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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 1 del 2019

Titolo: RUBRICHE- Il lavoro fa per me!

Autore: a cura di Valter Calò


Articolo:
Seminario/incontro, tra dirigenti e dipendenti con disabilità visiva di UniCredit
UniCredit S.p.A. è tra i primi gruppi di credito Italiani ed Europei, ha sede a Milano. La banca conta oltre 25 milioni di clienti e opera in 18 paesi. La società è quotata nell'indice FTSE MIB della Borsa di Milano. In Italia occupa circa 43000 persone e circa 45000 nelle sedi estere, tra i suoi dipendenti sul territorio Nazionale sono impiegate circa 2700 persone con diverse disabilità, tra le quali circa 120, con disabilità visiva.
In autunno, a Torino, si è svolto un seminario/incontro, tra dirigenti e dipendenti con disabilità visiva di UniCredit, ai quali sono stato invitato come unico speaker esterno, nel ruolo di coordinatore della Commissione Nazionale dedicata alle nuove attività lavorative dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti.
Questo seminario è stato organizzato e orchestrato magistralmente dalla dr.ssa Francesca Bonsi Magnoni disability Manager di UniCredit.
Farci conoscere, sul tema delle nostre possibilità di interazione nel lavoro, è molto importante, questo è il vero passo in avanti verso l'inclusione. Dobbiamo essere considerati risorse, non un dovere sociale imposto per legge, il nostro compito è quello di sviluppare progetti e possibilità per crescere come persone e crescere nell'ambiente lavorativo, questo si può avverare solo con una attiva collaborazione dei dirigenti che siano a conoscenza di come operiamo e interagiamo, come ci muoviamo oltre alle nostre capacità individuali. Come dipendenti, il nostro primo compito è il rispetto verso il datore di lavoro in una situazione congiunturale difficile dove deve prevalere la mentalità di una partecipazione attiva in una qualsiasi azienda, sia pubblica che privata.
I due giorni sono scivolati velocemente, fitti di impegni, senza vuoti ma ben equilibrati tra formazione, sensibilizzazione, informazione, dibattiti, confronti e convivialità per rafforzare lo spirito di gruppo.
Il primo giorno è stato molto stimolante e molto significativo.
Erano presenti 106 persone fra non vedenti, ipovedenti, HR e line manager. Ciascuno ha avuto modo di presentarsi e questo gioco (apparentemente un po’ lungo) è stato utile alle persone cieche per comprendere chi era presente. Dopo una introduzione del ruolo del Disability manager il gruppo è partito per una visita accessibile al Museo del Cinema, con grande sorpresa dei responsabili i quali non immaginavano che un cieco avrebbe potuto visitarlo.
Il secondo giorno è iniziato alle 8,30 con una riunione di tutti i partecipanti capi (così chiamati da loro) e persone con disabilità visiva nell'aula magna di UniCredit. Subito dopo aver spiegato a tutti la programmazione della seconda giornata dei lavori, i più di cento partecipanti, tra i quali 45 dipendenti con disabilità visiva, sono stati divisi in due gruppi.
I dipendenti con disabilità visiva sono rimasti in aula per un corso di formazione aziendale, mentre i responsabili, compreso me, sono stati invitati a salire al terzo piano, dove erano state preparate due ambientazioni che raffiguravano perfettamente come una persona con disabilità visiva concepisce e interagisce sia con l'ambiente che lo circonda che con gli ausili dedicati nelle postazioni di lavoro.
Una sala era completamente al buio e la seconda invece simulava l'ipovisione; in questa seconda ambientazione ai capi sono stati fatti infilare degli occhiali che distorcendo, configuravano artificialmente l'immagine percepita da un ipovedente.
L'introduzione e le spiegazioni, di queste due ambientazioni dedicate ai capi sono state fatte da Antonio Dragonetto del Learning che ha iniziato dicendo:
