Il
presente documento è disponibile nelle lingue dell’Unione europea.
E’
stato inoltre registrato su audiocassetta in un centinaio di esemplari per
lingua.
1.
I principi di fondo della nostra azione
8.
Le nostre realizzazioni presenti e future
Il
documento è stato redatto dal gruppo Euro dell’Unione Europea dei Ciechi (EBU)
nel quadro di un finanziamento accordato dalla DG XXIV per l’elaborazione di
strumenti pedagogici atti a facilitare l’apprendimento dell’euro alle fasce
“deboli” della popolazione. Il progetto è stato reso possibile e realizzato
grazie al sostegno e all’aiuto di Thierry Vissol e di Helena Ramón in
particolare, che ringraziamo calorosamente.
Senza
alcun dubbio, è grazie al sostegno della Banca Centrale Europea e al suo
impegno costante di coinvolgerci e di renderci partecipi della sua politica di
comunicazione se saremo in grado di informare il massimo numero possibile di
persone con minorazione visiva. In questa sede, desideriamo anche ringraziare in
modo speciale Antti Heinonen e Jean-Michel Dinand.
Ringraziamo
i gruppi di Maria del Carmen Oliver, per la ONCE, Spagna, Adeline Valkenborg per
la CBPAM/BCBS, Belgio e Hans Kaltwasser per il DBSV, Germania. Grazie a questi
gruppi, il nostro lavoro può fondarsi su basi sperimentali, ancora inesplorate
fino a qualche mese fa.
Ringraziamo
in maniera particolare Hans Kaltwasser che ha elaborato il rapporto che
sintetizza questi lavori, Maïa Gouguet che ha collaborato alla redazione del
presente documento ed anche tutti coloro che hanno avuto la gentilezza di
leggerlo e commentarlo.
Infine,
desideriamo sottolineare con piacere l’importanza dell’attività svolta dai
15 coordinatori nazionali della rete Euro dell’EBU. Questo progetto potrà
essere realizzato solo grazie a questa rete.
La
persona disabile è spesso considerata come se fosse portatrice di un deficit.
Non parliamo forse di persone con “deficit visivi” ? Ora, tale deficit,
che un legittimo impegno per l’uguaglianza dei diritti e delle opportunità ci
porta a colmare, è anche vettore di arricchimento per tutta la popolazione.
Questo
documento vuole essere un resoconto dell’azione già svolta nel campo
dell’adeguamento dell’apprendimento dell’euro da parte delle persone con
minorazione visiva. Vuole anche essere, soprattutto, un appello pressante a
qualsiasi collaborazione per il perseguimento e la diffusione di tale azione,
indispensabile all’autonomia e all’integrazione delle persone con
minorazione visiva nel nostro tessuto sociale ed economico.
Mokrane
Boussaid, direttore dell’Unione Europei dei Ciechi (EBU) e Jean- Pierre Lhoest,
Presidente del Gruppo Euro dell’EBU
(torna
all’inizio della pagina)
Fin
dall’inizio, l’euro è stato concepito come uno strumento d’integrazione.
Certamente, l’integrazione desiderata riguardava le diverse economie degli
Stati membri dell’Unione europea. Spetta a noi adesso garantire che l’euro
non diventi uno strumento di
esclusione economica e sociale di una parte considerevole della popolazione
dell’Unione europea, sia che questa parte di popolazione vive già al momento
attuale ai margini del sistema economico e a volte sociale (es. : disoccupati
cronici, SDF, persone anziane con pensioni ridotte, persone disabili, ecc.)
oppure che corra il rischio di marginalizzazione in seguito all’introduzione
dell’euro (in particolare le persone anziane e le persone disabili).
E’
nostro compito garantire che l’euro non diventi un pretesto per alcune
rinunce: rinuncia da parte delle stesse persone alla propria integrazione in
questo nuovo sistema, rinuncia da parte di coloro che hanno il dovere di offrire
assistenza all’integrazione (operatori
sociali, poteri locali, autorità pubbliche...), ma che al contrario, l’euro
sia il pretesto per rimettere in cantiere il nostro tessuto sociale ed economico
e apportare i rimedi necessari.
