Data: 26/09/2018
Commissione Beni Culturali e Artistici
Il 26 settembre 2018 alle ore 11.00, si è riunita in audio-conferenza, in modalità TALKYOO, la Commissione Nazionale "Beni Culturali e artistici" previa convocazione prot. n. 11901/2018 del 19/09/2018 per discutere il seguente Ordine del giorno:
1. Comunicazioni del Coordinatore Nazionale della Commissione;
2. presentazione del progetto "Articolo 27" del Museo Omero e collaborazione allo stesso;
3. richiesta di patrocinio non oneroso da parte dell'artista Caroline Lépinay per la sua mostra dal titolo "Cieco per amore" che si inaugurerà il 9 maggio e si terrà presso il Fondaco Marcello, Venezia Canal Grande;
4. presentazione del progetto di ricerca condotta dalla società Tea, dall'Università della Calabria e dall'I.Ri.Fo.R. di Catanzaro;
5. varie ed eventuali.
Sono collegati telefonicamente: il coordinatore Fernando Torrente, il referente Aldo Grassini, i componenti Luciana Loprete, Antonio Quatraro e la segretaria verbalizzante Giada Voci.
Assenti giustificati i componenti: Gabriele Marino e Fabio Fornasari.
Si aprono i lavori con l'approvazione del verbale relativo alla precedente riunione della Commissione (prot. 7587/2018 del 07/06/2018).
Prende la parola il Coordinatore Torrente, il quale riferisce di essere stato informato che al Museo della Terra Pontina di Latina è stato realizzato un percorso accessibile. In merito provvederà a inoltrare la documentazione ricevuta al resto dei componenti; se si dovesse effettivamente trattare di accessibilità, il museo potrebbe essere indicato come tale.
Si passa quindi al punto 2 all'o.d.g. e Torrente passa la parola a Grassini che illustra il progetto "Articolo 27", il cui nome - riferisce Grassini - fa riferimento all'articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 1948, il quale sancisce che tutti gli esseri umani possono fruire dell'arte. Ritiene infatti che la resa accessibile di un'opera d'arte sia un diritto che vada sempre ribadito. A tal proposito precisa che un ente pubblico o comunque un luogo d'arte debba essere sempre accessibile e i relativi fondi dovrebbero sempre includere le spese per la sua accessibilità e invece, spesso e volentieri, questo non avviene.
Torrente condivide quanto appena detto e al riguardo aggiunge che l'accessibilità debba divenire un obbligo, un diritto e non essere un regalo.
Grassini prosegue affermando che nelle linee guida, in particolare, si fa riferimento spesso ai Peba (Piani per l'eliminazione delle barriere architettoniche) mentre è necessario ampliare questo tipo di approccio perché, a suo avviso, esistono diversi tipi di "barriere", non solo fisiche. Il progetto "Articolo 27" afferma il diritto di tutti ad accedere al patrimonio culturale. Il Museo Omero, attraverso questa iniziativa, si impegna a fare un censimento di tutti i siti culturali accessibili. Riferisce inoltre che al livello ministeriale inizialmente c'era stato un fraintendimento, perché una cosa simile è già stata adottata dalla Direzione Generale dei Musei del MiBact in ordine ai musei statali. Tale progetto prende il nome di "A.D. Arte - L'Informazione. L'accessibilità ai luoghi della cultura statali italiani" e prevede una catalogazione di tutti quei luoghi culturali statali che sono in regola con un certo schema di accessibilità. Per quanto riguarda il progetto "Articolo 27", aggiunge che ritiene doveroso fare una distinzione: cioè "A.D. Arte" ha lo scopo di rilevare i luoghi statali della cultura mentre "Articolo 27" del Museo Omero si occuperà di identificare tutti gli altri (quelli non statali). Precisa che, nel caso in cui si trovi un museo che realizzi attività propedeutiche all'accessibilità e proponga diversi gradi di accessibilità (non necessariamente al 100%) questo vada segnalato in modo che chiunque fosse interessato abbia la possibilità di venirne a conoscenza e quindi di visitarlo. Il Museo Omero infatti due volte l'anno propone una comunicazione in cui elenca tutti i luoghi culturali accessibili e il loro grado di accessibilità (in particolare vengono distinti quelli che in qualche modo sono stati direttamente verificati e quelli che invece sono stati semplicemente segnalati). In merito a quanto detto, riporta che è stata predisposta una scheda da compilare finalizzata all'individuazione di quanto realmente fruibile. A conclusione del suo discorso, Grassini propone un coinvolgimento del territorio e di coloro che abbiano competenze nel settore per segnalare tutti quei casi in cui sia presente almeno una caratteristica positiva di accessibilità, oltre eventualmente a verificare personalmente l'attendibilità della segnalazione ed appurarne il grado di accessibilità. Inoltre ipotizza che l'Unione potrebbe appoggiare questa iniziativa diffondendo l'informazione relativa ai luoghi accessibili attraverso i vari canali di comunicazione di cui dispone.
