Gruppo Euro dell’EBU – Unione Europea Ciechi

L’Euro, fattore d’integrazione o di esclusione delle popolazioni con minorazione visiva? 

Il presente documento è disponibile nelle lingue dell’Unione europea.

E’ stato inoltre registrato su audiocassetta in un centinaio di esemplari per lingua.

Prefazione

1. I principi di fondo della nostra azione

2. I nostri obiettivi

3. I nostri strumenti

4. La nostra forza

5. Qualche cifra

6. Cenni storici

7. Alcuni punti di forza

8. Le nostre realizzazioni presenti e future

9. Ricerca di risorse

10. Conclusioni

Nota

Prefazione

Il documento è stato redatto dal gruppo Euro dell’Unione Europea dei Ciechi (EBU) nel quadro di un finanziamento accordato dalla DG XXIV per l’elaborazione di strumenti pedagogici atti a facilitare l’apprendimento dell’euro alle fasce “deboli” della popolazione. Il progetto è stato reso possibile e realizzato grazie al sostegno e all’aiuto di Thierry Vissol e di Helena Ramón in particolare, che ringraziamo calorosamente.

Senza alcun dubbio, è grazie al sostegno della Banca Centrale Europea e al suo impegno costante di coinvolgerci e di renderci partecipi della sua politica di comunicazione se saremo in grado di informare il massimo numero possibile di persone con minorazione visiva. In questa sede, desideriamo anche ringraziare in modo speciale Antti Heinonen e Jean-Michel Dinand.

Ringraziamo i gruppi di Maria del Carmen Oliver, per la ONCE, Spagna, Adeline Valkenborg per la CBPAM/BCBS, Belgio e Hans Kaltwasser per il DBSV, Germania. Grazie a questi gruppi, il nostro lavoro può fondarsi su basi sperimentali, ancora inesplorate fino a qualche mese fa.

Ringraziamo in maniera particolare Hans Kaltwasser che ha elaborato il rapporto che sintetizza questi lavori, Maïa Gouguet che ha collaborato alla redazione del presente documento ed anche tutti coloro che hanno avuto la gentilezza di leggerlo e commentarlo.

Infine, desideriamo sottolineare con piacere l’importanza dell’attività svolta dai 15 coordinatori nazionali della rete Euro dell’EBU. Questo progetto potrà essere realizzato solo grazie a questa rete.

La persona disabile è spesso considerata come se fosse portatrice di un deficit. Non parliamo forse di persone con “deficit visivi” ? Ora, tale deficit, che un legittimo impegno per l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità ci porta a colmare, è anche vettore di arricchimento per tutta la popolazione.

Questo documento vuole essere un resoconto dell’azione già svolta nel campo dell’adeguamento dell’apprendimento dell’euro da parte delle persone con minorazione visiva. Vuole anche essere, soprattutto, un appello pressante a qualsiasi collaborazione per il perseguimento e la diffusione di tale azione, indispensabile all’autonomia e all’integrazione delle persone con minorazione visiva nel nostro tessuto sociale ed economico.

Mokrane Boussaid, direttore dell’Unione Europei dei Ciechi (EBU) e Jean- Pierre Lhoest, Presidente del Gruppo Euro dell’EBU

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1. I principi di fondo della nostra azione

Fin dall’inizio, l’euro è stato concepito come uno strumento d’integrazione. Certamente, l’integrazione desiderata riguardava le diverse economie degli Stati membri dell’Unione europea. Spetta a noi adesso garantire che l’euro non diventi uno strumento di esclusione economica e sociale di una parte considerevole della popolazione dell’Unione europea, sia che questa parte di popolazione vive già al momento attuale ai margini del sistema economico e a volte sociale (es. : disoccupati cronici, SDF, persone anziane con pensioni ridotte, persone disabili, ecc.) oppure che corra il rischio di marginalizzazione in seguito all’introduzione dell’euro (in particolare le persone anziane e le persone disabili).

E’ nostro compito garantire che l’euro non diventi un pretesto per alcune rinunce: rinuncia da parte delle stesse persone alla propria integrazione in questo nuovo sistema, rinuncia da parte di coloro che hanno il dovere di offrire assistenza all’integrazione  (operatori sociali, poteri locali, autorità pubbliche...), ma che al contrario, l’euro sia il pretesto per rimettere in cantiere il nostro tessuto sociale ed economico e apportare i rimedi necessari.