L’accesso
all’informazione è molto più difficile per le persone con minorazione visiva
che non per le persone vedenti. L’informazione scritta è accessibile ad esse
solo attraverso l’intermediario di una terza persona (lettura a voce alta o
trascrizione in formati adeguati: braille, audio-cassette, caratteri grandi,
supporto informatico). Nella maggior parte dei casi, l’immagine è per loro
inaccessibile. Perciò, a differenza delle persone vedenti, queste persone non
hanno la possibilità di trarre “passivamente” profitto dalla massa di
informazioni fornite sull’euro dalla televisione, dai manifesti, le copertine
delle riviste, ecc.
Tale
carenza di informazioni provoca spesso un senso di ansia maggiore fra le persone
interessate, cosicché gli aspetti psicologici dell’introduzione all’euro,
spesso sottolineati soprattutto dalla DG XXIV, sono ancora più significativi
per le persone con minorazione visiva e devono essere presi in considerazione
dagli esperti.
Di
conseguenza, è di primaria importanza, non solo trascrivere l’informazione
accessibile al grande pubblico in formati accessibili alle persone con
minorazione visiva, ma anche fornire a queste persone una informazione specifica
che cerchi di ovviare alla loro carenza di informazioni, in modo da metterle il
più possibile su un piede di parità con le persone vedenti.
Peraltro, alcune necessità sono specifiche dell’handicap visivo. Per esempio, la differenziazione e l’identificazione delle monete e delle banconote in euro deve potersi fare “alla cieca” e quindi in base a criteri totalmente diversi dai criteri delle persone vedenti.
(torna
all’inizio della pagina)
Il
1° gennaio 2002, tutti i cittadini europei affetti da disabilità
visiva– come tutti i cittadini europei – dovranno essere in grado di
maneggiare le banconote e le monete in euro con precisione e con sicurezza. Tale
sicurezza dovrà essere mantenuta e continuata anche negli anni successivi ma
soprattutto nel 2002, che è l’anno cruciale. La nostra azione di informazione
e di formazione dovrà quindi coprire gli anni 2000 - 2002.
Perché
la nostra azione possa essere efficace, la comunicazione con le associazioni dei
non vedenti è di primaria importanza. Gli attori della comunicazione in seno a
tutti i centri di informazione privilegiati dalle persone con deficit visivi ([2]),
e in particolare gli operatori sociali ma anche i volontari, che abbiano
minorazione visiva o meno, devono poter disporre della formazione,
dell’informazione, di eventuali aiuti tecnici e di strumenti pedagogici
necessari. Bisogna garantire loro l’accesso al finanziamento richiesto in modo
che essi siano in grado di prendere il tempo per informare e per formare le
persone con deficit visivi all’uso dell’euro.
Al
fine di informare e di formare i cittadini europei con minorazione visiva, si
dovrà realizzare una rete particolare, che assicuri:
la formazione di formatori (struttura di formazione
piramidale) negli 11 o 15 paesi dell’Unione europea
la messa a disposizione dei formatori di materiali di
formazione adeguati, sia delle banconote in euro in fac-simile ma molto
vicini alle vere banconote in euro e alcune serie di 8 monete vere in euro
la creazione, riproduzione e la messa a
disposizione dei formatori di strumenti pedagogici efficaci e adatti
la creazione, riproduzione e la messa a disposizione di una vasta
gamma di materiale informativo e di formazione diversificata che tenga conto
delle particolari esigenze delle persone con minorazione visiva e che sia
accessibile per loro, sia nel contenuto (descrizioni adeguate in caso di
riferimenti visivi per esempio) che nella forma (formati di lettura
adattati).
Spesso
basta poco per rendere un documento scritto accessibile alle persone ipovedenti:
utilizzare un carattere sufficientemente grande e una impaginazione chiara, per
esempio. Dobbiamo incoraggiare tutti gli organismi che organizzano campagne di
informazione sull’euro a renderle il più possibile accessibili al pubblico
con minorazione visiva. Noi siamo a loro disposizione per fornire tutte le
informazioni e i consigli necessari.