Torrente propone di inviare la scheda da compilare anche al Museo della Terra Pontina di Latina (dove non si potrà recare).
Quatraro chiede maggiori informazioni in merito alla scheda di rilevazione.
Grassini afferma che si tratta di una scheda complessa ma forse un po' più semplificata rispetto a quella ministeriale.
Loprete suggerisce di elaborare un'unica scheda ma Grassini afferma che quella in oggetto è legata al progetto "Articolo 27" e pertanto non si può ogni volta creare una scheda nuova.
Torrente conferma, poiché anche quella di Bologna è funzionale al progetto già avviato che ha mappato finora 12 musei. Suppone che in fondo si somiglino un po' tutte.
Tutti i componenti sono concordi nel confrontare le varie schede.
Loprete riferendosi a Torrente chiede se questa tipologia di scheda vada compilata solo in base alle proprie competenze.
Torrente chiarisce che per ciò che riguarda quella elaborata a Bologna, si è provveduto a collaborare alla scheda generale lavorata dal Comune, solo per la parte riguardante la disabilità visiva.
Quatraro riflette sull'importanza di raccogliere dati omogenei trattandosi di un censimento per cui si interroga su quale scheda utilizzare come punto di riferimento.
Torrente ritiene che appoggiando il progetto "Articolo 27" si potrebbe utilizzare la scheda creata proprio per questo progetto.
Quatraro ipotizza che si potrebbero coinvolgere i volontari del servizio civile o dell'Univoc mentre Grassini ritiene che debbano essere persone con un minimo di competenza; dalla discussione quindi emerge l'ipotesi di formare a distanza delle persone, anche vedenti, che siano in grado di verificare l'accessibilità.
Si passa a trattare il punto 3 all'o.d.g. Torrente riferisce di aver parlato con l'artista Caroline Lépinay che si è detta disponibile a recarsi a Bologna o Roma per mostrare alcuni suoi lavori. Racconta che quest'artista allestirà una mostra di opere tattili con un accompagnamento musicale, durante la Biennale di Venezia del 2019. Torrente sottolinea che non essendo un critico d'arte e non avendo visto le sue opere, non si sente di poter fornire un giudizio. Riferisce inoltre che durante la conversazione intercorsa con l'artista, le ha anticipato che eventualmente l'Unione potrebbe dare il patrocinio non oneroso ma che non può certo contribuire economicamente all'evento. A seguito di ciò, precisa di aver parlato in modo informale anche con il presidente U.I.C.I. di Venezia Alessandro Trovato e racconta che in genere l'ambiente è ricettivo e quindi è probabilmente possibile una collaborazione con il territorio.
Quatraro propone di concedere il patrocinio, diffondere la notizia tramite la stampa associativa ed eventualmente una conferenza stampa.
