Il Braille quale fattore fondamentale per la garanzia delle pari opportunità di accesso all'informazione ai non vedenti
Giardini Naxos, Sicilia, Italia, 10-11 ottobre 1997
Il ruolo del Braille nella società dell'informazione
Di Kurt Nielsen, Presidente della Commissione Permanente EBU sull'Accesso alla Cultura ed all'Informazione, Membro del Comitato Esecutivo dell'Associazione Danese Non Vedenti.
Quando valutiamo il valore del Braille come forma di linguaggio scritto per la comunità dei non vedenti, dobbiamo partire dal presupposto che questo sistema rappresenta per i ciechi il mezzo di accesso più importante, più efficace e più diretto all'uso della lingua scritta.
Infatti, uno dei fattori fondamentali della cultura è rappresentato dalla possibilità di usare la lingua scritta. Attraverso la storia della civiltà, l'umanità ha sviluppato vari linguaggi scritti per trasmettere e mantenere la viva la lingua, i pensieri e le esperienze. Tra questi, ricordiamo i caratteri cuneiformi della Mesopotamia ed i geroglifici dell'Egitto, che possono essere interpretati e capiti anche oggi e che hanno aperto la strada alla conoscenza ed alla comprensione delle civiltà del passato. Vorrei aggiungere che ancora oggi un'altra importante lingua scritta, quella delle grandi culture latino americane, la lingua scritta dei Maya, non può essere né letta né interpretata.
Ci affascina vedere come gli odierni linguisti non siano ancora in grado di penetrare nel codice della lingua scritta dei Maya, né noi possiamo accedere o capire il pensiero di questo popolo e la loro visione del mondo attraverso il modo in cui essi lo hanno rappresentato per iscritto.
Lo sviluppo della lingua scritta è alla base di due principi fondamentali: il cosiddetto principio dei fonemi e quello definito delle icone, o l'abbinamento di entrambi. Il nostro alfabeto, ad esempio, si fonda sul principio dei fonemi, in cui ad un segno grafico corrisponde un suono, mentre altre lingue scritte si basano sul principio delle icone, dove gli elementi linguistici sono rappresentati da immagini o da pittogrammi.
Grazie allo sviluppo del linguaggio di Louis Braille, e alla successiva diffusione del suo metodo durante il 1800, i ciechi hanno potuto accedere direttamente all'uso della lingua scritta. Di qui la più grande conquista culturale per la storia dei ciechi, il superamento del principale fattore di isolamento che precludeva l'accesso e la partecipazione attiva alla vita culturale.
Il valore del Braille è inestimabile. Il codice a 6 punti, composto da 63 segni diversi più lo spazio intermedio quale segno numero 64, ha reso possibile lo sviluppo della lingua, della lettura, della scrittura, della musica nonché il riconoscimento di segni speciali in matematica, fisica, chimica, linguistica, ecc.
Sin dagli albori della sua diffusione, emerse subito chiaramente che il Braille avrebbe dovuto avere una natura internazionale, per cui i vari caratteri, i numeri ed i segni delle frasi vennero definiti in base ad uno standard internazionale.
Tuttavia, con la comparsa dei sistemi contratti, i requisiti della lingua nazionale divennero così prevalenti che oggi è possibile leggere il Braille in una lingua straniera soltanto se si conosce il sistema contratto, oppure se il testo è stato scritto in Braille non contratto.
Naturalmente, sono consapevole del fatto che le misure volte a consentire ed a facilitare lo scambio internazionale di informazioni in Braille hanno costretto molti paesi ad abbandonare l'uso delle contrazioni.
In Danimarca, ad esempio, abbiamo mantenuto il nostro sistema contratto ed a tale proposito desidero precisare che sono un fermo sostenitore di questa soluzione. Quale Presidente dell'Ente Braille Danese nel 1993 ho preso parte alla revisione del Braille danese, che ha consentito al nostro Braille contratto di non rappresentare più un ostacolo alla produzione di materiale Braille computerizzato di buona qualità.