Nonostante
l’importanza delle diverse associazioni di non vedenti come centri di
informazione per le persone con minorazione visiva, molte persone
ipovedenti riceveranno le informazioni di cui hanno bisogno riguardo
all’euro mediante altri canali. E’ quindi importante sensibilizzare tutti
gli operatori che si occupano di comunicazione sull’euro sui bisogni specifici
delle persone con minorazione visiva e informarli sui materiali di formazione
adattati e creati per loro: formatori pubblici, associazioni di consumatori,
mediatori dell’informazione.
Infine,
nonostante tutta l’attenzione prestata alle caratteristiche di identificazione
delle monete e delle banconote in euro al momento della loro ideazione, non
possiamo trascurare l’assistenza allo sviluppo e alla diffusione di aiuto
tecnico come, per esempio, alcuni aspetti di identificazione delle banconote o
dei convertitori vocali. Il nostro ruolo sarà di fornire consigli, e di
elaborare i capitolati d’oneri.
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La
Commissione europea - DG XXIV e DG X – ci fornisce collaborazione e sostegno
finanziario in questa impresa per il coordinamento della rete Euro dell’EBU e
per la produzione di materiali e strumenti pedagogici nelle lingue dell’Unione
europea, destinati sia al pubblico in questione che ai formatori.
Ci
mancano i mezzi finanziari per la riproduzione in numero sufficiente degli
strumenti pedagogici e del materiale di formazione e d’informazione, che si
tratti per esempio di un «Opuscolo Euro» particolarmente adeguato alle
necessità delle persone con deficit visivi, oppure della «semplice»
trascrizione in formati adeguati di opuscoli esistenti emanati dai governi
nazionali o regionali.
Grazie
alla Commissione europea, una prima ondata di formatori potrà beneficiare alla
fine del1999 e inizio 2000 di una formazione adeguata.
Il
numero di formatori formati su scala europea tuttavia è ancora lungi
dall’essere sufficiente e noi dobbiamo sollecitare, in seno ad ogni paese, il
finanziamento della formazione a cascata del personale destinato ad assicurare
l’accompagnamento delle persone con minorazione visiva per l’apprendimento
dell’euro.
Noi
beneficiamo del sostegno della Banca Centrale Europea per tutti i nostri lavori.
Ottenere campioni di banconote e monete adatte alla formazione è precisamente
l’obiettivo di negoziati con la BCE e le Zecche nazionali.
Poiché
alcuni settori ricevono sussidi, cerchiamo ulteriori sostegni per consolidare
l’elaborazione di una politica concertata a livello europeo: i cittadini con
minorazione visiva hanno bisogno di alcune serie di 8 monete vere in euro a
partire dalla metà del 2001 in tutti i paesi dell’Unione europea.
La
rete Euro dell’EBU - rete di 15 coordinatori nazionali – esiste dal 1998 ed
è un luogo privilegiato di scambio di informazioni e di prassi corrette.
Generalmente,
i membri di questa rete non dispongono tuttavia del tempo e delle finanze
necessarie per creare progetti che vadano oltre la trascrizione in braille delle
informazioni governative sull’euro. Per non parlare del lavoro
di’organizzazione e di coordinamento di un gruppo decentralizzato di
formatori.
Noi ci associamo alle richieste dei consumatori (in quanto membri del gruppo euro del Comitato dei Consumatori) e collaboriamo con il Comitato del Commercio e della Distribuzione.
La
competenza del personale delle associazioni di non vedenti non ha bisogno di
ulteriori dimostrazioni, disponendo di assistenti sociali specializzati/e nel
mondo delle persone con minorazione visiva, ergoterapeuti o altro personale
qualificato per operare nel campo della riabilitazione funzionale delle persone
con minorazione visiva .
Tuttavia
soffriamo di una grave carenza di mezzi per coinvolgere in modo privilegiato
questo personale nell’adattamento all’euro; dato che il lavoro abituale deve
ovviamente andare avanti.
E’
difficile immaginare quante persone con deficit visivo, senza parlare della
competenza e della disponibilità di tantissime persone volontarie, che
lavorano, spesso nell’ombra, al miglioramento della vita quotidiana di tali
persone. Senza di esse, quanti «superflui» necessari e indispensabili
sarebbero trascurati nella gran parte delle nostre società europee, quali la
lettura di libri o perfino dei giornali su audio-cassette, l’accompagnamento
(guida) a una riunione o, semplicemente, una visita a domicilio, per citare solo
qualche esempio. Queste persone volontarie
svolgono spesso un’opera importante d’integrazione. Come opera di
socializzazione, l’apprendimento dell’euro potrebbe perfettamente essere
incluso fra le loro missioni.
