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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Testo del Verbale

Data: 09/06/2022

Gruppo di lavoro 2. Istruzione


GDL2 - ISTRUZIONE: SCUOLA, FORMAZIONE, FAMIGLIE, DISABILITÀ COMPLESSE
CONVOCAZIONE DEL 7 GIUGNO 2022 PROT. 6453
RIUNIONE DEL 9 GIUGNO 2022, ORE 16:00, MODALITÀ WEB
PRESENTI: LINDA LEGNAME (COORDINATRICE), CHIARA CALISI, GIUSEPPE LAPIETRA, NICOLA STILLA, STEFANO TARONI, MARINICA MECCA (VERBALIZZATRICE)
ASSENTI: CHIARA CALISI, STEFANO SALMERI
ORDINE DEL GIORNO:
OSSERVAZIONI SUL DOCUMENTO “LA SCUOLA DI DOMANI” PRESENTATO IL 1° GIUGNO 2022 DALL’UFFICIO DI COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE CONSULTE PROVINCIALI STUDENTESCHE
CHIUSURA LAVORI ORE 16:45

SVOLGIMENTO DEI LAVORI
La Coordinatrice richiama rapidamente le ragioni e gli obiettivi per i quali il Gruppo è convocato, ragioni e obiettivi di cui, peraltro, i Componenti sono già informati.
In breve: per iniziativa del Segretario Generale dell’ONU, nel prossimo mese di settembre verrà tenuto a New York un vertice significativamente intitolato “Trasforming Education Summit”.
In previsione del summit, sono in corso consultazioni, nazionali e internazionali.
Il Ministro dell’Istruzione ha invitato le Consulte Studentesche a predisporre un testo che illustri il percorso con il quale facilitare, nel nostro Paese e nel Mondo, il conseguimento dei traguardi di cui all’Obiettivo 4 dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Il testo, intitolato “La Scuola di domani” verrà discusso in un incontro programmato dal Ministro per il 15 giugno, cui prenderanno parte l’Ufficio di Coordinamento Nazionale delle Consulte Studentesche e l’Osservatorio Permanente per l’Inclusione Scolastica.
Per una migliore riuscita dell’assise bilaterale, cui presumibilmente la Coordinatrice interverrà insieme a Salmeri, la Segreteria dell’Osservatorio ha invitato le Associazioni componenti l’Organo a far pervenire entro il 12 giugno, tramite le rispettive Federazioni di riferimento, le proprie preliminari osservazioni.
A seguito dell’invito, giunto il 3 giugno, la Coordinatrice ha chiesto ai componenti del Gruppo e, in qualità di portavoce FAND, alle Associazioni, che ad essa aderiscono, contributi alla stesura delle suddette osservazioni.
Chiede, quindi, alla scrivente di dare lettura del messaggio del Ministro Bianchi, del contributo inviato da Salmeri, del documento preparatorio predisposto dalla stessa Coordinatrice e del parere espresso da Luigi Scilinguo, membro della Giunta esecutiva di ANMIC.
I predetti elaborati e il documento “La scuola di domani” vengono trascritti in coda al presente verbale.
Terminata la lettura, la Coordinatrice invita i convenuti a intervenire.
Parlano, nell’ordine, Stilla, Lapietra e Taroni.
Stilla dichiara di concordare con la Coordinatrice e con Salmeri sul fatto che:
1. “La Scuola di domani” propone obiettivi certamente condivisibili, ma così ampi e generici da risultare inarrivabili.
2. Il documento non pone adeguata attenzione alle difficoltà degli alunni con disabilità, in particolare alle difficoltà di accesso e di uso delle tecnologie scolastiche.
3. La proposta di introdurre nuove figure professionali nel personale organico della scuola va declinata in senso pedagogico piuttosto che clinico, preferendo la figura dell’educatore socio-pedagogico a quella dello psicologo.
Lapietra propone di:
1. Aderire allo “sguardo lungo” offerto da “La Scuola di domani”. Il documento riprende, infatti, il principio costituzionale, nazionale e internazionale, della universalità dei diritti umani e lo declina in relazione alle peculiarità e alle emergenze del sistema scolastico italiano. Ad esempio, accenna all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità, non prevista negli ordinamenti scolastici dei Paesi UE e ONU; propone l’arricchimento e l’uso più estensivo possibile delle infrastrutture e delle strumentazioni scolastiche per prevenire e contrastare la povertà educativa e l’abbandono scolastico; rilancia le ragioni dell’educazione alla democrazia e alla partecipazione attiva, iva inclusa la sperimentazione innovativa e, persino, “ereticale”.
2. Evidenziare l’opportunità di prevedere sistemi di monitoraggio e di valutazione dello stato di attuazione di singole linee di investimento e/o riforma e dei risultati di breve, medio e lungo periodo delle azioni attuate. Sistemi, peraltro, particolarmente rilevanti laddove si voglia verificare i benefici della scelta, tutta italiana, di includere gli alunni con disabilità nella scuola comune.
Taroni sottolinea che l’utilità di rimarcare le difficoltà dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità dipende dal fatto che le osservazioni a “la Scuola di domani” vengano o meno restituite alle Consulte Provinciali Studentesche, sempre che il documento sia stato elaborato dalle stesse Consulte e non invece prodotto dal solo Coordinamento Nazionale.
CONCLUSIONI
La Coordinatrice ringrazia per i contributi ricevuti, che, nel limite del possibile, verranno raccolti nel documento che recherà le Osservazioni preliminari della FAND a “La Scuola di domani”.