L’accesso all’informazione è molto più difficile per le persone con minorazione visiva che non per le persone vedenti. L’informazione scritta è accessibile ad esse solo attraverso l’intermediario di una terza persona (lettura a voce alta o trascrizione in formati adeguati: braille, audio-cassette, caratteri grandi, supporto informatico). Nella maggior parte dei casi, l’immagine è per loro inaccessibile. Perciò, a differenza delle persone vedenti, queste persone non hanno la possibilità di trarre “passivamente” profitto dalla massa di informazioni fornite sull’euro dalla televisione, dai manifesti, le copertine delle riviste, ecc.

Tale carenza di informazioni provoca spesso un senso di ansia maggiore fra le persone interessate, cosicché gli aspetti psicologici dell’introduzione all’euro, spesso sottolineati soprattutto dalla DG XXIV, sono ancora più significativi per le persone con minorazione visiva e devono essere presi in considerazione dagli esperti.

Di conseguenza, è di primaria importanza, non solo trascrivere l’informazione accessibile al grande pubblico in formati accessibili alle persone con minorazione visiva, ma anche fornire a queste persone una informazione specifica che cerchi di ovviare alla loro carenza di informazioni, in modo da metterle il più possibile su un piede di parità con le persone vedenti.

Peraltro, alcune necessità sono specifiche dell’handicap visivo. Per esempio, la differenziazione e l’identificazione delle monete e delle banconote in euro deve potersi fare “alla cieca” e quindi in base a criteri totalmente diversi dai criteri delle persone vedenti.

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2. I nostri obiettivi

Il 1° gennaio 2002, tutti i cittadini europei affetti da disabilità visiva– come tutti i cittadini europei – dovranno essere in grado di maneggiare le banconote e le monete in euro con precisione e con sicurezza. Tale sicurezza dovrà essere mantenuta e continuata anche negli anni successivi ma soprattutto nel 2002, che è l’anno cruciale. La nostra azione di informazione e di formazione dovrà quindi coprire gli anni 2000 - 2002.

Perché la nostra azione possa essere efficace, la comunicazione con le associazioni dei non vedenti è di primaria importanza. Gli attori della comunicazione in seno a tutti i centri di informazione privilegiati dalle persone con deficit visivi ([2]), e in particolare gli operatori sociali ma anche i volontari, che abbiano minorazione visiva o meno, devono poter disporre della formazione, dell’informazione, di eventuali aiuti tecnici e di strumenti pedagogici necessari. Bisogna garantire loro l’accesso al finanziamento richiesto in modo che essi siano in grado di prendere il tempo per informare e per formare le persone con deficit visivi all’uso dell’euro.

Al fine di informare e di formare i cittadini europei con minorazione visiva, si dovrà realizzare una rete particolare, che assicuri:

Spesso basta poco per rendere un documento scritto accessibile alle persone ipovedenti: utilizzare un carattere sufficientemente grande e una impaginazione chiara, per esempio. Dobbiamo incoraggiare tutti gli organismi che organizzano campagne di informazione sull’euro a renderle il più possibile accessibili al pubblico con minorazione visiva. Noi siamo a loro disposizione per fornire tutte le informazioni e i consigli necessari.

Nonostante l’importanza delle diverse associazioni di non vedenti come centri di informazione per le persone con minorazione visiva, molte persone  ipovedenti riceveranno le informazioni di cui hanno bisogno riguardo all’euro mediante altri canali. E’ quindi importante sensibilizzare tutti gli operatori che si occupano di comunicazione sull’euro sui bisogni specifici delle persone con minorazione visiva e informarli sui materiali di formazione adattati e creati per loro: formatori pubblici, associazioni di consumatori, mediatori dell’informazione.

Infine, nonostante tutta l’attenzione prestata alle caratteristiche di identificazione delle monete e delle banconote in euro al momento della loro ideazione, non possiamo trascurare l’assistenza allo sviluppo e alla diffusione di aiuto tecnico come, per esempio, alcuni aspetti di identificazione delle banconote o dei convertitori vocali. Il nostro ruolo sarà di fornire consigli, e di elaborare i capitolati d’oneri.