Sarebbe
necessario però che queste persone volontarie possano beneficiare di una minima
formazione all’euro e agli strumenti pedagogici disponibili.
(torna
all’inizio della pagina)
Ciò
che è una necessità imperativa per le persone
con minorazione visiva non è inutile per le altre; anzi al contrario, è
spesso una comodità del tutto apprezzabile. Così, le scanalature delle monete
da 10 e 50 centesimi potranno aiutare molte persone a distinguerle dalla moneta
di 20 centesimi. La grande dimensione delle cifre sulle banconote in euro, i
colori vivaci e ben contrastati a seconda del valore sono, per le persone
ipovedenti, elementi essenziali per l’identificazione. Chi, fra le persone
anziane o anche della popolazione perfettamente vedente, si lamenterà se potrà
riconoscere il valore delle banconote a prima vista?
Lo
stesso dicasi per gli strumenti pedagogici realizzati per apprendere a
identificare le banconote e le monete in euro, l’informazione più
dettagliata, più chiara e strutturata in maniera da essere accessibile senza il
sostegno visivo per le persone con minorazione visiva, non sarà soltanto una
loro prerogativa esclusiva.
(torna
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Dal
momento che i paesi dell’Unione europea non usano gli stessi criteri, o almeno
non sempre, di registrazione delle persone con deficit visivo, non si dispone di
dati precisi e affidabili sull’incidenza della cecità in Europa.
Se
la popolazione dei ciechi ([3])
in Europa è generalmente stimata a circa 900.000 persone, è tuttavia possibile
che tale cifra sia decisamente sottovalutata. Quanto all’insieme dei cittadini
dell’Unione europea affetti da minorazione visiva (raggruppando persone non
vedenti e ipovedenti), esso rappresenta circa il 2% della popolazione, e cioè
7,4 milioni. Tale cifra è senza dubbio per difetto rispetto alla realtà se si
considera che anche molte persone anziane sono ipovedenti, senza che però siano
considerate tali.
Per
principio, tutte le persone con minorazione visiva hanno diritto ad una
informazione / formazione specifica. Se tutte queste persone fossero in grado di
spostarsi – ciò che è lungi dall’essere la situazione reale – per
assistere foss’anche a una sola seduta
di formazione di circa 3 ore, per gruppi di 10 persone, si dovrebbero
organizzare 740.000 sedute. Ciò richiederebbe 1.682
operatori a tempo pieno per un anno ([4])
per i paesi dell’Unione europea.
E
comunque, per molte persone con minorazione visiva, in particolare le persone
cieche, non basta affatto una sola seduta, per acquisire una buona conoscenza
sia delle differenze delle scale di valore che dell’introduzione dei centesimi
(per alcuni paesi) e della corretta manipolazione
delle banconote e delle monete in euro.
Inoltre,
molte persone sufficientemente mobili per fare i loro acquisti da sole, non lo
sono per andare a partecipare a una riunione e dovranno quindi essere istruite
individualmente a domicilio.
(torna
all’inizio della pagina)
Non a tutti ancora, l’euro appare come una priorità. Eppure è dal 1993 che la Commissione di collegamento dell’EBU insieme all’Unione europea ha istituito un gruppo di lavoro sull’euro.
Grazie
al sostegno della DG X prima, della DG II poi, e infine all’inestimabile
sostegno della DG XXIV, il gruppo Euro dell’EBU ha realizzato, sotto la
supervisione di Stephen King, RNIB ([5]),
un compito inedito: collaborare con l’Istituto Monetario Europeo e con i
direttori delle Zecche dell’Unione europea per partecipare alla creazione di
sette nuove banconote e di otto nuove monete di una stessa unità monetaria e
tutto ciò prestando buona attenzione a che presentino sufficienti
caratteristiche di identificazione per tutti i cittadini dell’Unione europea
affetti da minorazione visiva.
