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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere dei Ciechi

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Numero 1 del 2019

Titolo: XXIII PREMIO BRAILLE- Il Premio Braille al Maestro Andrea Camilleri

Autore: Redazionale


Articolo:
Una delegazione dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, guidata dal presidente nazionale Mario Barbuto, si è recata presso l'abitazione del Maestro Andrea Camilleri per consegnargli il Premio Louis Braille, in occasione della celebrazione della XXIII edizione della manifestazione. Ecco un breve resoconto con le riflessioni del Maestro Camilleri.

Mario Barbuto: Siamo qui nell'abitazione romana del Maestro Andrea Camilleri, che dobbiamo ringraziare per la sua cortesia e la sua affabilità. Siamo venuti per consegnargli un premio, un riconoscimento al grande Maestro, ma anche alla sua grande sensibilità, alle cose che ci sta insegnando, anche in questi mesi e in questi ultimi anni. Gli consegniamo il Premio Louis Braille che per noi, come Presidenza dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, significa dare un segno di gratitudine alle persone che hanno operato, che hanno agito, che ci hanno aiutato a riflettere nella nostra vita quotidiana di persone non vedenti e ipovedenti. Il Premio è rappresentato dalla statuetta di un bambino sdraiato sulla pancia che legge un libro e punta il dito verso il libro che sta leggendo e nell'altro braccio tiene un cagnolino: simboli che per noi dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti sono tutti importantissimi! Il bambino ovvero la speranza per il nostro futuro, il libro che significa poter leggere, potersi nutrire della cultura e della lettura grazie al braille e il cane perché il cane guida spesso ci presta i suoi occhi. È una grandissima gioia consegnare al Maestro Andrea Camilleri questo piccolo omaggio, un piccolo dono e vorrei chiedere al nostro Ignazio Grillo, ragazzo siciliano non vedente, appassionato e amante dei libri del Maestro Andrea Camilleri di leggere la breve motivazione che abbiamo legato a questa consegna.
Ignazio Grillo: "L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, al Maestro Andrea Camilleri che da sempre, con la sua scrittura ci racconta personaggi fantastici eppure tanto vivi e reali che oggi con le sue riflessioni ci dona anche una prospettiva nuova e stimolante sui segreti e sul senso della cecità. Mario Barbuto, Presidente Nazionale".
Mario Barbuto: Grazie Maestro, per noi è un onore che lei abbia accettato questo piccolo premio e che lei soprattutto ci abbia ospitato qui a casa, oltre a me e Ignazio, la nostra Linda e la nostra Consuelo che ci hanno accompagnati.
Andrea Camilleri: Ho ricevuto tanti premi nella mia vita, questo è uno di quelli che mi hanno commosso di più perché è il riconoscimento dell'essere entrato a far parte di una immensa comunità che è quella dei non vedenti. Ho detto recentemente una frase che ha colpito molte persone e mi hanno chiesto delle spiegazioni. La frase è questa: "Da quando non vedo più, vedo le cose più chiaramente". Sembra una frase assurda, contraddittoria, in realtà risponde veramente alla mia mutazione interiore dopo la cecità. Ho avuto come un cambiamento, prima di tutto ho avvertito come se tutti gli altri sensi si fossero mossi venendo in mio aiuto.
Sono stato un fumatore di ottanta sigarette al giorno, poi abbiamo, data l'età, diminuito a sessanta: questo lungo abuso di questo vizio sciocco ha fatto sì che lentamente, nel corso degli anni, perdessi buona parte del senso del gusto e dell'odorato. Mi sono tornati dopo la cecità, sono venuti in soccorso. Il tatto è diventato il tentacolo della conoscenza mentre prima era semplicemente un dito che toccava le cose. Dico "vedere più chiaramente" perché è vero, il non vedere ci priva di tante cose ma ci regala una cosa che prima non avevamo, cioè la capacità di vedere lucidamente prima di tutto in se stessi e in secondo luogo raggiungere una concentrazione tale che i pensieri che stai facendo diventano ancor più lucidi di prima, più chiari; sai con certezza che devi rispondere in un certo modo perché la cecità ti ha obbligato a concentrarti all'estremo. È una consolazione, ma credetemi, non è una consolazione di poco conto. Ecco, io sono veramente commosso e sono lieto di ricevere questo Premio Louis Braille proprio perché mi accomuna a voi. La malattia con me è stata crudele e buona, ma buona nel senso che mi ci ha preparato a lungo, la cecità non mi è arrivata improvvisa, è arrivata dopo anni, lentissimamente, concedendomi ogni giorno un po' di luce. Ora la vista è andata via quasi del tutto però ci ero preparato a questo giorno e quindi ho potuto trovare la possibilità di continuare il mio lavoro dettando e questo è possibile appunto per la concentrazione di cui parlavo prima. Devi essere estremamente concentrato per poter seguire le frasi e non dimenticarle subito dopo averle dette e questo è dovuto al fatto che non vedi tutto quello che ti può distrarre. Io faccio i miei migliori auguri affinché possiate avere una bella vita serena, lo auguro non solo a voi ma all'Italia tutta. Grazie di cuore Presidente, grazie ai miei fratelli ciechi e sorelle cieche.

Il video messaggio di
Andrea Bocelli

Uno degli artisti di valore mondiale che, per impegni internazionali, non ha potuto partecipare all'evento è stato Andrea Bocelli. Il Maestro ha deciso, comunque, di far sentire la sua vicinanza all'associazione attraverso un video messaggio che riportiamo di seguito

Salve a tutti, sono Andrea Bocelli,
molti di voi mi riconosceranno dalla voce e mentre vi parlo sono in partenza per gli Stati Uniti. Sono qui per dirvi che sarò lontano da voi fisicamente ma molto vicino con il pensiero, con lo spirito, perché conosco il braille da quando ero bambino e il braille è stato veramente la mia salvezza. Ritengo che il braille sia fondamentale nella vita di un non vedente; ritengo che sia fondamentale oggi non meno di quando non esistevano i computer. Il braille è utilissimo anche quando si usa il computer. Quindi sono vicino al Premio Louis Braille, qualche volta ho anche partecipato a questo premio, ogni volta che ho potuto: mi ricordo un evento che si fece a Bologna, quella volta c'ero, questa volta purtroppo non posso esserci ma sentitemi in mezzo a voi. Vi mando un abbraccio, un saluto e a presto. Ciao!



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