Grassini ritiene che oltre ad aver stabilito le conditio sine qua non, ossia le caratteristiche di una mostra sensoriale, bisognerebbe valutarne l'importanza poiché la Commissione Nazionale dovrebbe esprimere l'eventuale patrocinio solo nel caso di un evento o comunque di un'artista di rilievo.
Torrente riferisce di non conoscerla personalmente ma è a conoscenza del fatto che ha scritto direttamente al presidente Mario Barbuto, ai componenti la Direzione Nazionale e anche a Maria Buoncristiano. Nel dettaglio la mostra che si terrà a maggio, si svolgerà in una galleria importante di Venezia e questo potrebbe essere un punto in più in suo favore.
Grassini ritiene che nonostante non si conosca personalmente o non si siano viste le sue mostre, si può comunque valutare quest'artista sulla base dei lavori che ha già fatto ed i luoghi in cui li ha esposti.
Loprete ritiene che darle il patrocinio gratuito non possa che fare bene all'Unione e alla sua visibilità.
Torrente concorda con quanto appena espresso ma ritiene che sia importante non si riveli una delusione; si propone quindi di verificare più attentamente il curriculum (più sintetico di quello fornito). Esprime inoltre titubanza circa due questioni: la mostra non sarà al buio ma prevederà infatti di bendare in un primo momento anche i vedenti. Informa anche la commissione che l’artista contribuirà personalmente al finanziamento di questa mostra.
Quatraro propone di cercare su internet eventuali critiche, recensioni e si dice d'accordo a chiedere a Fabio Fornasari di saperne di più circa quest'artista e sulla mostra che intende realizzare. Nel caso in cui non dovesse convincere la Commissione, ipotizza che il patrocinio potrebbe venirle concesso ad esempio dal Consiglio Regionale Veneto piuttosto che dalla Presidenza Nazionale, per evitare critiche sul concedere a tutti il patrocinio.
Grassini ritiene che si possa dare il patrocinio ma comunque è necessario verificare la mostra e se sia un'artista di un certo livello (non con uno sguardo critico).
Torrente propone infine di concentrarsi più su ciò che ha già fatto e sulla galleria che la ospita.
Al termine della discussione tutti i componenti, in linea di massima, si dicono d'accordo a concedere il patrocinio ma di valutare bene prima i dettagli di cui sopra.
Torrente a tal proposito si propone di effettuare le ricerche del caso e tramite mail, tutta la commissione deciderà insieme come procedere.
Nota: Si precisa che al momento della stesura del presente verbale, risultano essere già state svolte le verifiche indicate sopra; la Commissione dopo essersi consultata via e-mail ha quindi dato parere positivo alla concessione del patrocinio non oneroso ed ha comunicato tale decisione all'artista che ha provveduto a farne ufficialmente richiesta alla Presidenza Nazionale.
Si passa al punto 4 all'o.d.g. e prende la parola Loprete che delinea meglio il progetto di ricerca nato dalla collaborazione tra la società Tea, l'Università della Calabria e l'I.Ri.Fo.R. di Catanzaro. Questa iniziativa si prefigge di lavorare sull'accessibilità applicata all'arte pittorica poiché sull'arte in basso rilievo e sulla scultura c'è già molto. Racconta che sono stati già realizzati due prototipi: "Il figlio dell'uomo" di René Magritte (l'uomo con la mela) e "La stanza" di Vincent Van Gogh. La prima opera è stata riprodotta personificando il protagonista ricostruendo la realtà mentre per la stanza sono stati utilizzati materiali naturali avendo cura di riprodurre la prospettiva. Propone quindi di pubblicizzare il progetto e di elaborare dei questionari per comprendere meglio come viene percepita la resa accessibile di un'opera pittorica.
Quatraro si interroga sulle possibili modalità di trasporto del materiale e Loprete risponde che con una adeguata programmazione è possibile organizzarsi. Loprete aggiunge che vorrebbe realizzare delle esposizioni a Bologna ma anche a Firenze, se chiaramente ci sono dei fruitori interessati.