L’Unione
Europea dei Ciechi ha così compiuto un’opera storica ponendosi come
interlocutore privilegiato delle autorità, come rappresentante di un gruppo di
consumatori con esigenze specifiche. In più, ha fatto riconoscere molte sue
raccomandazioni come universalmente valide e ciò a proposito sia delle
specificità d’identificazione delle monete e delle banconote in euro che
delle esigenze di apprendimento dell’euro.
Dalla
metà del 1998, grazie alla DG XXIV e alla
DG X, il gruppo Euro dell’EBU coordina i programmi d’informazione e
di formazione all’euro delle persone con minorazione visiva in Europa. L’EBU
ha designato, in ciascuno dei quindici paesi membri dell’Unione europea, un
coordinatore euro responsabile dell’attivazione decentralizzata di tali azioni
([6]).
Al
fine di poggiare il proprio operato su basi sperimentali, il gruppo Euro dell’EBU
ha innanzi tutto effettuato una serie di incontri in Germania, in Belgio e in
Spagna: circa 300 persone sono state interrogate e hanno manipolato alcune
banconote e monete; più di un centinaio, al momento delle riunioni di gruppo
organizzate sotto forma di seminari, e 187 persone in interviste individuali ([7]).
Gli obiettivi di tale studio erano tre:
1.
definire i timori più forti
: resistenza psicologica al cambiamento, mancanza di informazione, perdita
dei punti di riferimento nella scala dei valori, perdita degli aiuti tecnici
usati prima, ecc. …
2.
collazionare e descrivere i mezzi attualmente utilizzati dalle persone
con minorazione visiva per identificare le monete e le banconote
nazionali attuali ([8])
e ciò, mediante la manipolazione del denaro nazionale
3. stabilire i principali problemi nell’identificazione delle banconote e delle monete in euro e i metodi pedagogici da adottare, eventualmente differenziati in funzione dei settori campione del pubblico (criteri basati sull’età e di tipo di deficit visivo) e ciò, mediante la manipolazione di esemplari fac-simile (e, per certi versi, ancora abbastanza poco vicini alla realtà) di banconote e di monete in euro.
(torna
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Dallo
studio emerge chiaramente la necessità di riconoscere e salvaguardare
l’autonomia delle persone con deficit visivi. In effetti, più della metà
delle persone non vedenti e il 65 % delle persone ipovedenti interrogate fanno
abitualmente le loro compere da sole e quindi devono maneggiare denaro. Anche
fra le persone che non fanno le compere da sole vi è una certa percentuale che
fa comunque uso del denaro nelle diverse circostanze della vita.
Lo
studio ha rivelato, se ve ne fosse stato bisogno, che le persone con minorazione
visiva, e le persone non vedenti in particolare (75 %) provano una certa ansia
nei confronti dell’arrivo dell’euro. Se più dell’80 % delle persone
interrogate nel Belgio e in Spagna hanno dichiarato di essere notevolmente
preoccupate, soltanto poco meno del 40 % delle persone interrogate in Germania
hanno manifestato tale timore. Ebbene, un mese prima dell’inizio delle
interviste, il coordinatore euro dell’EBU in Germania aveva avviato una
campagna d’informazione in una rivista specializzata per le persone con
deficienza visiva ([9]).
Questo dimostra innegabilmente l’impatto estremamente positivo che una buona
campagna d’informazione mirata può avere.
Visto
che il 76 % delle persone interrogate dicono di avere appreso ciò che sanno
sull’euro fra l’altro mediante la televisione, e il 64 % attraverso la radio
([10]),
si fa regolarmente appello al diritto di avere a disposizione, come tutti, le
stesse informazioni in forma adeguata.
In
un contesto di parità dei diritti e delle opportunità, si rivendica il diritto
all’informazione specifica per mitigare la condizione di svantaggio. Il 77 %
delle persone interrogate hanno dichiarato di volere una descrizione precisa (e
adeguata alla minorazione visiva) delle monete e delle banconote in euro per
potersene creare una rappresentazione mentale e conoscerne le caratteristiche.
In
Belgio e in Spagna, l’identificazione delle monete e delle banconote preoccupa
il 53 % delle persone con minorazione visiva a livello globale, di cui il 67,6 %
tra le persone sopra i 60 anni e il 57,4 tra quelle di 19-60 anni.