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3. I nostri strumenti

La Commissione europea - DG XXIV e DG X – ci fornisce collaborazione e sostegno finanziario in questa impresa per il coordinamento della rete Euro dell’EBU e per la produzione di materiali e strumenti pedagogici nelle lingue dell’Unione europea, destinati sia al pubblico in questione che ai formatori.

Ci mancano i mezzi finanziari per la riproduzione in numero sufficiente degli strumenti pedagogici e del materiale di formazione e d’informazione, che si tratti per esempio di un «Opuscolo Euro» particolarmente adeguato alle necessità delle persone con deficit visivi, oppure della «semplice» trascrizione in formati adeguati di opuscoli esistenti emanati dai governi nazionali o regionali.

Grazie alla Commissione europea, una prima ondata di formatori potrà beneficiare alla fine del1999 e inizio 2000 di una formazione adeguata.

Il numero di formatori formati su scala europea tuttavia è ancora lungi dall’essere sufficiente e noi dobbiamo sollecitare, in seno ad ogni paese, il finanziamento della formazione a cascata del personale destinato ad assicurare l’accompagnamento delle persone con minorazione visiva per l’apprendimento dell’euro.

Noi beneficiamo del sostegno della Banca Centrale Europea per tutti i nostri lavori. Ottenere campioni di banconote e monete adatte alla formazione è precisamente l’obiettivo di negoziati con la BCE e le Zecche nazionali.

Poiché alcuni settori ricevono sussidi, cerchiamo ulteriori sostegni per consolidare l’elaborazione di una politica concertata a livello europeo: i cittadini con minorazione visiva hanno bisogno di alcune serie di 8 monete vere in euro a partire dalla metà del 2001 in tutti i paesi dell’Unione europea.

La rete Euro dell’EBU - rete di 15 coordinatori nazionali – esiste dal 1998 ed è un luogo privilegiato di scambio di informazioni e di prassi corrette.

Generalmente, i membri di questa rete non dispongono tuttavia del tempo e delle finanze necessarie per creare progetti che vadano oltre la trascrizione in braille delle informazioni governative sull’euro. Per non parlare del lavoro di’organizzazione e di coordinamento di un gruppo decentralizzato di formatori.

Noi ci associamo alle richieste dei consumatori (in quanto membri del gruppo euro del Comitato dei Consumatori) e collaboriamo con il Comitato del Commercio e della Distribuzione.

Una interessante sinergia potrebbe nascere dalla collaborazione fra i nostri coordinatori nazionali e i nostri formatori, e le associazioni locali di consumatori.In ogni caso, tale collaborazione favorirebbe l’integrazione sociale delle persone con deficit visivo.

La competenza del personale delle associazioni di non vedenti non ha bisogno di ulteriori dimostrazioni, disponendo di assistenti sociali specializzati/e nel mondo delle persone con minorazione visiva, ergoterapeuti o altro personale qualificato per operare nel campo della riabilitazione funzionale delle persone con minorazione visiva .

Tuttavia soffriamo di una grave carenza di mezzi per coinvolgere in modo privilegiato questo personale nell’adattamento all’euro; dato che il lavoro abituale deve ovviamente andare avanti.

E’ difficile immaginare quante persone con deficit visivo, senza parlare della competenza e della disponibilità di tantissime persone volontarie, che lavorano, spesso nell’ombra, al miglioramento della vita quotidiana di tali persone. Senza di esse, quanti «superflui» necessari e indispensabili sarebbero trascurati nella gran parte delle nostre società europee, quali la lettura di libri o perfino dei giornali su audio-cassette, l’accompagnamento (guida) a una riunione o, semplicemente, una visita a domicilio, per citare solo qualche esempio. Queste persone volontarie  svolgono spesso un’opera importante d’integrazione. Come opera di socializzazione, l’apprendimento dell’euro potrebbe perfettamente essere incluso fra le loro missioni.

Sarebbe necessario però che queste persone volontarie possano beneficiare di una minima formazione all’euro e agli strumenti pedagogici disponibili.

