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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 

Testo del Verbale

Data: 13/06/2013

Commissione nazionale nuove professioni - ALA


Il giorno 13 giugno 2013, come da convocazione prot. n. 9554 del 7.6.2013, si è riunita in modalità on-line, utilizzando la procedura Talkyoo, la Commissione Nuove Professioni – ALA.
Sono presenti i componenti Ambrosino, Leporini e Sosio; assenti giustificati, invece, i signori Benzoni e Callegaro.
A dirigere i lavori il coordinatore l’avvocato Colombo e il responsabile operativo il professore Vitantonio Zito.
È intervenuta alla riunione, come uditrice, la signora Immacolata Di Fiore.
Le mansioni di segretario sono svolte da Emanuele Ceccarelli.
Adempiute le formalità del caso, si è dato avvio al confronto alle ore 15,30.
Vengono di seguito riportate le questioni di maggior dibattimento e quanto la Commissione ha poi proposto a livello operativo.

 Riforma legge n. 113/1985 – Riflessioni: Già nel corso delle passate legislature, è emersa la volontà dell’Unione di modificare ed aggiornare la legge n. 113 del 1985. Lo scopo è in sostanza quello di adeguare tale normativa speciale alle nuove esigenze del mercato del lavoro e al progresso tecnologico nel settore della comunicazione. A distanza di ventotto anni dalla promulgazione ed entrata in vigore della legge n. 113, una attualizzazione del provvedimento appare ormai improcrastinabile.
L’avvocato Colombo ha chiarito i motivi per cui si renda urgente rimettere mano alla disciplina, sulla base di molteplici fattori di ordine legislativo e sociale: basti pensare alla recente classificazione e quantificazione delle minorazioni visive delineata dalla legge 138/2001, o anche alle nuove figure professionali di operatori della comunicazione configuratesi a seguito ed a causa dell’evoluzione tecnologica che ha contrassegnato il nostro tempo, nonché, soprattutto, al nuovo contesto legislativo in tema di collocamento al lavoro dei disabili, in cui la legge n. 68/1999, nel ridefinire gli istituti del collocamento obbligatorio, ha espressamente fatto salva, fra le altre, la legge 113/1985.
Al momento lo stato dell’arte della riforma è così delineato: nel valzer dei disegni di legge ripresentati in automatico ad inizio Legislatura, abbiamo l’AC 435 (assegnato alla Commissione Lavoro, non ancora iniziato l’esame) l’AC 1708 e l’AS 1153 (ancora da assegnare in Commissione), senza avvallo dell’Unione e con testi perfettamente uguali rispetto al passato. Con la consapevolezza che l’iter di un disegno di legge più articolato sia a rischio impelagamento dato che vengono discussi prioritariamente testi su riforme economiche, la Sede Centrale UICI ha predisposto una versione ridotta del testo di riforma della legge n. 113 e ha già individuato un interlocutore politico valido a cui affidarne le sorti per un iter più spedito in Parlamento.
Tra le altre novità, il testo di riforma prevede una riformulazione dell'articolo 9 della legge 113/1985, che assume rilievo in armonia con le riforme in tema previdenziale. Viene infatti attualizzato il beneficio di quattro mesi di contribuzione figurativa per ogni anno di servizio effettivamente svolto, per quanto concerne gli effetti in tema di calcolo del trattamento pensionistico, sia con il sistema contributivo che con il sistema misto. Tale misura, così come l’intero provvedimento– ha sempre sottolineato l’avvocato Colombo –, non comporta alcun aggravio di spesa, dal momento che esso beneficia del vigente finanziamento della legge 113 che già garantisce adeguata copertura finanziaria, come confermato dalla circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica 18 settembre 1985 e dal Decreto del Ministero del tesoro 4 aprile 1991.
 Meccanismi per il collocamento obbligatorio – Centralinisti non vedenti UICI, Centri per l’impiego e Ispettorati del Lavoro. Partiamo dal presupposto che rientra nella mission sociale dell’Unione la tutela e la difesa dei minorati della vista in ambito lavorativo.