E
in effetti: il 25 % delle persone sottoposte al test hanno commesso uno o più
errori quando, una volta distribuite (per la prima volta) due serie di 8 monete
in euro, abbiamo chiesto loro di accoppiare le monete a due a due. E’
sorprendente constatare che, nelle fasce d’età 19-60 anni e più di 60 anni,
le persone non vedenti sono più capaci delle persone ipovedenti. Fra questi
ultimi, il 40 % ([11])
delle persone anziane di oltre 60 anni, hanno commesso uno o più errori. Ciò
significa che, se nonostante le opportune caratteristiche di identificazione a
queste monete, grazie alla buona collaborazione fra le diverse Zecche e
l’Unione Europea dei Ciechi, l’apprendimento alla manipolazione deve essere
guidato, e questo vale sia per le persone ipovedenti che per le persone non
vedenti ([12]).
Infine,
dopo avere preso conoscenza delle caratteristiche di identificazione delle
monete e del loro rispettivo valore, il 25 % delle persone anziane di più di 60
anni hanno manifestato il desiderio di non procedere al « random sorting »,
e cioè all’esercizio che consisteva
nell’estrarre una certa somma in euro da tutte le monete in euro che avevano
in mano. Ciò fa capire l’elevato numero di riunioni di formazione che sarà
necessario a queste persone per poter maneggiare e identificare le monete in
euro con fiducia e sicurezza.
(torna
all’inizio della pagina)
Sulla
base dei risultati dello studio menzionato prima, sono stati e saranno creati
strumenti pedagogici per i formatori come pure il materiale di formazione e gli
aiuti tecnici mirati al pubblico in questione.
L’accesso
all’informazione differisce in base al tipo di deficienza visiva e a seconda
delle preferenze personali. Per questo, è essenziale che sia proposto un ampio
ventaglio di materiale informativo e formativo, per permettere alla persona con
deficienza visiva di scegliere con piena autonomia il materiale più adeguato
alle proprie necessità.
I
risultati a livello europeo costituiscono solo una parte del materiale
pedagogico, che deve anche essere adattato e incrementato secondo le specificità
di ciascun paese e diversificarsi in base alle diverse necessità man mano che
si avvicina la data termine del 1 gennaio 2002.
Un
primo opuscolo pedagogico (fine 1999) si basa essenzialmente sulle conclusioni
di questo studio, soprattutto per quanto concerne gli strumenti più efficaci
utilizzati dalle persone con disabilità visiva per identificare al momento
attuale le loro monete e banconote nazionali come pure gli errori più frequenti
che vengono commessi in occasione dei test di manipolazione con esemplari
fac-simile di monete e banconote in euro.
Un
secondo opuscolo pedagogico (autunno 2000) presenta una serie di sedute di
formazione mirate a diversi tipi di pubblico. Queste si basano sulle esperienze
pilota condotte con bambini e persone anziane con disabilità visiva ed anche
con altre fasce “deboli” della popolazione.
Tali
opuscoli sono tradotti se non in tutte, almeno nella maggior parte delle lingue
dell’Unione europea. Sono anche disponibili 100 audio-cassette in media per
ogni paese per i formatori con deficit visivo.
Durante
la prima metà dell’anno 2000, formatori regionali (formatori di formatori
locali) saranno stati formati alle realtà psico-sociologiche
dell’introduzione all’euro e alle tecniche di formazione che favoriscono
l’accettazione e la comprensione dell’euro. Avranno anche assimilato le
tecniche di manipolazione dell’euro da parte delle persone con minorazione
visiva.
La
formazione dei formatori locali e dei volontari, essi stessi con o senza deficit
visivi , è prevista per la seconda metà dell’anno 2000.
Se
ci vengono concessi sufficienti mezzi finanziari, è previsto che durante la
seconda metà dell’anno 2000, tutte le persone con minorazione visiva possano
beneficiare di almeno una riunione informativa/formativa. La formazione
propriamente detta avrebbe luogo nel corso di tutto l’anno 2001, e verrebbe
notevolmente intensificata durante gli ultimi mesi dell’anno
2001. Durante l’anno 2002, avrebbero luogo le necessarie messe a punto dopo
l’introduzione e l’utilizzazione effettive delle monete e delle banconote in
euro.