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4. La nostra forza

Ciò che è una necessità imperativa per le persone  con minorazione visiva non è inutile per le altre; anzi al contrario, è spesso una comodità del tutto apprezzabile. Così, le scanalature delle monete da 10 e 50 centesimi potranno aiutare molte persone a distinguerle dalla moneta di 20 centesimi. La grande dimensione delle cifre sulle banconote in euro, i colori vivaci e ben contrastati a seconda del valore sono, per le persone ipovedenti, elementi essenziali per l’identificazione. Chi, fra le persone anziane o anche della popolazione perfettamente vedente, si lamenterà se potrà riconoscere il valore delle banconote a prima vista?

Lo stesso dicasi per gli strumenti pedagogici realizzati per apprendere a identificare le banconote e le monete in euro, l’informazione più dettagliata, più chiara e strutturata in maniera da essere accessibile senza il sostegno visivo per le persone con minorazione visiva, non sarà soltanto una loro prerogativa esclusiva.

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5. Qualche cifra

Dal momento che i paesi dell’Unione europea non usano gli stessi criteri, o almeno non sempre, di registrazione delle persone con deficit visivo, non si dispone di dati precisi e affidabili sull’incidenza della cecità in Europa.

Se la popolazione dei ciechi ([3]) in Europa è generalmente stimata a circa 900.000 persone, è tuttavia possibile che tale cifra sia decisamente sottovalutata. Quanto all’insieme dei cittadini dell’Unione europea affetti da minorazione visiva (raggruppando persone non vedenti e ipovedenti), esso rappresenta circa il 2% della popolazione, e cioè 7,4 milioni. Tale cifra è senza dubbio per difetto rispetto alla realtà se si considera che anche molte persone anziane sono ipovedenti, senza che però siano considerate tali.

Per principio, tutte le persone con minorazione visiva hanno diritto ad una informazione / formazione specifica. Se tutte queste persone fossero in grado di spostarsi – ciò che è lungi dall’essere la situazione reale – per assistere foss’anche a una sola seduta di formazione di circa 3 ore, per gruppi di 10 persone, si dovrebbero organizzare 740.000 sedute. Ciò richiederebbe 1.682 operatori a tempo pieno per un anno ([4]) per i paesi dell’Unione europea.

E comunque, per molte persone con minorazione visiva, in particolare le persone cieche, non basta affatto una sola seduta, per acquisire una buona conoscenza sia delle differenze delle scale di valore che dell’introduzione dei centesimi (per alcuni paesi) e della corretta  manipolazione delle banconote e delle monete in euro.

Inoltre, molte persone sufficientemente mobili per fare i loro acquisti da sole, non lo sono per andare a partecipare a una riunione e dovranno quindi essere istruite individualmente a domicilio.

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6. Cenni storici

Non a tutti ancora, l’euro appare come una priorità. Eppure è dal 1993 che la Commissione di collegamento dell’EBU insieme all’Unione europea ha istituito un  gruppo di lavoro sull’euro.

Grazie al sostegno della DG X prima, della DG II poi, e infine all’inestimabile sostegno della DG XXIV, il gruppo Euro dell’EBU ha realizzato, sotto la supervisione di Stephen King, RNIB ([5]), un compito inedito: collaborare con l’Istituto Monetario Europeo e con i direttori delle Zecche dell’Unione europea per partecipare alla creazione di sette nuove banconote e di otto nuove monete di una stessa unità monetaria e tutto ciò prestando buona attenzione a che presentino sufficienti caratteristiche di identificazione per tutti i cittadini dell’Unione europea affetti da minorazione visiva.

L’Unione Europea dei Ciechi ha così compiuto un’opera storica ponendosi come interlocutore privilegiato delle autorità, come rappresentante di un gruppo di consumatori con esigenze specifiche. In più, ha fatto riconoscere molte sue raccomandazioni come universalmente valide e ciò a proposito sia delle specificità d’identificazione delle monete e delle banconote in euro che delle esigenze di apprendimento dell’euro.