ALLEGATI

ALLEGATO 1
Ministero dell’Istruzione
Il Ministro

Al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione
Al Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola
All’Osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e per l’intercultura
All’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica

Al fine di rinnovare l'impegno globale nei confronti dell'istruzione come preminente bene pubblico, il Segretario generale delle Nazioni Unite ha convocato il Transforming Education Summit, che si terrà a New York nel prossimo mese di settembre.
La preparazione al Summit prevede l’attivazione di apposite consultazioni sui temi indicati, quali prioritari, dall’ONU, nell’ambito dell’obiettivo 4 dell’Agenda 2030.
A tale scopo, ho incaricato le Consulte studentesche di predisporre un documento di proposte, che è mia intenzione sottoporvi il 1° giugno p.v., in previsione del pre-vertice di Parigi, che avrà luogo a fine giugno.
Confidando nella vostra sensibilità sul tema, nonché sull’innovatività del percorso da me individuato, auguro a tutti noi una proficua discussione.
IL MINISTRO
Prof. Patrizio Bianchi

ALLEGATO 2
UNC Ufficio Nazionale di Coordinamento delle Consulte Provinciali Studentesche

LA SCUOLA DI DOMANI – AGENDA 2030

Il presente documento vuole proporre un’idea di scuola come una comunità in cui tutti gli individui possano sviluppare un senso di appartenenza e di cura, attraverso una partecipazione consapevole e un impegno costante.
1. UNA SCUOLA INCLUSIVA, EQUA E SICURA
Quando si tratta di inclusione, equità e sicurezza è assolutamente necessario declinarne la definizione all’interno del contesto scolastico. Una scuola inclusiva ed equa è tale poiché rifiuta in ogni sua articolazione qualunque forma di discriminazione e promuove la cultura del rispetto e del riconoscimento dei diritti di tutti e di ciascuno, attuando ogni strategia che garantisca la dignità della persona. È necessario che a coadiuvare e completare il sistema di contrasto ad ogni comportamento discriminatorio la scuola si impegni a realizzare tutte le possibili azioni mirate alla tutela dei diritti delle persone, in particolare con disabilità, allo sviluppo delle loro potenzialità.
Per supportare tale processo si evidenzia la necessità che nel contesto scolastico operi stabilmente, in termini di organico assegnato alle scuole, una figura professionale di psicologo, che possa collaborare con il corpo docente e ATA e possa mettere a disposizione le proprie competenze, sia nell’osservazione che nella gestione di criticità che possano riguardare le dinamiche del singolo o del gruppo. Un’attenzione particolare deve essere riservata alla prevenzione e al contrasto del bullismo e del cyberbullismo, laddove le sinergie della comunità scolastica devono essere ancora più forti per eliminare ogni forma di prevaricazione e discriminazione.
Inoltre, la Scuola deve prevedere percorsi estivi di orientamento in entrata e in uscita e attività volte allo sviluppo della persona, in grado di contribuire alla formazione del futuro cittadino in un’ottica di sentita consapevolezza civica.
Una scuola più inclusiva, equa e sicura è una scuola a misura di studente, aperta e proiettata verso il futuro, che forma la persona nella sua totalità come essere umano e il cittadino come membro della società, che non lascia indietro nessuno e che rappresenta l’antidoto al fenomeno della dispersione e alla povertà educativa, in ordine alla partecipazione delle studentesse e degli studenti su buoni e diffusi livelli di apprendimento, rendendo ciascuno un valore aggiunto per la società. Tali azioni devono avvenire contestualmente ad un sistema che promuova percorsi di dialogo e creazione attiva del contesto sociale in cui lo studente o studentessa è chiamato ad agire.
