Finisce qui il racconto dei quattro anni delle attività dell’Unione Italiana dei Ciechi, che hanno consentito all’organizzazione non solo di tenere il passo con i profondi cambiamenti epocali, ma di compiere un notevole balzo in avanti, sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo.
Il Consiglio Nazionale, nell’esprimere la sua piena soddisfazione per una così grande mole di lavoro, ringrazia il Presidente Nazionale, la Direzione Nazionale, i Presidenti, i Consiglieri Provinciali e i soci tutti che hanno gettato il cuore oltre ogni ostacolo ed hanno dimostrato grande passione civile e incommensurabile affetto per la loro associazione.
L’immagine dell’Unione Italiana Ciechi, che emerge dalle pagine di questo racconto, è di alto profilo e lascia ben sperare per il futuro.
La tutela degli interessi materiali e morali dei ciechi italiani è stata esercitata al meglio, attraverso una puntuale ed efficace rappresentazione dei bisogni ed una altrettanto puntuale ed efficace individuazione dei mezzi per soddisfarli.
Le mozioni del XIX Congresso Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi chiedevano un di più di organizzazione, un di più di partecipazione, un di più di democrazia; la Presidenza Nazionale e la Direzione hanno fatto di tali mozioni il loro credo di politica associativa, e le hanno assunte a guida della loro azione quotidiana.
La Presidenza Nazionale e la Direzione hanno fatto di più, hanno puntualmente ed efficacemente individuato i bisogni nuovi, emergenti dai grandi mutamenti epocali e li hanno inseriti nel progetto associativo, arricchendolo e attualizzandolo.
Proviamo per un attimo a disegnare con il gesto della fantasia su una lavagna immaginaria due grafici: da una parte le mozioni congressuali, dall’altra i risultati della relazione. Non sarà necessaria una analisi approfondita, apparirà immediatamente evidente alla prima occhiata che la scommessa è stata vinta e che l’orgoglio del Consiglio Nazionale è legittimo e largamente giustificato.
Gli uffici della Presidenza Nazionale dispongono di una rete informatica avanzatissima e di un archivio elettronico fra i più moderni. L’attuale sito web è frequentato quotidianamente da migliaia di visitatori. Sono state realizzate due liste di discussione, per i genitori e per gli universitari. Sta per entrare in funzione il nuovo sito, che, oltre ad essere più attraente, è tecnicamente più moderno, e più rispondente alle esigenze di accessibilità.
Tutte le strutture periferiche a livello regionale e provinciale si sono dotate di una strumentazione informatica di avanguardia e molte di esse cominciano a disporre di un proprio sito. La nostra capacità di dialogare in tempo reale, attraverso internet, con l’intera organizzazione ci viene invidiata dalle altre associazioni di invalidi in Italia e all’estero.
Il nostro Centro di consulenza giuridica, che è stato trasferito da Firenze a Caserta e ha assunto la nuova denominazione di Centro Nazionale di Consulenza e documentazione Giuridica sull’handicap visivo "Gianni Fucà", ha conosciuto un momento di grande espansione con il coinvolgimento di nuove figure professionali e con l’estensione del suo raggio di azione alla Biblioteca Italiana per i ciechi "Regina Margherita", alla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro ciechi e all’Istituto per la Ricerca la Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R.). e all’Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi (U.N.I.Vo.C.)
La istituzione dell’Ufficio Autonomia presso la Presidenza Nazionale rappresenta il tentativo di dare una risposta concreta alla domanda in tema di accessibilità all’informazione, alla comunicazione, alla cultura, all’ambiente, alla fruizione del tempo libero. Fra i risultati segnaliamo la pagina 790 di Televideo "Per saperne di più" e la circolare del Ministero della Funzione Pubblica per l’accessibilità ai siti web della pubblica amministrazione.
La istituzione presso la Presidenza Nazionale di un ufficio per la promozione delle attività sportive risponde, invece, alla necessità di un intervento diretto nella promozione di un’attività così significativa per l’integrazione sociale dei ciechi.