Dalla metà del 1998, grazie alla DG XXIV e alla  DG X, il gruppo Euro dell’EBU coordina i programmi d’informazione e di formazione all’euro delle persone con minorazione visiva in Europa. L’EBU ha designato, in ciascuno dei quindici paesi membri dell’Unione europea, un coordinatore euro responsabile dell’attivazione decentralizzata di tali azioni ([6]).

Al fine di poggiare il proprio operato su basi sperimentali, il gruppo Euro dell’EBU ha innanzi tutto effettuato una serie di incontri in Germania, in Belgio e in Spagna: circa 300 persone sono state interrogate e hanno manipolato alcune banconote e monete; più di un centinaio, al momento delle riunioni di gruppo organizzate sotto forma di seminari, e 187 persone in interviste individuali ([7]). Gli obiettivi di tale studio erano tre:

1.   definire  i timori più forti : resistenza psicologica al cambiamento, mancanza di informazione, perdita dei punti di riferimento nella scala dei valori, perdita degli aiuti tecnici usati prima, ecc. …

2.   collazionare e descrivere i mezzi attualmente utilizzati dalle persone  con minorazione visiva per identificare le monete e le banconote nazionali attuali ([8]) e ciò, mediante la manipolazione del denaro nazionale

3.   stabilire i principali problemi nell’identificazione delle banconote e delle monete in euro e i metodi pedagogici da adottare, eventualmente differenziati in funzione dei settori campione del pubblico (criteri basati sull’età e di tipo di deficit visivo) e ciò, mediante la manipolazione di esemplari fac-simile (e, per certi versi, ancora abbastanza poco vicini alla realtà) di banconote e di monete in euro.

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7. Alcuni punti di forza

Dallo studio emerge chiaramente la necessità di riconoscere e salvaguardare l’autonomia delle persone con deficit visivi. In effetti, più della metà delle persone non vedenti e il 65 % delle persone ipovedenti interrogate fanno abitualmente le loro compere da sole e quindi devono maneggiare denaro. Anche fra le persone che non fanno le compere da sole vi è una certa percentuale che fa comunque uso del denaro nelle diverse circostanze della vita.

Lo studio ha rivelato, se ve ne fosse stato bisogno, che le persone con minorazione visiva, e le persone non vedenti in particolare (75 %) provano una certa ansia nei confronti dell’arrivo dell’euro. Se più dell’80 % delle persone interrogate nel Belgio e in Spagna hanno dichiarato di essere notevolmente preoccupate, soltanto poco meno del 40 % delle persone interrogate in Germania hanno manifestato tale timore. Ebbene, un mese prima dell’inizio delle interviste, il coordinatore euro dell’EBU in Germania aveva avviato una campagna d’informazione in una rivista specializzata per le persone con deficienza visiva ([9]). Questo dimostra innegabilmente l’impatto estremamente positivo che una buona campagna d’informazione mirata può avere.

Visto che il 76 % delle persone interrogate dicono di avere appreso ciò che sanno sull’euro fra l’altro mediante la televisione, e il 64 % attraverso la radio ([10]), si fa regolarmente appello al diritto di avere a disposizione, come tutti, le stesse informazioni in forma adeguata. 

In un contesto di parità dei diritti e delle opportunità, si rivendica il diritto all’informazione specifica per mitigare la condizione di svantaggio. Il 77 % delle persone interrogate hanno dichiarato di volere una descrizione precisa (e adeguata alla minorazione visiva) delle monete e delle banconote in euro per potersene creare una rappresentazione mentale e conoscerne le caratteristiche.

In Belgio e in Spagna, l’identificazione delle monete e delle banconote preoccupa il 53 % delle persone con minorazione visiva a livello globale, di cui il 67,6 % tra le persone sopra i 60 anni e il 57,4 tra quelle di 19-60 anni.

E in effetti: il 25 % delle persone sottoposte al test hanno commesso uno o più errori quando, una volta distribuite (per la prima volta) due serie di 8 monete in euro, abbiamo chiesto loro di accoppiare le monete a due a due. E’ sorprendente constatare che, nelle fasce d’età 19-60 anni e più di 60 anni, le persone non vedenti sono più capaci delle persone ipovedenti. Fra questi ultimi, il 40 % ([11]) delle persone anziane di oltre 60 anni, hanno commesso uno o più errori. Ciò significa che, se nonostante le opportune caratteristiche di identificazione a queste monete, grazie alla buona collaborazione fra le diverse Zecche e l’Unione Europea dei Ciechi, l’apprendimento alla manipolazione deve essere guidato, e questo vale sia per le persone ipovedenti che per le persone non vedenti   ([12]).