"I nostri dipendenti con disabilità visiva sono arrivati in ufficio, dopo aver superato una macchina parcheggiata sul marciapiede, aver passato incolumi un nuovo cantiere di lavori ed essere inciampati contro una bicicletta, scesi da un autobus dove la sintesi vocale non funzionava, finalmente si sono seduti sulla loro postazione in UniCredit. Sono entrati così in scena Tiziano, Vito, Cecilia, Luca ed Elisa che al buio o in ambientazione creata artificialmente, hanno fatto capire come operano sul posto di lavoro, le difficoltà e l'accessibilità, dimostrando chiaramente le loro capacità di interagire con i sistemi informatici, la loro preparazione e la loro voglia di essere a pieno diritto inclusi nel loro ambiente di lavoro.
Ai capi sono state formulate domande se si trovassero a loro agio nei nostri panni e quali fossero le sensazioni e difficoltà che provavano, le risposte sono facilmente immaginabili, sono quelle che noi percepiamo tutti i giorni nel nostro mondo reale e non artificiale, quindi la simulazione è stata molto utile e costruttiva. Dopo una breve pausa caffè, i due gruppi si sono riuniti, capi e persone con disabilità visiva, sono stati suddivisi in 4 gruppi che hanno interagito e si sono confrontati su inclusione e problematiche di vari generi tra dipendenti e capi, alla fine sono state valutate e considerate tutte le deduzioni concepite dai vari gruppi.
Il pomeriggio sono intervenuto io, come membro esterno, per informare su quanto l'UICI si stia adoperando verso i giovani e le nuove possibilità che sto esplorando assieme alla mia commissione.
Il mio intervento è iniziato con un messaggio rivolto ai dirigenti di UniCredit, ho voluto sottolineare l'ottimo lavoro di questi due giorni, avendo ascoltato attentamente sia l'operato dei dipendenti con disabilità visiva sia i commenti o le perplessità dei dirigenti, li ho invitati ad interagire con noi senza paura partendo anche dal chiedere quali problemi di vista abbiamo, come arriviamo al lavoro, cosa vediamo o cosa non vediamo, ho raccontato di una frase che ho colto tra i capi, durante l'attività di un gruppo di lavoro, il quale esprimeva soddisfazione in quanto non sapeva che esistesse la sintesi vocale che ci permette di interagire con i PC, soddisfatta al suo rientro lo avrebbe detto ad un suo nuovo giovane dipendente con disabilità visiva il quale non sapeva esistesse questo ausilio, ho sottolineato che per prima cosa avrebbe dovuto chiamare il Presidente sezionale UICI e informarsi sul perché un giovane non sapeva dell'esistenza di questo ausilio.
I giovani, salvo siano presenti impedimenti, sono obbligati ad interagire con un PC, sia perché il PC rappresenta il primo strumento per trovare un lavoro, ma anche perché per noi è una finestra sul mondo. Con imbarazzo in rappresentanza di UICI ho evidenziato che potrebbero anche esserci colpe nostre.
Un messaggio l'ho rivolto anche ai dipendenti di UniCredit con disabilità visiva, complimentandomi con coloro i quali hanno interagito nelle due ambientazioni, riservate ai dirigenti, sottolineando che le difficoltà espresse nelle dimostrazioni erano volontariamente forzate, su programmi inaccessibili, pagine che non si aprivano o programmi che si bloccavano ecc., volevano solo dimostrare la frustrazione di noi disabili visivi in una postazione di lavoro, ma da parte dei dirigenti, questa frustrazione doveva essere considerata positivamente come la volontà attiva del dipendente di interagire al meglio con UniCredit. Ho invitato i dirigenti a guardare il bicchiere mezzo pieno, invitando anche i dipendenti con pazienza a provare a fare capire le problematiche, magari migliorando le capacità di comunicazione, cercando di interagire solo dopo che lo stress di inaccessibilità sia passato.
Per finire ho illustrato quanto sta producendo la mia Commissione NAL: opera a 360 gradi per i diversi livelli di scolarizzazione presenti tra i nostri disoccupati.



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