattani, il quale ha parlato di come l'Unione Europea possa far fronte alla crisi politico-economica, agli estremismi e ai populismi, contrapponendovi i valori di inclusione, solidarietà e non discriminazione. Nel suo intervento ha anche toccato il tema della libertà di movimento all'interno dell'Ue e l'ipotesi concretizzabile di una tessera per cittadini europei disabili, che dia accesso agli stessi servizi in tutti gli Stati Membri. Durante i workshop invece, abbiamo parlato più nel concreto dei servizi offerti dalle organizzazioni di ciechi e ipovedenti nei nostri paesi, ma soprattutto si è discusso di mobilità studentesca in Europa anche in relazione a importanti dettagli, ad esempio cosa preparare prima della partenza, come cercare un alloggio, come finanziarsi la borsa Erasmus, come organizzare la vita sociale e il tempo libero. Non sono mancate le attività ricreative, come giocare a calcio a cinque bendati e una visita guidata alla città di Francoforte che si è conclusa con una cena in un ristorante tipico. A conclusione del nostro articolo, ci fa piacere trasmettere le riflessioni personali di ciascuno di noi.
Malia
Ripenso e rivivo ogni preziosa emozione che ho avuto l'opportunità di provare durante il campo, in quanto mi sono affidata completamente a uno staff specializzato che mi ha accompagnato, mano nella mano, nel percorso dell'informazione e dell'istruzione. Nonostante i miei studi, la mia curiosità e la mia voglia di scoprire, ho appreso e raccolto molte informazioni utili per chi, come me, non smette mai di fare ricerca superando le barriere geografiche e soprattutto le paure di non essere all'altezza perché cieco. Posso dunque dire di essermi portata a casa tante nuove idee su come aggirare gli ostacoli durante le difficoltà, tanta storia su come i primi ciechi hanno lottato per far sì che noi oggi godiamo di determinati diritti non certo scontati, un ampliamento di una rete sociale e amicizie arricchenti e ancora più voglia e grinta di scoprire, sperimentare e collaborare all'interno della mia Unione, per poter restituire un briciolo di ciò che disinteressatamente mi ha donato. Va dunque un grazie speciale all'Ufficio Relazioni Internazionali, che mi ha introdotto in questa esperienza non solo come componente passivo e quindi beneficiario di servizi, ma anche come utente attivo pronto a essere un intermediario tra chi ha bisogno di intraprendere un percorso nuovo e chi è in grado di renderlo accessibile e serenamente realizzabile.
Francesca
Ciò che mi porto dietro da questa esperienza è soprattutto aver conosciuto altri ragazzi che condividono con me, oltre alla disabilità, lo stesso interesse per lo studio, lo scambio tra culture, i temi che riguardano l'Europa e la voglia di viaggiare per conoscere. In questi cinque giorni ho dato tanto e ho ricevuto molto di più. Ho dato consigli concreti perché, avendo io partecipato a un programma Erasmus di dieci mesi, mi sono sentita utile incoraggiando chi vorrebbe intraprendere un'esperienza del genere; ho ricevuto testimonianze di chi come me ha vissuto l'esperienza di studiare all'estero, mi ha piacevolmente sorpreso aver trovato tanti ragazzi come me che hanno deciso di partire nonostante la disabilità. D'altra parte ho ricevuto anche tanto affetto ed entusiasmo da chi invece non ha ancora avuto l'occasione di partire, ma ne ha una gran voglia. Spero che questo network che si è creato tra di noi prosegua e che io possa continuare ad aiutare tanti come me in futuro. Colgo l'occasione per ringraziare l'Uici che mi dà la possibilità di parlare di questi temi che mi stanno particolarmente a cuore.
Andry
Questo seminario mi ha permesso di vedere il mio futuro con una nuova prospettiva. Personalmente non ho mai trascorso un periodo lungo all'estero con un programma come Erasmus, ma ho partecipato a diversi seminari e progetti internazionali di breve durata, come questo. I motivi per cui non ho mai tentato un'esperienza più lunga sono stati la mancanza di tempo (vari impegni universitari e volontariato locale) e un pizzico di paura sul fatto di andare all'estero e ritrovarmi «abbandonata a me stessa», senza un'adeguata rete di supporto. Questo campo per ciechi e ipovedenti mi ha dato nuova fiducia e voglia di provare un'esperienza del genere, che pur non essendo perfetta, in quanto ci sono ancora molti passi avanti da fare in tema di accessibilità, può rivelarsi un'esperienza indimenticabile e irripetibile. Inoltre, il fatto di condividere la propria storia può rivelarsi la carta vincente per evitare ad altre persone di commettere gli stessi errori e rendere il loro «viaggio» più semplice. Ringrazio quindi per l'opportunità datatami dall'Unione e non mancherò di diffondere questo tema che probabilmente sta a cuore e allo stesso tempo spaventa molti giovani italiani.
Francesco
Per me, l'esperienza a Francoforte è stata meravigliosa, non solo perché ho incontrato nuove persone con cui ci siamo confrontati sulle varie tematiche del seminario, ma soprattutto ho provato le stesse emozioni del mio primo Erasmus+ a Cipro nel 2015, dove ho trovato gioia, benessere e una piacevolissima sensazione di libertà ed autonomia per la mia vita presente e futura. Non ho ancora provato l'ebrezza di un Erasmus studio, ma ho sempre vissuto al massimo ogni mia esperienza ed invito tutti i giovani non vedenti ed ipovedenti, non solo a provare ciò, ma a buttarsi «alla cieca» in ogni avventura.
Francesco Chiabai, Andry Nardin, Francesca Santambrogio, Malia Turqui



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