Infine, dopo avere preso conoscenza delle caratteristiche di identificazione delle monete e del loro rispettivo valore, il 25 % delle persone anziane di più di 60 anni hanno manifestato il desiderio di non procedere al « random sorting », e cioè all’esercizio che consisteva nell’estrarre una certa somma in euro da tutte le monete in euro che avevano in mano. Ciò fa capire l’elevato numero di riunioni di formazione che sarà necessario a queste persone per poter maneggiare e identificare le monete in euro con fiducia e sicurezza.

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8. Le nostre realizzazioni presenti e future

Sulla base dei risultati dello studio menzionato prima, sono stati e saranno creati strumenti pedagogici per i formatori come pure il materiale di formazione e gli aiuti tecnici mirati al pubblico in questione.

L’accesso all’informazione differisce in base al tipo di deficienza visiva e a seconda delle preferenze personali. Per questo, è essenziale che sia proposto un ampio ventaglio di materiale informativo e formativo, per permettere alla persona con deficienza visiva di scegliere con piena autonomia il materiale più adeguato alle proprie necessità.

I risultati a livello europeo costituiscono solo una parte del materiale pedagogico, che deve anche essere adattato e incrementato secondo le specificità di ciascun paese e diversificarsi in base alle diverse necessità man mano che si avvicina la data termine del 1 gennaio 2002.

Destinato ai formatori

Un primo opuscolo pedagogico (fine 1999) si basa essenzialmente sulle conclusioni di questo studio, soprattutto per quanto concerne gli strumenti più efficaci utilizzati dalle persone con disabilità visiva per identificare al momento attuale le loro monete e banconote nazionali come pure gli errori più frequenti che vengono commessi in occasione dei test di manipolazione con esemplari fac-simile di monete e banconote in euro.

Un secondo opuscolo pedagogico (autunno 2000) presenta una serie di sedute di formazione mirate a diversi tipi di pubblico. Queste si basano sulle esperienze pilota condotte con bambini e persone anziane con disabilità visiva ed anche con altre fasce “deboli” della popolazione.

Tali opuscoli sono tradotti se non in tutte, almeno nella maggior parte delle lingue dell’Unione europea. Sono anche disponibili 100 audio-cassette in media per ogni paese per i formatori con deficit visivo.

Durante la prima metà dell’anno 2000, formatori regionali (formatori di formatori locali) saranno stati formati alle realtà psico-sociologiche dell’introduzione all’euro e alle tecniche di formazione che favoriscono l’accettazione e la comprensione dell’euro. Avranno anche assimilato le tecniche di manipolazione dell’euro da parte delle persone con minorazione visiva.

La formazione dei formatori locali e dei volontari, essi stessi con o senza deficit visivi , è prevista per la seconda metà dell’anno 2000.

Destinato alle persone con minorazione visiva

Se ci vengono concessi sufficienti mezzi finanziari, è previsto che durante la seconda metà dell’anno 2000, tutte le persone con minorazione visiva possano beneficiare di almeno una riunione informativa/formativa. La formazione propriamente detta avrebbe luogo nel corso di tutto l’anno 2001, e verrebbe notevolmente intensificata durante gli ultimi mesi dell’anno 2001. Durante l’anno 2002, avrebbero luogo le necessarie messe a punto dopo l’introduzione e l’utilizzazione effettive delle monete e delle banconote in euro.

Le matrici di un «Opuscolo Euro» specificamente adattato alle esigenze delle persone con deficienza visiva saranno disponibili (fine 1999 – inizio 2000) nelle lingue dell’Unione europea nei formati adeguati, e cioè in braille, su audio-cassetta, con caratteri ingranditi e su supporto informatico. Grazie a una collaborazione fruttuosa con la BCE, l’opuscolo descrive in modo molto preciso le banconote e le monete in euro e le loro caratteristiche di identificazione.