Una scuola equa mette a disposizione di tutti gli alunni e gli studenti gli strumenti e gli ausili didattici necessari perché possano fruire dell’attività didattica (supporti digitali, arredi, ausili e sussidi didattici), soddisfacendo i differenti bisogni. Una scuola sicura garantisce la piena fruizione di spazi, laboratori, aule o sale comuni, che siano strutturalmente e sanitariamente sicuri e che promuova, sin dalla scuola dell’infanzia, l’educazione alla sicurezza e all’ambiente.
Rendere la Scuola più resiliente alle emergenze che si presentano vuole significare supportare la digitalizzazione, la collaborazione con enti o figure professionali preposte all’accoglienza, in un’ottica di un’Amministrazione maggiormente snella e versatile.
2. UN’ISTRUZIONE DI QUALITÀ PER TUTTI
L’educazione e l’istruzione devono essere accessibile a tutte le bambine e a tutti i bambini sin dalla scuola dell’infanzia, in termini omogenei su tutto il territorio nazionale, attraverso una programmazione che possa coinvolgere gli enti locali e le famiglie, supportate da agevolazioni economico sociali e borse di studio.
Nella prosecuzione del percorso scolastico lo sforzo deve essere quello di superare i disequilibri in ordine all’offerta formativa, che, di fatto, in alcuni territori, impediscono una scelta piena e consapevole e rappresentano dei limiti allo sviluppo di un futuro lavorativo. Si delineano dodici priorità strategiche complementari:
1. Maggiori investimenti nell’edilizia scolastica, sia in termini di nuove costruzioni sia di adeguamento e miglioramento delle strutture già presenti, garantendo adeguate condizioni igienico-sanitarie e secondo il principio della sostenibilità, dell’innovatività e della sicurezza, eliminando le barriere architettoniche;
2. Collegare le strutture scolastiche attraverso un’efficiente rete di trasporto pubblico accessibile da ogni situazione economica e geografica;
3. Rendere più flessibile il percorso scolastico, attraverso obiettivi mirati alla società in cui viviamo e con metodologie didattiche fondate su dialogo e ragionamento;
4. Porre maggiore attenzione all’insegnamento delle lingue, strumento di comunicazione e confronto internazionale, prevedendo l’interazione sistematica con docenti madrelingua, indirizzata il più possibile ad acquisire competenze di plurilinguismo;
5. Sensibilizzazione presso la popolazione studentesca sul valore del diritto allo studio e sulla necessità di sviluppare quelle life skills e soft skills che permettono il successo formativo, anche attraverso iniziative progettuali che facciano maturare negli studenti la capacità di leadership, il team-building e la capacità di adattamento, il ragionamento autonomo e la progettualità;
6. Sviluppare attività di raccordo con il mondo del lavoro e universitario, sicure e concentrate sulle competenze sociali ed individuali;
7. Favorire le attività di rappresentanza studentesca, propedeutiche allo sviluppo della corretta sensibilità civica ed istituzionale, rendendole conosciute all’intera comunità scolastica, dall’amministrazione, ai Dirigenti Scolastici, fino a Docenti e Collaboratori Scolastici;
8. Garantire ai docenti una formazione di tipo contenutistico, relazionale e d’aggiornamento sia in ingresso sia durante il percorso scolastico.