Nel campo professionale del centralismo telefonico in particolare, l’Unione presta fede all’obbligo di intervento utilizzando la legittimazione conferita dall’art. 3 della legge n. 778/1960, ribadito dal comma 3 dell’art. 1 della legge n. 68/1999, che la pone in una particolare condizione privilegiata.
Due sono i nostri interlocutori primi sul piano istituzionale: i Centri provinciali per l’impiego per l’attivazione dei procedimenti di avviamento al lavoro in base alle graduatorie delle liste del collocamento mirato e gli Ispettorati ministeriali del Lavoro, col compito di monitorare il territorio assicurando la corretta applicazione, da parte di datori di lavoro pubblici e privati, delle leggi speciali per il collocamento obbligatorio.
La Sede Centrale UICI ha diramato sull’argomento due circolari, la n. 143 del 30.5.2013 e la n. 161 del 19.6.2013, per fornire a tutte le Sezioni indicazioni operative stringenti, soprattutto in caso di criticità (tutte le richieste di intervento che arrivano dalla periferia vanno debitamente comprovate, documentazione alla mano).
Alla ricerca di un risultato positivo che porti all’occupazione del maggior numero di centralinisti non vedenti, è in capo alla Sede Centrale UICI, con la sinergica collaborazione delle Sezioni provinciali, la gestione di situazioni particolarmente complesse, come dimostrato nelle seguenti Province: Ancona, Avellino, Benevento, Bologna, Campobasso, Imola, Isernia, L’Aquila, Latina, Milazzo (abbiamo un caso aperto da circa due anni ma in via di positiva soluzione contro l’ostruzionismo del Comune inadempiente), Napoli (viene riferito dal signor Ambrosino che il titolare del Centro per l’Impiego, il dr. Ragosta, non si mostra disponibile ad alcun tentativo di collaborazione con l’UICI.), Pescara, Potenza, Reggio Calabria, Rimini, Salerno, Teramo (dove abbiamo ottenuto quanto di meglio potevamo sperare con l’assunzione di n. quattro ragazzi non vedenti presso amministrazioni pubbliche, finora inadempienti – cfr. circolare n. 104 del 18.4.2013).
Il problema, su cui maggiormente l’Unione insiste, sia a livello centrale che periferico, riguarda soprattutto l’esigenza di operare un più puntuale controllo sulle liste speciali dei disabili e sull’albo professionale dei centralinisti, per garantire al meglio la giusta permanenza, l’aggiornamento e le eventuali nuove inclusioni dei candidati disabili, per ciascun tipo di classe e di concorso.
 Protocollo d’intesa UICI, sindacati e organizzazioni dei datori di lavoro. L’avvocato Colombo ha informato tutti i presenti che l’Unione è in contatto con le principali sigle sindacali e le organizzazioni dei datori di lavoro, in vista di una futura fattiva collaborazione sulla base di una comunione d’intenti.
Sull’argomento la dottoressa Leporini ha mostrato interesse, tenendo ad sottolineare però l’esigenza a preservare un ruolo di priorità, rispetto a tutti gli altri e ai sindacati (senza dimenticare il problema della trattenuta delle deleghe sindacali sulla pensione, concorrenziale alla trattenuta del tesseramento UICI, sempre sulla pensione), per confermare la specificità normativa e statutaria di associazione storica di categoria.
Al momento, hanno sottoscritto il protocollo di intesa CGIL, CISL e UIL Fpl e, per parte datoriale, la Federsolidarietà, in attesa della firma della Lega Coop, interessata altresì a collaborare a vario titolo con l’UICI.
La pregiudiziale che l’Unione ha posto nel protocollo d’intesa è quella di cercare un trade d’union tra i principali attori politici, amministrativi e sociali, a riprova della bontà di un sistema associativo che deve condurre progressivamente e nel modo più utile possibile alla acquisizione di una precisa conoscenza del non vedente e delle sua spendibilità nella società.