Il Centro Nazionale del Libro Parlato sta vivendo una stagione di crescita e di espansione. La legge che finanzia il centro con un contributo annuo di lire quattromiliardi e 250 milioni ha consentito una grande campagna promozionale e la realizzazione di alcuni progetti di avanguardia.
Segnalo, in particolare, l’assunzione di giovani ciechi laureati per la promozione del libro parlato, la istituzione del premio letterario "Libro Parlato", la partecipazione al consorzio internazionale Daisy per la definizione di un programma di registrazione indicizzato su Cd-Rom, il finanziamento del progetto ALADIN per l’ ascolto del libro audio digitale innovativo e navigabile. Infine, il trasferimento della banca dati sul sito web.
Anche l’ufficio Stampa sta vivendo un momento felice di espansione, e dà il suo notevole contributo alla conoscenza delle problematiche dei ciechi attraverso l’organizzazione delle numerose conferenze stampa.
Segnaliamo in particolare la realizzazione del libro di Carlo Monti "In cammino verso le pari opportunità", il libro fotografico "Luci Ombre" a cura di Michele Pergola, la rivista al femminile "Kaleidos" e la rivista elettronica "uiciechi.it" riservata alle tematiche delle nuove tecnologie.
Il Centro Nazionale Tiflotecnico ha compiuto un salto di qualità organizzativo ottenendo la certificazione internazionale di qualità ISO 9002 e sta portando avanti il processo di decentramento per avvicinare gli ausili ai soci mediante la creazione di centri regionali. Segnaliamo la produzione di Braicom, un apparecchio per favorire la comunicazione dei cieco-sordi fra di loro e con gli altri.
Il Centro Studi e Vacanze di Tirrenia ha migliorato il suo look mediante la ristrutturazione delle facciate delle due torri e si accinge a porre mano ad una radicale ristrutturazione interna che gli farà compiere un notevole salto di qualità. La recente inaugurazione della piscina ludico-sportiva contribuirà ad accentuare il suo carattere riabilitativo.
Infine, i Consigli Regionali, che per effetto del decentramento amministrativo in atto e della legge sul federalismo, recentemente approvata, avranno nel prossimo futuro sempre più un ruolo centrale nella gestione della politica associativa sul territorio, sono stati messi nella condizione di dotarsi di una nuova figura professionale, quella del consulente giuridico.
Il processo di crescita organizzativa appena delineato non è stata una operazione di vertice calata dall’alto, bensì il frutto di un confronto sereno e civile con i dirigenti periferici, che sono stati chiamati a condividere le decisioni della Presidenza e della Direzione Nazionali.
Le frequenti riunioni dei presidenti regionali, gli incontri interregionali, le assemblee dei quadri dirigenti, i corsi di aggiornamento a livello locale prima, e a livello nazionale poi, sono stati una vera palestra di democrazia per tutti i dirigenti che hanno visto così irrobustire il loro senso di responsabilità e crescere la loro maturità associativa.
Anche i soci sono stati chiamati al dibattito da una lettera appello del Presidente Nazionale e dalla organizzazione di assemblee straordinarie presso tutte le sezioni, in occasione degli 80 anni di storia dell’Unione Italiana dei Ciechi.
Più organizzazione, più partecipazione, più democrazia hanno proiettato all’esterno l’immagine di un’associazione credibile e seria, siamo stati chiamati così a giocare un ruolo importante nella organizzazione della Conferenza Nazionale sulla disabilità, organizzata dal Ministero degli Affari Sociali, "Liberi di vivere come tutti". Siamo stati chiamati così anche a gestire insieme ad altri partners di grande prestigio e autorevolezza i progetti "Telemedicina" e "Vistel": il primo affrontava il problema dell’accesso mediante sintesi vocale al libro e al giornale elettronico, il secondo quello della eliminazione delle barriere dai video terminali telefonici.