9. Istituire obiettivi standard internazionali formativi che diventino criteri di monitoraggio permanente tra i Paesi.
10. Rendere la didattica innovativa e non nozionistica, sviluppando lo spirito critico degli studenti in modo tale da ottenere una reale metabolizzazione dei concetti e dei contenuti.
11. Rendere la valutazione parte integrante del processo formativo affinché sia fondata sulla rielaborazione dei concetti e sul dialogo.
12. Seguire lo studente nel corso di tutto l’anno scolastico con attività di recupero e potenziamento, prevenendo le difficoltà prima che possano consolidarsi: nobody left behind.
Da questo punto di vista risulta centrale la maggiore valorizzazione dell’educazione civica non solo come disciplina trasversale, ma come disciplina di insegnamento autonomo in grado di essere strumento privilegiato per la sperimentazione di modelli e progettualità sostenibili di inclusione all’interno della comunità scolastica.
Una scuola di qualità e per tutti si apre al territorio, instaura con esso le sinergie affinché sia utilizzata tutta la giornata scolastica (quindi anche il pomeriggio), soprattutto nelle aree di maggior disagio e dispersione scolastica, per poter programmare iniziative culturali, all’interno del nostro Paese e di scambio con altri, e potenziare la partecipazione degli studenti alla vita della comunità sociale.
3. UNA SCUOLA INNOVATIVA ED INCLUSIVA
Una scuola innovativa, oltre a quanto precedentemente esplicitato, ha cura degli ambienti di apprendimento che devono essere riprogettati per permettere una piena fruizione degli spazi per le attività di lavoro cooperativo (spazi lettura, biblioteche, laboratori) e per le attività ricreative, dove gli studenti possano ritrovare gli strumenti e i materiali per lo studio e per la socializzazione. Inoltre, la nuova progettazione dei plessi scolastici e degli ambienti di apprendimento deve tenere conto ed eliminare qualunque forma di barriera architettonica, favorendo l’accessibilità agli spazi alle studentesse e gli studenti con disabilità.
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In ogni sistema d’istruzione deve essere garantita la parità di genere e la concreta opportunità di accesso ad ogni percorso di studio, facendo in particolare riferimento all’obiettivo cinque dell’Agenda Onu “Women Empowerment” e allo STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics).
Si evidenzia la necessità di mettere al centro il benessere psicologico degli studenti, promuovendo un modello di scuola che lo incentivi e non procuri ulteriori disturbi emotivi e relazionali e che possa intervenire qualora si presentino per mezzo di un’efficace rete di psicologi.
Una scuola che intende promuovere lo sviluppo della persona come singolo e nelle sue reazioni sociali, emotive e personali deve porre attenzione all’educazione sessuale e affettiva; sensibilizzare anche al rispetto e alla piena consapevolezza di tutti i diversi orientamenti sessuali e identità di genere.
Ripensare gli ambienti di apprendimento significa accogliere nelle scuole quelle metodologie didattiche (come la flipped classroom, il cooperative learning, solo per citarne due) che permettono a tutti gli studenti di essere protagonisti del processo di apprendimento. Per questo motivo si intravede una soluzione di innovatività e flessibilità di spazi accoglienti a seconda delle attività o con la creazione di aule dedicate ad uno specifico ambito disciplinare.