Le
matrici di un «Opuscolo Euro» specificamente adattato alle esigenze delle
persone con deficienza visiva saranno disponibili (fine 1999 – inizio 2000)
nelle lingue dell’Unione europea nei formati adeguati, e cioè in braille, su
audio-cassetta, con caratteri ingranditi e su supporto informatico. Grazie a una
collaborazione fruttuosa con la BCE, l’opuscolo descrive in modo molto preciso
le banconote e le monete in euro e le loro caratteristiche di identificazione.
Sono
stati realizzati, per un approccio pedagogico e/o culturale, alcuni prototipi
messi in rilievo o con materiali differenziati percettibili al tatto, di
banconote o di monete in euro e di elementi pertinenti.
Il
Gruppo Euro dell’EBU non può produrre in prima persona gli aiuti tecnici o i
giochi adattati; può tuttavia, con l’assistenza dei dipartimenti tecnici dei
partner nazionali, offrire consulenza e perizia. Fra gli aiuti tecnici
attualmente individuati, si registrano i convertitori euro a uscita vocale ([13])
e diversi tipi di identificatori di banconote.
Sono
disponibili giochi adattati per bambini e per adulti.
Il
materiale informativo delle autorità pubbliche dei differenti paesi è stato
spesso trascritto in formati adattati.
Il
Gruppo Euro dell’EBU può offrire consigli e perizia per lo sviluppo di
materiale informativo e di formazione adeguato e per l’elaborazione di
campagne di comunicazione sull’euro, che siano efficaci per le persone con
minorazione visiva, che si presentino sotto forma scritta o su supporto audio o
video o ancora su sito web. Il nostro sito web: www.uiciechi.it
è, naturalmente, accessibile alle persone con minorazione visiva e quindi può
essere un esempio di «good practice» e allo stesso tempo fornisce informazioni
utili sul nostro progetto.
(torna
all’inizio della pagina)
Chiunque
desideri intervenire sul campo, a qualsiasi livello – europeo, nazionale,
regionale, locale, banca, associazione di consumatori, grande impresa, operatore
nell’informazione sull’euro, piccola impresa di servizi, associazione di
ciechi, agenzia di comunicazione, persone cieche o ipovedenti, volontari, ecc.,
chiunque sia promotore di un progetto euro per persone vedenti – perché non anche
per le persone con minorazione visiva? – sappiate che esiste una rete che può
sostenervi nella vostra iniziativa nei confronti delle persone con minorazione
visiva e che, se è vero che questa rete ha un grande bisogno del vostro aiuto,
a sua volta può anche aiutare voi.
Noi
possiamo aiutarvi poiché, se è vero che è indispensabile realizzare un ampio
ventaglio di strumenti, è anche inutile sprecare energie e denaro per ricreare
di sana pianta strumenti che forse esistono già. Consultateci per sapere ciò
che già esiste. Fate appello alla nostra esperienza per quanto riguarda le
specificità delle campagne d’informazione o sullo sviluppo di materiale
pedagogico integrato o destinato soprattutto a persone con minorazione visiva,
fate uso degli strumenti che sono stati creati appositamente per le persone con
minorazione visiva e/o per i formatori.
Anche
noi abbiamo bisogno del vostro aiuto.
Abbiamo
realizzato e realizzeremo una serie di strumenti pedagogici e di materiale di
formazione; è però necessario che questi possano essere prodotti in maniera
efficace in numero sufficiente per una informazione e una formazione
generalizzate.
Abbiamo
ancora bisogno di avere a disposizione materiali di formazione adeguati, e cioè
di banconote in euro in fac-simile ma molto vicine a quelle vere, e di serie di
8 monete in euro vere.
Abbiamo
formato il/i primo/i livello/i della nostra piramide di formatori, ma abbiamo
ancora bisogno di poter continuare all’interno di ogni paese la formazione di
formatori e di destinare personale per l’accompagnamento di persone con
minorazione visiva per l’apprendimento dell’euro. Inoltre, è ancora
necessario che si possa formare i nostri volontari e dare loro un minimo di
mezzi di funzionamento.