Sono cresciuti così anche il nostro prestigio e la nostra autorevolezza, che hanno fatto sì che a livello nazionale ci fosse riconosciuta la leadership della Federazione dei disabili, appena ricostituita, ed a livello internazionale ci fossero affidati incarichi di grande responsabilità quali: la Vicepresidenza dell’Unione Europea dei ciechi (EBU), la Presidenza della Commissione di Collegamento con l’Unione Europea, la Presidenza della Commissione Istruzione e quella della Commissione per i problemi degli ipovedenti, rispettivamente nelle persone del Presidente Nazionale Tommaso Daniele, del Consigliere Nazionale Rodolfo Cattani, del Vicepresidente Enzo Tioli e del Consigliere Nazionale Giuseppe Castronovo.
Lo stesso prestigio e la stessa autorevolezza hanno fatto sì che altre organizzazioni, che lavorano per il riscatto dei ciechi, vedessero in noi un punto di riferimento e ci eleggessero capofila di un progetto che mette insieme energie umane, organizzative ed economiche.
Con felice intuizione, nasceva così il cosiddetto coordinamento tra l’Unione Italiana dei Ciechi, la Federazione Nazionale delle Istituzioni pro Ciechi, la Biblioteca Italiana per i Ciechi "Regina Margherita", la Unione Nazionale Italiana Volontari Pro Ciechi (U.N.I.Vo.C.), l’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione (I.Ri.Fo.R.) e la Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità.
I Presidenti delle sei organizzazioni si sono incontrati periodicamente, mettendo a punto programmi e progetti, ed i frutti di una così intelligente collaborazione sono stati copiosi. Le mostre per il materiale didattico, le campagne per la prevenzione della cecità, la rete dei centri di consulenza tiflodidattica, le unità territoriali di coordinamento per il sostegno all’integrazione scolastica, il consorzio qualità tra i centri di trascrizione in braille per migliorare il testo scolastico, i numerosi corsi di formazione professionale e di aggiornamento, il centro di documentazione tiflodidattico, la costituzione di una autorità tiflologica sono soltanto alcuni esempi di un prezioso lavoro comune.
Più organizzazione, più partecipazione, più democrazia, più unità, più responsabilità, più consapevolezza hanno reso l’Unione Italiana dei Ciechi più forte e più incisiva, mettendola nella condizione di vincere sfide importanti nei diversi settori di attività.
In tema di istruzione sta per avverarsi il vecchio sogno dell’Unione Italiana dei Ciechi di costituire dei centri regionali di sostegno all’integrazione scolastica per fare ricerca tiflologica, per dare consulenza alle famiglie e agli insegnanti di sostegno, per fornire materiale didattico appropriato, per dare finalmente in tempo utile e in formato accessibile il testo scolastico, per mettere, in una parola, i ragazzi ciechi nella condizione di studiare alla pari con tutti quanti gli altri.
L’approvazione della legge 69/2000, che per tale obiettivo stanzia notevoli risorse, rappresenta un enorme successo dell’Unione Italiana dei Ciechi che ha lottato duramente ed ostinatamente per ottenerla, vincendo l’ottusa opposizione di altre associazione di disabili e persino di gruppuscoli di ciechi. La legge in parola, correttamente applicata, può eliminare o almeno ridurre il disagio scolastico dei nostri ragazzi più volte documentato dall’Unione Italiana dei Ciechi.
Vorrei ricordare qui il libro bianco realizzato con migliaia di interviste ad alunni, docenti e genitori, e l’indagine conoscitiva commissionata dall’Unione Italiana dei Ciechi all’Istituto SWG.
In tema di lavoro vorrei ricordare la legge 68/99 che detta norme in materia di occupazione dei disabili. Anche per questa legge l’Unione Italiana dei Ciechi merita un encomio solenne. Il testo originario affossava letteralmente il lavoro dei ciechi, perché sopprimeva le loro leggi speciali e li inseriva nel calderone degli altri disabili, spariva quindi, ogni specificità.