ALLEGATO 3

Piuttosto che di individui io parlerei di soggetti o ancora meglio di studenti e studentesse.
Oltre allo psicologo che ha sempre una prospettiva prevalentemente clinica, mi sembra più opportuno prevedere il pedagogista o l’educatore che hanno una visione globale, olistica, della persona anche in riferimento al Progetto di Vita e all’Orientamento.
Per il resto il documento ha il solito piglio del Manifesto delle buone intenzioni, quindi diventa difficile non accettarlo, ma bisognerebbe ugualmente precisare meglio alcune cose e far notare che in 4 pagine non ci può stare tutto l’universo mondo.
Un caro saluto
Stefano Salmeri


ALLEGATO 4

Il documento presenta e propone un modello idilliaco di Scuola, fondato sull'intreccio di buoni propositi, obiettivi difficilmente raggiungibili, contesti integrati poco realistici.
Qualche passaggio del testo riecheggia addirittura il giusto contrasto al nozionismo, tema antico della "contestazione" della didattica tradizionale, presente fin dagli anni 70.
Interi paragrafi sono dedicati alla riprogettazione degli ambienti dell'apprendimento e degli spazi ricreativi e culturali, forse tralasciando il piccolo dettaglio che, in Italia, circa il 30 percento degli edifici scolastici risulta addirittura ancora non a norma.
Propone con insistenza la centralità della figura dello psicologo, mai dando ruolo, invece, al docente, all'insegnante, all'educatore, punti di riferimento fondamentali anche della buona scuola di domani.
Oltre allo psicologo che ha sempre una prospettiva prevalentemente clinica, mi sembra più opportuno prevedere il pedagogista o l’educatore che hanno una visione globale, olistica, della persona anche in riferimento al Progetto di Vita e all’Orientamento.
Il termine "disabilità" compare una sola volta in tutto il testo, con un misero richiamo alla necessità di rimuovere le barriere architettoniche, per altro già espressa dal Parlamento italiano con norme ben precise e chiare fin dal 1989 e più volte ribadita in mille contesti negli ultimi cinquant'anni, senza tuttavia mettere in evidenza le numerose situazioni nelle quali l'obbligo di rimozione delle barriere architettoniche è stato e tutt'ora risulta disatteso.
Il documento non tiene in alcuna considerazione l'esistenza delle barriere percettive, culturali, intellettive che si affiancano a quelle architettoniche, condizionando spesso pesantemente lo sviluppo dei bambini e dei ragazzi, fino a pregiudicarne, in molti casi, la vera e propria inclusione nella comunità. Sarebbe indispensabile almeno la stesura di un apposito paragrafo relativo alla Disabilità nella sua accezione generale, con un richiamo articolato alle specificità delle disabilità sensoriali, motorie, cognitive e complesse che non possono essere affrontate tramite il semplice, quanto generico richiamo alla scuola inclusiva, ma meritano una propria articolazione, purtroppo del tutto latitante nel testo.
Competenze, specializzazione, tecnologie, tutela, sono aspetti fondamentali del processo di inclusione degli alunni con disabilità ai quali continueremmo a fare torto gravissimo ove non fossimo capaci di evidenziarne la presenza in un progetto di Scuola 2030.
Linda Legname


ALLEGATO 5

Gent.ma Linda,
Le osservazioni mi sembrano tutte piuttosto pertinenti. Aggiungerei anche, nessun riferimento alle fonti attraverso le quali finanziare i buoni propositi, perché ormai ogni iniziativa si chiude con la clausola di stile "a risorse economiche invariate", per cui il finanziamento di nuove iniziative pregiudica inevitabilmente la prosecuzione di quelle in corso. Inoltre, la presa in carico effettiva di un bambino che sarà uno studente e poi un uomo, prevede la capacità di ascoltare e favorire le sue inclinazioni per avviarlo su di un percorso che lo sostenga, ove possibile, all'ingresso di un mondo del lavoro, ma che non sia uno slogan bensì l'attivazione di una rete che lo accolga. Tutto ciò non può avvenire senza il coinvolgimento del mondo produttivo privato o statale che sia, e delle istituzioni che dovranno investire per evitare che i progetti restino tronchi. Al termine del percorso scolastico, nessun lavoro, e per i più gravi nessuna o scarsissima assistenza. Rimane il vecchio adagio, "non si possono fare le nozze coi fichi secchi".
cordialmente
Luigi Scilinguo



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