Se
è vero che riusciamo a stabilire i contatti con le associazioni di consumatori
a livello europeo, con operatori dell’informazione per tutti i tipi di
pubblico, è anche vero che abbiamo ancora bisogno che questi si concretizzino a
livello territoriale per una migliore integrazione delle persone con minorazione
visiva all’interno della società.
Noi
siamo presenti a livello europeo, ma è necessario che le associazioni di non
vedenti ai diversi livelli: nazionale, regionale e locale, ricevano informazioni
adeguate perché possano vigilare sul buon andamento della formazione
sull’euro delle persone con minorazione visiva che a loro fanno capo, e a cui
si affidano.
E’
per questo che vi lanciamo un appello chiaro e limpido : senza di voi, noi
non potremo istruire il resto dei cittadini europei affetti da deficienza visiva
a maneggiare banconote e monete in euro con precisione e fiducia per il 1e
gennaio 2002 e per gli anni che seguono. Senza tutti voi, non potremo compiere,
per quanto riguarda l’euro, la nostra missione di «promozione degli interessi
delle persone non vedenti e ipovedenti, comprese le persone colpite da disabilità
associate, nell’ottica del pieno esercizio dei loro diritti di cittadini e
della loro piena integrazione sociale»([14]).
(torna
all’inizio della pagina)
La formulazione in parole, o a volte in
rilievo o in materiali differenziati percettibili al tatto, di elementi
puramente visivi, è indispensabile alle persone con minorazione visiva per
apprendere l’euro, la simbologia e le caratteristiche pratiche di
identificazione. Dopo tutto, anche le persone vedenti potranno beneficiare della
indispensabile chiarezza delle spiegazioni elaborate
per le persone con minorazione visiva.
I
criteri di identificazione delle monete, utilizzati dalle persone cieche,
possono arricchire il modo di identificazione puramente visivo delle persone
vedenti. Oltre al riconoscimento vero e proprio delle monete in euro, ciò che
noi proponiamo è semplicemente un arricchimento della percezione tattile.
Così,
invece di considerare le persone con minorazione visiva come persone alle quali
bisogna dare in modo unilaterale, le persone vedenti possono anche prendere in
considerazione ciò che ricevono. Lo scambio non è forse la migliore base per
l’integrazione?
([1]
)Un rapporto precedente, pubblicato nel giugno 1998 è ugualmente
disponibile nelle lingue dell’Unione europea ; la trascrizione
braille è in inglese
([2])
Scuole specializzzate, centri di riadattamento funzionale,
associazioni di persone non vedenti o ipovedenti...
([3])
Ci basiamo sulla definizione di cecità dell’Organizzazione
Mondiale della Sanità : una persona è totalmente cieca quando non
percepisce la luce ; è cieca funzionalmente quando, con la migliore
correzione possibile, l’acuità della sua vista non raggiunge 1/10 e/o il
suo campo visuale è inferiore a 20°. Una persona è ipovedente quando
l’acuità visiva centrale è compresa fra 1/10 e 3/10 e/o il suo campo di
visione periferica è molto limitato, e questo con la migliore correzione
possibile
([4]
)Sullla base di 220 giorni lavorativi/anno e in ragione di 2 sedute al
giorno, col resto della giornata consacrato all’organizzazione materiale
delle sedute
([8])
Qui non si tratta di considerare dei mezzi straordinari, ma al
contrario di collazionare gli strumenti messi in opera quotidianamente dalle
persone con deficienza visiva. Anche se, nella maggior parte dei paesi
dell’Unione europea, l’identificazione della moneta fa parte dei
programmi di recupero funzionale, non si conosce alcuna documentazione
scritta sull’argomento. Ognuno, però, ha i suoi piccoli « trucchi».
Sono proprio questi che ci interessano, per aiutare la formulazione dei
programmi di adattamento al maneggio dell’euro.
([11])Questo
dato non va considerato come un valore assoluto, dato il campionamento non
significativo per questo gruppo d’età e di deficit visivo, ma indica una
tendenza manifesta.
([12]
)Questo riguarda specificamente le monete. Quanto alle banconote, queste
sono facilmente identificabili da parte di persone
ipovedenti o cieche con sufficiente residuo visivo, grazie ai colori
molto vivaci e alle grandi dimensioni delle cifre che indicano il valore;
restano, però, difficili da distinguere per le persone totalmente cieche.