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Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS - APS

 


Secondo seminario

Cani Guida; Ausili e Tecnologie; Autonomia, Mobilità e Vita Indipendente; Terza Età

Data seminario: 9 ottobre 2020 ore 14.30-19:00

Coordinatori: Fabrizio Marini

Esperti disponibili: Matteo Salandri e Roberto Scano

Tematiche

Seminario precongressuale gruppo 1.

  1. Contribuire alla realizzazione di una vera "Democrazia Digitale".
  2. Stiamo assistendo ad una vorticosa ed inarrestabile trasformazione del mondo in cui viviamo: le tecnologie digitali stanno assumendo un ruolo sempre più pregnante nella vita quotidiana di tutti i cittadini in ambito professionale e ludico-ricreativo, nonché nelle forme attraverso le quali vengono veicolati e gestiti i rapporti fra cittadino e amministrazioni, siano esse pubbliche o private.

    Alla luce di questi ineludibili mutamenti epocali e dall'esperienza fatta sul campo in questi anni, si chiede all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di assumere un ruolo preponderante di vigilanza e di tutela di persone svantaggiate, quali la platea di ciechi ed ipovedenti che questo sodalizio rappresenta, affinché l'evoluzione tecnologica non costituisca un'ulteriore barriera, ma diventi piuttosto una straordinaria opportunità per l'integrazione e per una effettiva inclusione sociale. Questo è un traguardo tanto ambìto quanto irrinunciabile al quale cercare di approdare il più rapidamente possibile.

    Ciò premesso, si ritiene che il nostro sodalizio debba impegnarsi, unitamente ad altre entità di propria costituzione, quali IRIFOR, Agenzia dei Diritti, istituto nazionale valutazione ausili e tecnologie, nonché esterne all'ambito associativo, come l'associazione dei Webmaster Italiani, nella promozione della cultura della progettazione universale nel settore delle piattaforme informatiche.

    Questo è un obiettivo da perseguire sia attraverso la promulgazione di impianti normativi più stringenti e coercitivi, sia cercando di fornire adeguato supporto tecnico e qualificato a tutti gli attori che concorrono alla progettazione di servizi digitali.

    Solo con azioni sinergiche, coese e mirate si può ridurre quel divario che ancora persiste fra cittadini "normali" e cittadini “svantaggiati”.

    Sappiamo tutti che questo divario genera discriminazione e frustrazione, allontanando i disabili visivi, e non solo, dal perseguimento dell’irrinunciabile principio di pari opportunità per tutti in un regime di vera “Democrazia Digitale”.

  3. Istituire una task force transnazionale per la disabilità.
  4. L’Unione Europea ha spesso rappresentato un grosso volano che ha consentito ai Paesi Membri di attuare Politiche di Welfare e di tutela di diritti a favore dei cittadini dei singoli Stati, affinché vi fosse una uniformità di azione ed una unità di intenti per il miglioramento qualitativo del tenore di vita di tutti i residenti nei Paesi appartenenti all'Unione stessa.

    A scopo esemplificativo e non certo esaustivo, si ricorda che le ultime normative nell'ambito dell’accessibilità e della fruibilità delle piattaforme informatiche da parte delle persone cieche ed ipovedenti, promulgate in Italia, hanno tratto ragion d’essere dal recepimento di direttive europee emanate alcuni anni or sono.

    Per di più la storia ci ha insegnato che una parte non trascurabile delle scelte che hanno influenzato la capacità di un disabile visivo di fruire autonomamente e in sicurezza di mezzi di trasporto, oggetti, dispositivi, piattaforme informatiche, strumenti e servizi di pubblica utilità passa dai tavoli di normazione tecnica (CEI, UNI, ecc.).

    Alla luce di queste considerazioni, riteniamo che, unitamente ad analoghe associazioni Nazionali con finalità statutarie e medesimi obiettivi, ed unitamente alla European Blind Union, l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti debba favorire la costituzione di una "Task Force Europea" con il precipuo scopo di operare a 360 gradi, affinché tutti gli strumenti tecnologici e non vengano progettati e realizzati in ossequio all'irrinunciabile principio del “Design For All”.

    Infatti a tutti i disabili dev’essere data la possibilità di utilizzare elettrodomestici, dispositivi per lo svago e l’intrattenimento nonché di potersi muovere liberamente e di poter svolgere attività lavorative e/o formative possibilmente con lo stesso grado di efficienza e di produttività raggiunto da una persona non disabile.

    La Task Force, in sostanza, dovrebbe occuparsi di:

    • partecipare con propri rappresentanti agli Enti di normazione nazionale e internazionale (UNI, ISO, IEC, ecc.) con l’obiettivo di aggiornare le norme tecniche dagli stessi Enti emanati più confacenti alle esigenze dei disabili visivi e rispondenti al principio del “Design For All”;
    • emanare linee guida e documenti di indirizzo atti a stimolare l’industria e le aziende di servizi a perseguire l’idea di progettare per tutti;
    • redigere protocolli di valutazione al fine di validare la fruibilità di un dispositivo elettronico digitale.

    In questo contesto, ancorché ancora a livello embrionale, si inquadra l’Istituto Nazionale Valutazione Ausili e Tecnologie, istituto ideato e costituito nel 2017 dalla stessa Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti con l’obiettivo di avere un Ente indipendente e super partes che si occupa della valutazione degli ausili e delle tecnologie volti a favorire l’autonomia personale e la mobilità dei ciechi e degli ipovedenti.