C’è la convinzione, infatti, che senza unanime intesa non si potrebbero mai costruire indirizzi tattici e pratici orientati tra le forze sociali, soprattutto laddove ci si limita ad una teorica ortodossia dello Stato in termini più concettuali che fattuali.
La questione viene seguita personalmente dall’avvocato Colombo; verrà data ampia pubblicità sulla futura estensione dell’accordo ad altre organizzazioni datoriali che vogliano sostenere e diffondere la mission sociale dell’Unione.
 Formazione professionale – Fondi FSE – Nuove qualifiche professionali. Nell’ambito di progetti su Lavoro per l’integrazione va maggiormente incentivata, da parte delle Sezioni UICI, l’offerta di corsi di formazione e/o riqualificazione professionale per non vedenti, ricorrendo, per il loro finanziamento, alla grande opportunità data dal Fondo Sociale Europeo 2007 – 2013 (Asse III – Inclusione sociale).
Purtroppo, vengono rilevate da più parti – la dottoressa Leporini ha riportato la sua esperienza in Regione Toscana  serie difficoltà per l’allestimento dei nuovi percorsi formativi, che superino, implementandola, la classica figura del centralinista non vedente.
Infatti, nonostante il riconoscimento dell’equipollenza del centralinista non vedente a tre nuove figure professionali per i ciechi ai sensi del decreto Salvi del 10 gennaio 2000 e alla figura di operatore amministrativo segretariale ai sensi del DM 11 luglio 2011, resta l’impossibilità, per i non vedenti che hanno seguito nuovi corsi professionali avanzati, di essere assunti obbligatoriamente così qualificati, iscrivendosi, se non come centralinisti non vedente di base, all'Albo Nazionale di categoria con la qualifica di operatore segretariale o con altra qualifica ex DM Salvi.
In altre parole, il paradosso è che, pur frequentando i corsi professionali più complessi di operatore segretariale o di addetto URP, ai data-base o di operatore di telemarketing e telesoccorso, alla fine gli interessati ciechi ed ipovedenti saranno costretti ad iscriversi all’Albo Nazionale di categoria con la qualifica di centralinista di base, se vogliono beneficiare, sul mercato del lavoro, della tutela normativa data dalla legge n. 113.
Al momento, la questione resta insoluta, come si legge nella lettera al Ministro del Lavoro Giovannini prot. UICI 13855/2013 IN PARTENZA < Per tredici anni il Ministero del Lavoro e la Conferenza delle Regioni, certamente per incompetenza ed insipienza, mi perdoni l’espressione forte, si sono rimpallati il problema […] Signor Ministro, faccio affidamento nella Sua sensibilità e serietà affinché gli uffici competenti del Suo Ministero non facciano trascorrere altri 13 anni per compiere un atto dovuto>.
Su sollecitazione della Sede Centrale UICI, sempre sull’argomento, è stata presentata alla Camera la interrogazione parlamentare dell’on. Pisicchio al Ministro del Lavoro (4-02225– cfr. circolare n. 241 del 22.10.2013).
Allo studio è anche la fattibilità, suggerita dalla dottoressa Leporini, di far rientrare le tre figure ex Decreto Salvi in un unico profilo professionale maggiormente strutturato all’interno, per agevolare il suo recepimento da parte di:
• Ministero del Lavoro per la creazione di una appendice all’Albo professionale riservata alle nuove figure equipollenti, che implicherebbe per le stesse la stessa tutela normativa prevista per i centralinisti telefonici di base.
• Regioni per l’approvazione dei relativi programmi didattici; in tal senso, le Sezioni UICI potrebbero indire, con maggiore liberalità, corsi professionali avanzati per qualifiche equipollenti riconosciute tout court dalla legge.

Il mancato riconoscimento delle figure equipollenti non permette a giovani ciechi e ipovedenti di differenziarsi sul mercato, limitandosi, da un punto di vista di spendibilità, a restare nell’alveo della qualifica professionale del centralinista di base.

Presi in esame tutti gli argomenti in esame, i presenti si sono congedati alle ore 16,35.


ROMA, 07.11.2013 IL SEGRETARIO DI COMMISSIONE
Emanuele Ceccarelli

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