Sono stati realizzati, per un approccio pedagogico e/o culturale, alcuni prototipi messi in rilievo o con materiali differenziati percettibili al tatto, di banconote o di monete in euro e di elementi pertinenti.

Il Gruppo Euro dell’EBU non può produrre in prima persona gli aiuti tecnici o i giochi adattati; può tuttavia, con l’assistenza dei dipartimenti tecnici dei partner nazionali, offrire consulenza e perizia. Fra gli aiuti tecnici attualmente individuati, si registrano i convertitori euro a uscita vocale ([13]) e diversi tipi di identificatori di banconote.

Sono disponibili giochi adattati per bambini e per adulti.

Il materiale informativo delle autorità pubbliche dei differenti paesi è stato spesso trascritto in formati adattati.

Destinato ai responsabili delle campagne d’informazione

Il Gruppo Euro dell’EBU può offrire consigli e perizia per lo sviluppo di materiale informativo e di formazione adeguato e per l’elaborazione di campagne di comunicazione sull’euro, che siano efficaci per le persone con minorazione visiva, che si presentino sotto forma scritta o su supporto audio o video o ancora su sito web. Il nostro sito web: www.uiciechi.it è, naturalmente, accessibile alle persone con minorazione visiva e quindi può essere un esempio di «good practice» e allo stesso tempo fornisce informazioni utili sul nostro progetto.

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9. Ricerca di risorse

Chiunque desideri intervenire sul campo, a qualsiasi livello – europeo, nazionale, regionale, locale, banca, associazione di consumatori, grande impresa, operatore nell’informazione sull’euro, piccola impresa di servizi, associazione di ciechi, agenzia di comunicazione, persone cieche o ipovedenti, volontari, ecc., chiunque sia promotore di un progetto euro per persone vedenti – perché non anche per le persone con minorazione visiva? – sappiate che esiste una rete che può sostenervi nella vostra iniziativa nei confronti delle persone con minorazione visiva e che, se è vero che questa rete ha un grande bisogno del vostro aiuto, a sua volta può anche aiutare voi.

Noi possiamo aiutarvi poiché, se è vero che è indispensabile realizzare un ampio ventaglio di strumenti, è anche inutile sprecare energie e denaro per ricreare di sana pianta strumenti che forse esistono già. Consultateci per sapere ciò che già esiste. Fate appello alla nostra esperienza per quanto riguarda le specificità delle campagne d’informazione o sullo sviluppo di materiale pedagogico integrato o destinato soprattutto a persone con minorazione visiva, fate uso degli strumenti che sono stati creati appositamente per le persone con minorazione visiva e/o per i formatori.

Anche noi abbiamo bisogno del vostro aiuto.

Abbiamo realizzato e realizzeremo una serie di strumenti pedagogici e di materiale di formazione; è però necessario che questi possano essere prodotti in maniera efficace in numero sufficiente per una informazione e una formazione generalizzate.

Abbiamo ancora bisogno di avere a disposizione materiali di formazione adeguati, e cioè di banconote in euro in fac-simile ma molto vicine a quelle vere, e di serie di 8 monete in euro vere.

Abbiamo formato il/i primo/i livello/i della nostra piramide di formatori, ma abbiamo ancora bisogno di poter continuare all’interno di ogni paese la formazione di formatori e di destinare personale per l’accompagnamento di persone con minorazione visiva per l’apprendimento dell’euro. Inoltre, è ancora necessario che si possa formare i nostri volontari e dare loro un minimo di mezzi di funzionamento.

Se è vero che riusciamo a stabilire i contatti con le associazioni di consumatori a livello europeo, con operatori dell’informazione per tutti i tipi di pubblico, è anche vero che abbiamo ancora bisogno che questi si concretizzino a livello territoriale per una migliore integrazione delle persone con minorazione visiva all’interno della società.

Noi siamo presenti a livello europeo, ma è necessario che le associazioni di non vedenti ai diversi livelli: nazionale, regionale e locale, ricevano informazioni adeguate perché possano vigilare sul buon andamento della formazione sull’euro delle persone con minorazione visiva che a loro fanno capo, e a cui si affidano.

