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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Corriere Braille

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Numero 17-17sup del 2014

Titolo: L'avvocato Giorgio Rognetta ci ha per sempre lasciati. Da oggi i ciechi calabresi sono più soli

Autore: Francesco Scicchitano


Articolo:
Quando nella serata del 29 agosto ho ricevuto una insolita telefonata dal suo collega Nunzio Denisi, non è stato difficile per me comprendere cosa potesse essere accaduto prim'ancora che questi proferisse parola.
Ma chi era Giorgio Rognetta?
Figlio del compianto Pepè già presidente della sezione di Reggio Calabria per 25 anni, dal quale aveva evidentemente ereditato i grandi valori associativi della passione e dell'affetto alla causa del nostro sodalizio, svolgeva egregiamente ed in maniera encomiabile il gravoso ruolo di consulente legale nella nostra Regione anche se il suo impegno nei confronti dei Soci tutti e di noi dirigenti non conosceva limiti di tempo nel contesto di un lavoro che spaziava in tutti gli ambiti della vita associativa e che quando richiesto, non disdegnava di estendere oltre.
Era un uomo intelligente, sensibile e dotato di innata umanità, un professionista serio, puntuale e di sicura affidabilità, un amico fedele e sincero, capace di infondere in ognuno la giusta sicurezza e la tranquillità necessaria nei momenti di smarrimento e di sconforto.
Queste le doti non comuni di una figura esemplare ed unica, che si è rivelata per tutti un meraviglioso invidiabile e trainante faro di saggezza e di sapienza.
Forte del suo incommensurabile amore e dell'indiscusso senso di abnegazione per la causa dei ciechi italiani, in questo lungo e penoso periodo di sofferenza non ha mai smesso di essere al fianco di noi dirigenti nonostante le precarie condizioni di salute gli suggerissero prudenza.
Ecco perché ha continuato fino all'ultimo, a cibarci dei suoi saperi con quella grazia e quella disinteressata disponibilità che gli erano propri. Valori unici e profondi, dei quali probabilmente abbiamo talora anche abusato. Tutto questo, mentre un atroce destino cinico e baro gli consumava in maniera lenta e inesorabile l'esistenza.
Adesso che non c'è più, attorno a noi restano il vuoto, le lacrime ed il grande rimpianto di non averlo mai ringraziato abbastanza e per non aver avuto il tempo di conferirgli ogni meritato tributo quale dovuta riconoscenza per un'ineguagliabile opera svolta. Che Dio lo abbia in gloria.
Alla sua cara consorte, all'anziana madre ed ai familiari tutti giungano da parte dei ciechi calabresi e dell'Unione tutta i sensi del più profondo cordoglio.
Francesco Scicchitano



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