Il testo finale non solo conserva le leggi speciali, ma consente ai ciechi non protetti da esse di partecipare alle graduatorie degli altri disabili, riconosce all’I.Ri.Fo.R. il diritto di fare formazione professionale ed ai ciechi occupati di partecipare ai concorsi godendo dei benefici delle leggi speciali. E che dire della norma presente nella legge 144/99 che delega il Ministro del Lavoro a individuare nuove figure professionali per l’occupazione dei lavoratori ciechi, estendendo loro i benefici della 113/85. Il decreto "Salvi" del 10.1.2000 che individua le figure dell’addetto all’ufficio per le pubbliche relazioni, alla gestione di banche dati, al marketing rappresenta la prima applicazione di questa norma, che può dar luogo ad ulteriori e positivi sviluppi.
Il lavoro è molto importante per i ciechi, Paolo Bentivoglio lo definiva "luce che ritorna", con questa consapevolezza la Presidenza Nazionale ha istituito l’Agenzia per la promozione del lavoro dei ciechi. Essa si prefigge di dare concreta attuazione al decreto "Salvi", di sostenere il rilancio del lavoro manuale e di aprire un dialogo con gli imprenditori italiani per accreditare un’immagine positiva del lavoratore cieco e sperimentare, d’intesa con loro, i nuovi sbocchi professionali per i ciechi .
Anche nel campo dell’assistenza l’Unione Italiana dei Ciechi ha saputo compiere il miracolo di tutelare al meglio i diritti dei ciechi italiani. Infatti, la prima bozza del testo sul sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali prevedeva il dimezzamento dell’indennità di accompagnamento, il suo assoggettamento al reddito, la cancellazione dell’indennità di accompagnamento per i ciechi ultrasessantecinquenni (sostituita con l’assegno di cura e di assistenza), l’eliminazione della doppia indennità per i ciechi pluriminorati.
Grazie ad un approfondito dibattito al nostro interno, alla mobilitazione generale, ad una pressione incessante, durata due anni, della Presidenza e della Direzione Nazionale sul Parlamento il testo finale della legge fa salvi tutti i nostri diritti: l’indennità di accompagnamento è concessa al titolo della minorazione, la sua misura non può essere diminuita, le prestazioni economiche devono essere concesse in proporzione alla minorazione, l’indennità di accompagnamento degli ultrasessantacinquenni viene conservata.
Una grandissima vittoria! perché sul testo originario erano d’accordo la maggioranza, la minoranza, i datori di lavoro, i rappresentanti dei lavoratori, ma alla fine la nostra determinazione, la nostra ostinazione hanno vinto e Davide ha sconfitto il gigante Golia.
Una parola a parte merita la legge 284/97, una pietra miliare nel settore dell’assistenza ai pluriminorati, di portata a dir poco rivoluzionaria. Infatti, per la prima volta, viene sancito il diritto dei ciechi pluriminorati al recupero sociale, al loro inserimento nel mondo della scuola e nel mondo del lavoro. Questa legge è rivoluzionaria anche per l’ipovedente, perché prevede la creazione di centri di riabilitazione su tutto il territorio nazionale.
E che dire del finanziamento di un miliardo alla Sezione Italiana dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità e di due miliardi alla Federazione Nazionale delle Istituzioni pro ciechi, previsti dalla stessa legge? Queste due Istituzioni sono rinate.
L’Agenzia ha un proprio sito web, svolge una grande attività promozionale, ha sue unità mobili oftalmiche, ha realizzato una linea verde. La Federazione ha cessato di essere "il regno delle anime spente", ha vivificato le sue istituzioni federate, affidando loro progetti da realizzare. Ha decuplicato la produzione del materiale didattico speciale, ha finanziato il centro informatico di sperimentazione di ausili didattici (CISAD) creato presso l’Istituto "Francesco Cavazza".