E’ per questo che vi lanciamo un appello chiaro e limpido : senza di voi, noi non potremo istruire il resto dei cittadini europei affetti da deficienza visiva a maneggiare banconote e monete in euro con precisione e fiducia per il 1e gennaio 2002 e per gli anni che seguono. Senza tutti voi, non potremo compiere, per quanto riguarda l’euro, la nostra missione di «promozione degli interessi delle persone non vedenti e ipovedenti, comprese le persone colpite da disabilità associate, nell’ottica del pieno esercizio dei loro diritti di cittadini e della loro piena integrazione sociale»([14]).

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10. Conclusioni

La formulazione in parole, o a volte in rilievo o in materiali differenziati percettibili al tatto, di elementi puramente visivi, è indispensabile alle persone con minorazione visiva per apprendere l’euro, la simbologia e le caratteristiche pratiche di identificazione. Dopo tutto, anche le persone vedenti potranno beneficiare della indispensabile chiarezza delle spiegazioni elaborate  per le persone con minorazione visiva.

I criteri di identificazione delle monete, utilizzati dalle persone cieche, possono arricchire il modo di identificazione puramente visivo delle persone vedenti. Oltre al riconoscimento vero e proprio delle monete in euro, ciò che noi proponiamo è semplicemente un arricchimento della percezione tattile.

Così, invece di considerare le persone con minorazione visiva come persone alle quali bisogna dare in modo unilaterale, le persone vedenti possono anche prendere in considerazione ciò che ricevono. Lo scambio non è forse la migliore base per l’integrazione?

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 Note

([1] )Un rapporto precedente, pubblicato nel giugno 1998 è ugualmente disponibile nelle lingue dell’Unione europea ; la trascrizione braille è in inglese

([2]) Scuole specializzzate, centri di riadattamento funzionale, associazioni di persone non vedenti o ipovedenti...

([3]) Ci basiamo sulla definizione di cecità dell’Organizzazione Mondiale della Sanità : una persona è totalmente cieca quando non percepisce la luce ; è cieca funzionalmente quando, con la migliore correzione possibile, l’acuità della sua vista non raggiunge 1/10 e/o il suo campo visuale è inferiore a 20°. Una persona è ipovedente quando l’acuità visiva centrale è compresa fra 1/10 e 3/10 e/o il suo campo di visione periferica è molto limitato, e questo con la migliore correzione possibile

([4] )Sullla base di 220 giorni lavorativi/anno e in ragione di 2 sedute al giorno, col resto della giornata consacrato all’organizzazione materiale delle sedute

([5]) RNIB : Royal National Institute for the Blind, UK

([6]) Coordinate dai coordinatori euro de l’UEA alla fine dell’opuscolo (copertina interna)

([7]) Un rapporto con cifre è disponibile in inglese, a richiesta

([8]) Qui non si tratta di considerare dei mezzi straordinari, ma al contrario di collazionare gli strumenti messi in opera quotidianamente dalle persone con deficienza visiva. Anche se, nella maggior parte dei paesi dell’Unione europea, l’identificazione della moneta fa parte dei programmi di recupero funzionale, non si conosce alcuna documentazione scritta sull’argomento. Ognuno, però, ha i suoi piccoli « trucchi». Sono proprio questi che ci interessano, per aiutare la formulazione dei programmi di adattamento al maneggio dell’euro.

([9]) Das Gegenwahrt,

([10] )Media non esclusivi

([11])Questo dato non va considerato come un valore assoluto, dato il campionamento non significativo per questo gruppo d’età e di deficit visivo, ma indica una tendenza manifesta.

([12] )Questo riguarda specificamente le monete. Quanto alle banconote, queste sono facilmente identificabili da parte di persone  ipovedenti o cieche con sufficiente residuo visivo, grazie ai colori molto vivaci e alle grandi dimensioni delle cifre che indicano il valore; restano, però, difficili da distinguere per le persone totalmente cieche.

([13] )Un catalogo di convertitori euro a uscita vocale è disponibile in inglese (altre lingue potranno essere prese in considerazione)

([14] )Articolo 1 dello Statuto dell’Unione Europea Ciechi (Union Européenne des Aveugles)

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