Lo sviluppo del sistema Braille ad 8 punti (con un totale di 225 segni, più il pulsante dello spazio come variazione di segno numero 256), ci ha aperto numerose possibilità ed è importante comprendere che queste nuove prospettive rappresentano l'unica alternativa possibile.
Come avvenuto in molti altri paesi, anche noi danesi abbiamo adottato un codice nazionale a 8 punti. A tale proposito, sono stati fatti numerosi tentativi per cercare di addivenire ad un accordo in ordine ad un codice internazionale a otto punti, ma con scarsi risultati. Personalmente, sono abbastanza scettico sulla possibilità di raggiungere un accordo internazionale in materia.
A questo riguardo, dunque, il mio suggerimento è quello di concentrarsi su un impegno comune volto a creare uno standard per lo scambio internazionale di informazioni in Braille, al fine di poter mantenere nello stesso tempo il codice nazionale nella forma in cui lo abbiamo oggi. Una soluzione apparentemente semplice ad un problema complesso, è vero, ma forse, una possibile alternativa potrebbe essere quella illustrata a continuazione: gli scambi internazionali di informazioni in Braille potrebbero avvenire in Braille non contratto, in modo tale che il mittente possa tradurre il Braille contratto in Braille non contratto. Il ricevente quindi, per poter utilizzare il messaggio, non deve fare altro che operare la contrazione del Braille. Una soluzione di questo tipo ha bisogno di un accordo che definisca il posizionamento dei segni Braille rispetto ai valori ASCII.
Le moderne tecnologie ci consentono di adottare soluzioni di questo tipo. Tuttavia, è necessario tenere conto di tutti i requisiti nazionali, solo così la possibilità di effettuare scambi internazionali di informazioni verrebbe davvero garantita.
Quale sarà il ruolo del Braille nella società dell'informazione del futuro? A questo proposito è necessario considerare numerosi fattori:
Molti anziani spesso ritengano che non valga la pena iniziare ad imparare il sistema Braille. Questo tipo di atteggiamento deve essere scoraggiato, invitando l'anziano a provare. In numerosi casi, infatti, egli scopre che i vantaggi che derivano dall'utilizzo del sistema Braille sono assolutamente inaspettati ed indispensabili. In Danimarca offriamo sia i programmi didattici per adulti previsti dal nostro ordinamento, sia i programmi speciali di supporto.
Nel nostro paese, per poter garantire la disponibilità di personale docente costantemente aggiornato e qualificato per questo tipo di istruzione, l'Associazione Danese Non Vedenti ha formato, nel corso degli anni, insegnanti ciechi in grado di impartire questi programmi didattici. L'ultima conquista di questo cammino è rappresentata dal fatto che il Consiglio Superiore dell'Associazione Danese Non Vedenti ha deciso di istituire una scuola di comunicazione che, tra l'altro, provvede alla formazione degli insegnanti nell'ambito dei programmi di comunicazione per i ciechi, includendo anche sessioni didattiche che consentono agli insegnanti di impartire lezioni in Braille.
Per concludere, desidero cogliere questa opportunità per esporre alcune raccomandazioni sulle quali dovremmo tutti riflettere:
Raccomandazione 1: innalzare il livello qualitativo dell'informazione in Braille.
Raccomandazione 2: migliorare le modalità di offerta di informazioni in Braille.
Raccomandazione 3: mettere a disposizione un numero sufficiente di strutture qualificate per il Braille.
Raccomandazione 4: rimuovere gli ostacoli che impediscono lo scambio di informazioni internazionale in Braille lungo i confini linguistici.
Raccomandazione 5: espandere la collaborazione internazionale tra le biblioteche per i ciechi al fine di creare degli standard in materia di produzione, conservazione, riproduzione e noleggio di materiale Braille in formato elettronico.
Raccomandazione 6: i diritti d'autore non devono interferire con la produzione e la distribuzione del materiale in Braille.
Raccomandazione 7: i requisiti dei lettori ciechi devono essere tenuti in considerazione durante il processo decisionale relativo al materiale Braille.