Degni di menzione, in tema di assistenza, ci sembrano la permuta di un terreno effettuata dall’Unione Italiana dei Ciechi con il Comune di Roma, per la creazione di un Centro Nazionale di recupero sociale per i pluriminorati ed il progetto Mercurio per favorire la comunicazione dei cieco sordi tra loro e con gli altri.
Amici congressisti, come non ricordare a conclusione di questo excursus i festeggiamenti degli 80 anni di storia dell’Unione Italiana dei Ciechi?
La solennità del concerto di Cecilia Gasdia a Milano, al Teatro La Scala, in occasione dell’edizione speciale del Premio Braille, al quale hanno assistito tantissime autorità, tra le quali segnaliamo: il Ragioniere Generale dello Stato, Andrea Monorchio, i Ministri Enzo Bianco, Livia Turco, Cesare Salvi.
La commozione di Genova, presso il Teatro Carlo Felice, dove abbiamo reso omaggio ad Aurelio Nicolodi, a Paolo Bentivoglio, a Giuseppe Fucà portando sulle loro tombe i fiori freschi della nostra riconoscenza e dove abbiamo scoperto una targa ricordo a imperitura memoria delle loro azioni a favore dei ciechi. "Dagli angoli delle strade, dai gradini delle chiese alle cattedre universitarie, da inabilitati del codice civile ad artefici del proprio destino."
Queste parole sono musica per le nostre orecchie, poesia per il nostro cuore, esse devono diventare il nostro inno di gloria, la nostra canzone preferita. La canteranno i nostri ragazzi, i nostri giovani, le nostre donne, i nostri anziani, i ciechi pluriminorati, gli ipovedenti e tutti coloro che devono qualcosa a questa vecchia e giovane signora. La canteranno tutti coloro che camminano a testa alta nella società del 2000 e guardano in faccia al futuro con fiducia. La canteranno i ciechi di domani, quelli del giorno dopo, e quelli di dopo ancora e l’eco della loro voce viaggerà nel tempo, valicando ogni confine per dire grazie, mille volte grazie, alla loro associazione , all’Unione Italiana dei Ciechi.
Amici congressisti, le pagine di questo racconto voi le conoscete, le avete lette tante volte, ne siete i protagonisti, le avete vissute giorno dopo giorno, anno dopo anno eppure fa bene al cuore ricordare. Abbiamo voluto in queste considerazioni finali prendervi per mano e accompagnarvi in questo viaggio attraverso il tempo.
Ci siamo fermati qua e là per compiacerci delle cose buone che insieme abbiamo fatto e abbiamo goduto, come fa il contadino che vede crescere gli alberi che ha piantato. Li accarezza, li misura, quasi li interiorizza.
Il Presidente Nazionale più volte ha scritto "è bello dalla finestra vedere il proprio orto che cresce e fermare lo sguardo sulla cima degli alberi più alti". Il nostro orto è cresciuto davvero, i suoi alberi hanno tronco solido, hanno rami robusti e radici profonde. A farli crescere è stato l’amore e la passione civile di migliaia di ciechi italiani.
In tanto azzurro ci sono le mani, c’è il cuore, c’è la mente di tutti i ciechi italiani. Ci sono le mani, il cuore e la mente di quelli che sono tra noi e di quelli che ci hanno lasciato. Ci sono le mani, il cuore e la mente di Giuseppe Caputo, di Gianni Fucà, di Antonio Zanghì di Gianni Di Maio. A questi amici l’eterna gratitudine dei congressisti, dei ciechi italiani, dell’intera Unione Italiana dei Ciechi.
Amici congressisti, questo gruppo dirigente vi ringrazia per avergli dato la possibilità di aggiungere qualche altra pagina al grande libro della storia associativa. Qualche altro gioiello nello scrigno di famiglia, ma il nostro e il vostro lavoro non finisce qui, la strada che abbiamo davanti è ancora lunga e tutta in salita.