  5. Promuovere un’iniziativa legislativa per l’acquisto di mezzi di trasporto pubblico accessibili.
  6. L’impianto normativo attualmente in vigore in Italia pone particolare attenzione all’abbattimento delle barriere architettoniche e sensoriali nei luoghi. Grazie a norme come la legge 13 del 1989, il D.M. 236 dello stesso anno e il D.P.R. 503 del 1996, che si distinguono per chiarezza e livello di dettaglio, l’installazione di percorsi e segnali tattili e la sonorizzazione dei semafori sono divenuti uno standard nella realizzazione di luoghi e spazi nuovi o nella manutenzione di quelli esistenti.

    Sfortunatamente, al momento, non possiamo estendere le considerazioni sopra esposte alle politiche adottate dagli enti locali e dalle aziende di TPL nell’acquisto di mezzi di trasporto pubblico. Infatti, non esistendo una specifica normativa di riferimento, ciò che di fatto indirizza le scelte di queste realtà è il mercato, che spesso si muove in direzione contraria rispetto alle necessità delle fasce di utenza più deboli. Ne consegue che le richieste della nostra Associazione, a livello centrale e periferico, miranti ad ottenere mezzi pubblici utilizzabili in autonomia e sicurezza anche da chi non vede o vede poco, vengono accolte solo in parte o non accolte affatto.

    Al fine di favorire un’inversione di tendenza in questo settore, oggi più che mai necessaria, si ritiene che la nostra Associazione debba promuovere, a tutti i livelli, iniziative legislative che vincolino gli acquirenti a scegliere esclusivamente mezzi di TPL le cui caratteristiche ne consentano la fruizione a tutte le tipologie di utenza, con particolare riferimento alle persone nella nostra condizione.

    A titolo di esempio, tra i requisiti che a nostro avviso andrebbero resi obbligatori per i mezzi pubblici di nuova acquisizione, citiamo:

    • presenza di un servizio di annuncio in voce di prossima fermata all’interno e di un annuncio vocale di linea all’esterno delle vetture;
    • indicatori di linea posizionati e progettati in modo che siano leggibili per le persone ipovedenti;
    • pulsanti di prenotazione fermata facilmente individuabili, la cui pressione causi, oltre all’attivazione di un segnale luminoso, anche quella di un segnale acustico, a conferma del corretto funzionamento del sistema.

  7. Contribuire all’applicazione capillare della legge 67/2006.
  8. In assenza di riferimenti normativi puntuali, un’ottima arma per contrastare la continua negazione del nostro diritto all’indipendenza, all’autonomia e alla sicurezza negli spostamenti è costituita dalla legge 67/2006, nota come legge antidiscriminazione. Appare infatti evidente come, ogniqualvolta una persona che non vede o vede poco si trovi nell’impossibilità di fruire di un luogo, di un mezzo di trasporto o di un servizio al pari di ogni altro cittadino, si configuri un caso di discriminazione e quindi di violazione della citata legge.

    Ancorché molto potente, almeno in linea teorica, la legge 67/2006 appare ancora poco sfruttata dalle realtà che rappresentano il mondo della disabilità; per questo si propone che la nostra Associazione attivi idonei strumenti, o potenzi quelli attualmente esistenti, per fornire supporto legale ai soci che, in tutti gli aspetti della loro vita indipendente, siano vittima di comportamenti discriminatori da parte delle istituzioni e dei fornitori di servizi. Riterremmo altresì importante sottolineare, con forza sempre maggiore, anche dal punto di vista della comunicazione, il carattere discriminatorio delle scelte politiche e gestionali che, di fatto, pongono le persone nella nostra condizione in situazioni di svantaggio non strettamente connesse allo status di cieco o ipovedente.

  9. Esperire iniziative di supporto ai nostri soci possessori di cane guida.
  10. Sul tema dei cani guida si ritiene prioritario:

    • lavorare ad una modifica legislativa che allarghi il raggio al cane d’assistenza, o aggiunga all’attuale testo della legge l’accesso del cane guida sul posto di lavoro, anche se esso non è pubblico o aperto al pubblico;
    • Proseguire il lavoro presso il tavolo normativo UNI “Professioni cinofile GL 22” e presso il tavolo europeo “CENT/TC 452 Assistance dogs”, dove attualmente siamo presenti in maniera particolare nel gruppo di lavoro dedicato all’accessibilità;
    • Perseguire la possibilità dell’inserimento del cane guida negli ausili finanziati da contributi statali, per facilitare l’attività delle scuole cani guida, sovvenzionate in Italia con modalità molto eterogenee (regione Toscana e Sicilia, Lions, donazioni private).

  11. Esperire iniziative in favore dei soci anziani.
  12. Per favorire una sempre maggiore indipendenza ed autonomia delle persone anziane, si ritiene necessario:

    • organizzare sul territorio interventi negli ospedali e nelle case di riposo per formazione del personale su come rapportarsi con chi ha problemi di vista;
    • mettere in piedi interventi presso ANCI e comuni affinché considerino il soggiorno per anziani con problemi di vista in strutture particolarmente attrezzate allo scopo, come quello degli altri anziani, offrendo anche a chi ha problemi di vista le stesse facilitazioni anche economiche perché possano parteciparvi anche se non sono direttamente organizzate dai comuni.

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