Torrente riferisce che a Bologna vi sono due tipologie di utenti: da una parte c'è chi ha frequentato dei corsi presso il museo Anteros e chi invece non ne ha mai frequentato uno ma è un semplice appassionato. Ipotizza che potrebbe impegnarsi a scoprire chi e in quanti potrebbero essere interessati. Si chiede però chi sosterrebbe i costi.
Loprete risponde che sarebbe sempre utile un contributo. Aggiunge che sarebbe importante divulgare il progetto magari attraverso un comunicato e contestualmente ampliare il raggio d'azione.
Grassini ritiene che possa essere molto difficile trovare un grande numero di fruitori. Inoltre ci tiene a precisare che la pittura accessibile in realtà non è una novità poiché il Museo Tattile Anteros di Bologna se ne occupa già da oltre 20 anni. Ritiene sia importante che l'opera accessibile venga resa al meglio anche se è convinto che la pittura in realtà non possa essere mai realmente accessibile poiché essa non rende senza il colore, le luci e le ombre. Questi ultimi sono concetti visivi che non possono essere espressi in altro modo così come la prospettiva che è un'illusione ottica.
Loprete si ritiene d'accordo; tuttavia, considera possibile ricreare, anche se non perfettamente, le luci e le ombre come anche la prospettiva.
Torrente e Grassini non si ritengono d'accordo per quanto riguarda l'aspetto della riproduzione di luci ed ombre.
Quatraro considera comunque importante il tentativo di accessibilità delle opere pittoriche anche senza le informazioni del colore perché sarebbe un'ulteriore opportunità di comprendere meglio ciò che magari viene semplicemente descritto.
Grassini esprimere una raccomandazione a Loprete ribadendo che l'iniziativa è buona ma che è necessario riporre un'attenzione scientifica sui risultati.
Torrente ipotizza che una ventina di persone sarebbe in grado di riunirle a Bologna; una volta stabilita la data, prima di spendere soldi, propone di effettuare un sondaggio così da capire il numero di persone interessate.
Loprete concorda.
Quatraro chiede a Loprete di far pervenire una proposta.
Torrente comunica in ordine al convegno tenuto a Maastricht al quale è intervenuto: spiega che si è trattato di un convegno in cui gli invitati a partecipare da tutto il mondo hanno illustrato cosa prevede la legislazione nel loro paese, ad esempio a chi appartiene il copyright di un opera, se all'artista o a chi produce il file ecc. A tal proposito si ripromette di condividere con i componenti le slide e tutto il materiale in suo possesso. Aggiunge inoltre che ad eccezione della Germania, che permette la riproduzione purché non a fini commerciali e non superi un certo numero di copie, negli altri paesi come anche in Italia non c'è alcuna legislazione. L'auspicio che è emerso dall'incontro è stato quello di poter giungere ad un risultato simile a quello ottenuto con il Trattato di Marrakesh. In ultimo riferisce che gli è stato chiesto di scrivere il suo punto di vista ma potrà contribuire solo se l'impegno non richieda uno scritto che affronti gli aspetti legali del problema.
La discussione si concentra quindi sul diritto al copyright e sulle copie.
Torrente riassume le richieste da sottoporre alla Direzione Nazionale:
- Diffondere il progetto "Articolo 27" del Museo Omero attraverso i canali di comunicazione dell'associazione;
- Chiedere alle strutture territoriali della presenza di persone con un minimo di esperienza che possono andare a verificare situazioni di accessibilità e informare in merito a nuovi luoghi o opere accessibili;
- Diffondere il progetto di ricerca riguardo l'accessibilità di opere pittoriche e chiedere alle strutture territoriali se interessate.
Esauriti tutti i punti all'ordine del giorno, la riunione termina alle ore 12.30.
Il Coordinatore Fernando Torrente
La segretaria Giada Voci