Il dibattito precongressuale sui documenti del Presidente Nazionale da Genova a Montesilvano, da Capo Mulini a Fiuggi, ci ha dato la misura delle difficoltà che abbiamo davanti.
Lo stesso Presidente Nazionale, recentemente, in un discorso tenuto all’assemblea dei quadri dirigenti della Federazione tra le associazioni nazionali dei disabili ha detto: "i venti di guerra che attraversano il pianeta ci gelano il cuore, lo smarrimento della società civile, l’egoismo dell’economia, la crisi dell’etica, il silenzio della politica tarpano le ali alla speranza e il traguardo delle pari opportunità e della pari dignità appare un miraggio lontano, quasi un sogno proibito. In uno scenario così raccapricciante è difficile essere ottimista".
Eppure l’ottimismo è l’arma migliore, chi ha la responsabilità del governo associativo non può permettersi il lusso di essere pessimista. Il nostro imperativo categorico non può che essere avanti, sempre più avanti. Naturalmente l’ottimismo di cui ci dobbiamo armare non è soltanto quello della volontà, noi sappiamo di batterci per una causa giusta e storicamente le cause giuste hanno sempre trionfato. Ma la storia ci insegna anche che nessuno ci ha mai regalato niente, tutto quello che abbiamo, l’abbiamo dovuto conquistare al prezzo di dure lotte e di grandi sacrifici. "Siamo cavalli di razza, avvezzi alla lotta e alla resistenza," scriveva Nino Salvaneschi.
Possiamo vincere ancora, ma non bastano soltanto "capitani coraggiosi" occorre dare nuova benzina al motore dell’Unione Italiana dei Ciechi, il nostro cantiere, sempre aperto, ha bisogno di nuove braccia. "Il ritorno a casa" di quei soci che vivono la vita associativa con distacco, con indifferenza, talvolta con ostilità, rappresenta il vero tesoro nascosto della nostra associazione.
Le idee per un nuovo modello associativo proposte dalla Direzione Nazionale e fatte proprie dal Consiglio Nazionale conservano, ancora oggi, intatta la loro validità. Esse mirano all’efficienza organizzativa, alla gestione collegiale, alla divisione del lavoro, all’ampliamento delle responsabilità, al coinvolgimento del massimo numero possibile di dirigenti e soci, all’erogazione di una vasta gamma di servizi, indirizzati ai diversi soggetti associativi.
I cambiamenti epocali di cui siamo testimoni e qualche volta vittime, ci suggeriscono di mettere in discussione le nostre categorie mentali, i nostri punti di riferimento, i nostri ancoraggi sicuri, le nostre certezze, ci suggeriscono di riesaminare le nostre piattaforme rivendicative e, soprattutto, ci impongono di rielaborare, aggiornandoli, i percorsi così faticosamente strutturati per educare, formare, occupare, assistere i ciechi e gli ipovedenti.
A Genova, a Pescara, a Capo Mulini, nella lettera aperta ai delegati abbiamo cercato di rendere chiaro tutto questo. Tocca ora al XX Congresso Nazionale dell’Unione Italiana dei Ciechi tracciare la via maestra per un salto di qualità dell’associazione, per un di più di organizzazione, di partecipazione, di democrazia. per più istruzione, più formazione professionale, più lavoro, più riabilitazione, più assistenza, migliore accesso all’informazione, alla cultura, all’ambiente, alla fruizione del tempo libero.
Una vita più autonoma e più indipendente, nel segno delle pari opportunità, della pari dignità e della responsabilità, in una parola nel segno dell’inclusione, della integrazione sociale.
Per questo obiettivo i ciechi italiani, come sempre, getteranno il cuore oltre ogni ostacolo, come sempre aggiungeranno altre pagine al grande libro della storia associativa, altri gioielli nello scrigno di famiglia.
Avanti con l’Unione Italiana dei Ciechi!
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